"Provo una pena infinita per te, perché anche se non vuoi, devi sopportare il mio dolore e questo non è giusto"
Così parla la madre al figlio, in una somma espressione dell'amore e dell'empatia umana. In questo film di Sokurov (datato 1997), immenso nella sua disarmante semplicità, vengono rappresentati in maniera sublime il sentimento dell'Amore (quello puro, tra madre e figlio), l'incombenza della Morte e il canto della Natura.
Non vi è storia, salvo quella di una morte annunciata ed imminiente, ma solo due persone che vivono i loro ultimi momenti assieme.
Sono madre e figlio... lei morente, fragile e sofferente mentre lui premuroso e disperato. Quello che si nota fin dall'inizio è l'inversione dei ruoli: è il figlio che porta in braccio la madre come un neonato; la pettina, la nutre e le legge vecchie cartoline.
I dialoghi sono ridotti a poche frasi troncate e dolorose, che comunicano disagio per la situazione ma riescono anche a farci capire lo stretto legame fra i due. Non sono frasi di alta retorica o illuminate sentenze, ma probabilmente nella loro quasi banalità sono esattamente quello che si direbbero due persone in quella situazione.
Elementi fondamentali del film sono il modo in cui viene diretto, la fotografia e gli scenari: questi tre elementi contribuiscono a regalarci riprese che perdono il loro carattere strettamente cinematografico per avvicinarsi di più a quello pittorico... le scene assumono le sembianze di affreschi dell'800, nella loro staticità, nelle particolari colorazioni e nell'uso di svariati filtri visivi da parte del regista volti a distorcere le inquadrature (ora riempiendo lo schermo con l'umano ora con il paesaggio naturale). Lo stesso regista ha dichiarato di essersi ispirato alla pittura romantica (sopratutto a Friedrich).
Altro elemento di spicco è il sonoro... non vi sono musiche infatti, ma solo i rumori della natura (quali il vento, i tuoni, il fruscio dell'erba e delle foglie) accompagnano i due protagonisti nella loro passeggiata, sottolineando il clima cupo di morte imminente.
La scena conclusiva è semplicemente stupenda... una mano scheletrica e bianca, una farfalla e il viso del figlio. Viene a ricrearsi una sorta di Pietà con i ruoli invertitì. La morte non è mostrata, ma si percepisce in maniera netta e dolorosa.
Concludendo, quest'opera si colloca perfettamente nella filosifia russa di fare cinema (l'associazione di questo film con le sequenze iniziali del Solaris di Tarkovskij è piuttosto facile da riscontrare) e ne costituisce a mio parere una delle massime espressioni.
Di certo il film è lentissimo nel suo incedere e non offre nulla in termini di sceneggiatura, ma entra di diritto in quelle poche (e sempre più rare) pellicole che diventano poesia pura (permettetemi un "altro che Yimou") e suscitano emozioni persistenti. Capolavoro.
Dan
Capolavoro.
questa è la sintesi perfetta
P.s. E di Arca russa sempre si Sokurov cosa ne pensi?
P.s. E di Arca russa sempre si Sokurov cosa ne pensi?
Non l'ho ancora visto purtoppo ... diciamo che me lo sto "procurando" :smack:
In compenso di Sokurov ho visto (prima di Madre e Figlio) Moloch: gran film pure quello, quasi a livello di MeF.
Ciauz
Moloch al livello di MeF
non so perche ma non ne sono cosi convinto, sarà cmq il fatto che ho visto entrambi i film solo una volta.
arca russa invece non è paragonabile a gli altri due è tutto un gioco di estetica pura che utilizza un tipo di linguaggio cinematografico al limite della provocazione (un piano-sequenza talmente lungo da non rientrare nemmeno nella definizione di piano-sequenza) e cmq ha alcune metafore al limite dell'elementare e del patetico.
Moloch al livello di MeF
non so perche ma non ne sono cosi convinto, sarà cmq il fatto che ho visto entrambi i film solo una volta.
arca russa invece non è paragonabile a gli altri due è tutto un gioco di estetica pura che utilizza un tipo di linguaggio cinematografico al limite della provocazione (un piano-sequenza talmente lungo da non rientrare nemmeno nella definizione di piano-sequenza) e cmq ha alcune metafore al limite dell'elementare e del patetico.
Beh a mio parere Moloch si avvicina molto a MeF. Lo zampino di Sokurov è inconfondibile... dilatazione dei tempi e ritagli pittorici spadroneggiano. In questo caso abbiamo Hitler ed Eva invece della madre e del figlio, ma la dissezione dei personaggi nella loro fragilità rimane. Il film non sarà forse perfetto come MeF, ma come ho già detto, qualitativamente è straordinario.
Su Arca Russa mi perplimi... mi pare strano che Sokurov faccia un film estetizzante fine a se stesso, però in effetti, nel suo modo di fare cinema, è facile cascare in esercizi di stile e fredda estetica. Diciamo che allora lo sposto in dietro nella lunga fila che devo ancora vedere :P
Poi negli ultimi mesi mi sto dando alla SF anni 50.. quanti capolavori dispersi :|
Ciao
Dan
Su Arca Russa mi perplimi... mi pare strano che Sokurov faccia un film estetizzante fine a se stesso, però in effetti, nel suo modo di fare cinema, è facile cascare in esercizi di stile e fredda estetica. Diciamo che allora lo sposto in dietro nella lunga fila che devo ancora vedere :P
teoricamente piu che fine a se stesso si tratta di un omaggio al museo Ermitage (ed essendo questo museo il piu importante di tutta la russia e tra piu importanti del mondo, si tratta di un omaggio a tutta la cultura russa, e come dicevo sopra soprattutto alla fine è facile intuirlo grazie a metafore spesso anche troppo ingenue) e cmq personalmente penso che certi tipi di film piu che FREDDI esercizi estetici siano necessari per lo sviluppo di un linguaggio cinematografico (penso a certi film di Warhole, a certi estremi della nouvelle vogue, o al dogma di Von Trier)
Poi negli ultimi mesi mi sto dando alla SF anni 50.. quanti capolavori dispersi :|
qualche nome?
teoricamente piu che fine a se stesso si tratta di un omaggio al museo Ermitage (ed essendo questo museo il piu importante di tutta la russia e tra piu importanti del mondo, si tratta di un omaggio a tutta la cultura russa, e come dicevo sopra soprattutto alla fine è facile intuirlo grazie a metafore spesso anche troppo ingenue)
Ammetto la mia ignoranza su questo ^^
cmq personalmente penso che certi tipi di film piu che FREDDI esercizi estetici siano necessari per lo sviluppo di un linguaggio cinematografico (penso a certi film di Warhole, a certi estremi della nouvelle vogue, o al dogma di Von Trier)
Questo è vero, ma da alcuni registi non lo tollero...vedi Sokurov appunto.
qualche nome?
Duuuunque... la lista sarebbe abbastanza lunga visto che in quel periodo si è sviluppato un vero e proprio filone/culto per il cinema di fantascienza (spronato dalla grande letteratura di SF di quel periodo ) ma cerco di limitarmi ai titoli più importanti (in ordine cronologico):
-"Ultimatum alla terra" (di Robert Wise): film stracelebrato e stracitato (ti dice qualcosa Klaatu barada nikto? :P), piuttosto riflessivo, ma anche pungente a tratti... mitico il robottone di metallo Gort. Il regista poi sfornerà altri due filmoni del genere quali Startrek (il primo ovviamente) e Andromeda.
-"La Cosa di un altro mondo" (di Christian Nyby): in realtà questo nn è tra i miei preferiti, ma è di indubbia importanza storica. Carpenter ha fatto il remake negli anni 80.
-"La guerra dei mondi" (di Byron Haskin): anche questo lo cito più che altro per la sua importanza e perchè il suo remake sarà il prossimo film di ciccio Spielberg. Incredibili effetti speciali per l'epoca (i raggi verdi lol), ma troppo retorico... il finale è risibile nella sua pateticità.
-"Assalto alla terra" (di Gordon Douglas): il titolo è un po' ingannatore perchè farebbe pensare ad un'invasione alliena.. niente di tutto ciò, l'assalto in questione parte dalla terra. Dai risvolti orrorifici. Mooolto bello.
-"L'invasione degli ultracorpi" ( di Don Siegel): i mitici bacelloni!! Tratto da un romanzo di Finney è semplicemente uno dei capolavori della fantascienza di tutti i tempi... ci han fatto due remake (il primo, di Kaufman, è molto bello).
-"Radiazioni BX distruzione uomo" (di Jack Arnold): il masterpiece di Jack Arnold, uno dei più grandi registi di SF. Direttamente dalla penna di quel geniaccio di Matheson, un film originale, girato da dio, con molte implicazioni e risvolti. Il titolo italiano è ridicolo ( The Incredible Shrinking Man è quello originale). Sarebbero da vedere tutti i film fantascientifici di Arnold ( specialmente: Destinazione Terra, Il mostro della laguna nera, Tarantula, La vendetta del mostro, i figli dello spazio).
Visti questi ce ne sono molti altri da vedere come Il Pianeta proibito, L'esperimento del dottor K, The Blob, L'ultima spiaggia, Viaggio al centro della terra, Quando i mondi si scontrano...
Insomma c'era molta voglia di fantascienza in quel periodo e si vede questa grande passione in molte pellicole dell'epoca.
BUona visione
Dan