Ciò che segue è parzialmente tratto da una serie di articoli uscito su "I luoghi dell'Infinito" settembre 2004 - n°77, supplemento al quotidiano Avvenire.
Introduzione
La dimensione del futuro per quel che riguarda l'uomo su questi pianeta, è sicuramente la città.
Nel 1800 solo il 2% della popolazione mondiale viveva nelle città. Nel 1950 era il 30%. Nel 2000 erano il 47%.
Nel 1950 solo New York superava i 10 milioni di abitani. Nel 2000 erano 19, 22 invece quelle con una popolazione compresa fra i 5 e i 10 milioni. In testa a tutte, Tokyo (6.4 mln), Città del Messico e Bombay (18 mln), San Paolo (17.8), New York (16.6), Lagos (13.4), Los Angeles (13.1), Calcutta e Shangai (12.9), Buenos Aires (12.6).
Nel 2030 si prevede che le megalopoli da oltre 10 milioni di abitanti diventino ben 23, con Bombay Lagos Dacca San Paolo Karachi e Città del Messico oltrei 20 milioni di abitanti.
Le problematiche cittadine
Dai dati emerge, ed è quasi inutile sottolinearlo, come la maggior parte di queste mega-città siano concentrate in paesi in via di sviluppo. In Asia e Africa le città diventano il ricettacolo di tutte le problematiche sociali di questi paesi. Accanto ai moderni centri finanziari, si sviluppano immense favela/bidonville, dove la popolazione vive in condizioni disastrose. Senza acqua e senza luce, con scarsissime possibilità di trovat lavoro. Qui, il 5,8% dei bambini non supera i 5 anni di vita. La percentuale di zone non accessibili dalla polizia è di circa il 30%, con punte del 48% in America Latina, dove quartieri risultano incontrollabili.
Altre problematiche di queste città sono legate all'inquinamento. Solo il 35% di queste città tratta le acque reflue, mentre il 75% lascia i rifiuti in discariche a cielo aperto, sovente poste in zone urbane. L'inquinamento atmosferico delle industrie è tremendo, non esssendo regolamento da leggi (oppure le stesse sono disattese). Peggio, i gas di scarico derlle auto raggiunge livelli allucinanti. Non esiste realmente un servizio pubblico in queste città che possa disincentivare l'utilizzo di mezzi privati. Altra problematica grave è la mixofobia: le città sono le discariche locali di problemi globali, nelle quali cresce la tendenza alla segregazione. E ogni nuovo muro, è una paura in più, alimentando il processo.
In Occidente nuove idee per sopravvivere
La situazione da "noi" non è così tragica, anche se molte problematiche, in maniera molto meno allarmante, sono presente anche da noi. Tuttavia si tenta sempre di rendere più vivibile lo spazio urbano, integrando le nuove costruzioni nel tessuto che le circonda. Il verde viene ricercato nelle costruzioni, così come ampie vetrate permettono non solo di vedere "fuori", ma anche "dentro" gli edifici, eliminando virtualmente le barriere.
L'esempio più ecclatante è la nuova fabrica della VW a Dresdra (dove costruiscono la Phaeton): la chiamano la "Fabbrica di Vetro", perchè, costruita in pieno centro città (!), ha tutte le pareti trasparenti, per permettere ai passanti di vedere in costruzione le ammiraglie del gruppo di Wolfsburg. Ancora, essendo la fabbrica in centro, è interessante vedere come si è risolto il problema dei trasporti da-per le catene di montaggio. Calcolando che per rifornire l'edificio sarebbero occorsi dai 20 ai 35 autoarticolati che collegassero i magazzini scorte (posti nella periferia di Dreda, per mancanza di spazio), eccessivi per le strade cittadine della città, si è optato per costruire degli appositi tram merci. Ogni tram, composta da 5 carrozze, percorre le linee cittadine già esistente, senza congestionare il traffico (le linee tranviarie in Germania sono in sede propria!), nè inquinare. In modo discreto e pulito, è stato quindi possibile rifornire la catena di montaggio in centro città dai magazzini scorte posti in periferia.
I trasporti urbani pure sono in sviluppo. Oramai è un esigenza avere dei mezzi pubblici efficenti, sia per evitare il traffico che per ridurre l'inquinamento atomosferico (il 60% viene proprio dai gasi di scarico de.lle auto, non delle industrie!). Il mezzo su rotaia, di per sè il più efficente, stà tornando a prendere il sopravvendo sui quello su gomma. Anche se tuttoggi (e così sarà sempre, per ovvi ragioni tecniche-economiche) i servizi pubblici più diffusi rimangono sempre gli autobus, in qualsiasi città del mondo. Ma monorotaie, people mover, tram e metropolitane si stano sempre più diffondendo. Molti grandi città (parigi in particolar modo) usano anche la rete ferroviaria nazionale per fornire servizi metropolitani coi propri treni.
Architetture "sbarazzine" tenderanno sempre di più a far cercare di sentire a proprio agio la popolazione di queste grandi città. La ricerca di forma anche ergonomiche, la sinergia di varie tecnologie, renderanno sempre più comoda, economicamente conveniente (ma non più facile..) la vita cittadina.
Niove architetture in Italia
E in Italia? Quali sono i grandi progetti per il futuro cittadino?
Sembra incredibile, ma per ora i grandi progetti vengono dalle sempre tanto (e sovente ingiustamente) bistrattate ferovie, grazie al piano Alta Velocità/Alta Capacità (AV/AC). Sono i treni in OItalia a far tendenza. Attulamente i lavori si apprestano a partire per quattro grandi stazioni: Torino, Firenze, Roma e Napoli.
A Torino Porta Susa la stazione sarà interrata, coperta però solo da una gabbia di vetro, dalla quale sarà possibile vedere dentro (o fuori). Al posto dei binari, solo un corpo oblungo trasparente sarà visibile nel contorno urbano. Così la ferrovia, che prima tagliava in due il capoluogo piemontese, diviene invece elemento integratore della città, nuovo punto di ritrovo. Perchè, come tutte le grandi stazioni moderne, ci saranno bar, ristoranti, negozi. Un posto dove andare non solo per prendere il treno. Autore del progetto è il gruppo Arep-Silvio D'Ascia-Agostino Magnaghi. Di Foster & Partners è invece il progetto della nuova stazione AV di Firenze Belfiore, anch'essa sotterranea. Anche qui, essendo vicina al centro (ma più lontana della centrale stazione di S.Maria Novella, che sarà cmq raggiungibile mediante superfici mobili..), prevale il vetro, ma con annesso un nuovo parco verde, polmone cittadino necessario per una città, seppur bellissima, dove il verde un pò manca. Ma la più bella sarà la stazione di Napoli Afragola, capolinea dei treni ES*, e interscambio coi treni metropolitani, gli unici che in futro raggiungeranno il centro di Napoli. Progettata da Zaha Hadid, i binari sono in superficie, ma la stazione (cioè biglietteria, ristoranti, bar etc.) sono posti a ponte, di sbieco, sopra le rotaie. formando una dippia S. Bellissima da vedere, è forse la più innovativa.
Anche a Roma Triburtina sarà costruita una nuova stazione, progettata da Paolo Desideri. Sarà nodi interscambio per treni metropolitani e a lunga percorrenza, metropolitana e autobus, nonchè parcheggio per chi vien da fuori città in auto.
Perchè la stazione oramai è iun punto di riferimento importantissimo per una città di grandi doimensioni, autentico biglietto da visita per il turista che arriva dall'esterno.
Ma il rinnovamento non si ferma qui. A Milano, dopo il nuovo polo fieristico, si parte con la nuova sede regionale: tre grattacieli, progettati da Daniel Libeskind, arata Isozaki e Zaha Hadid (quello di Napoli Afragola). Forme audaci: il più alto sarà di 218m, mentre uno si torce come un'elica e l'altro come un giunco (è letteralmente piegato!).
In generale và detto che in Italia stà nascendo un nuovo stile architettonico anche per le semplici case. Ancora lontano dai brillanti risultati ottenuti in Germania, si stà cmq abbandondo lo stile "casermone" da noi tantoi in voga negli anni '70-'80. Perchè non è solo la grande opera a caratterizzare l'ambiente urbano, ma ogni singolo edificio.
dove quartieri risultano incontrollabili.
bella lì vaina
credo che il problema piu grande sarà anche la formazione di metropoli di serie A e metopoli di serie B, le prime futuristiche in ogni loro aspetto che mascherano il degrado dietro immensi maxischermi, le seconde vere e proprie baraccopoli giganti fonti di "epidemie" di diversa natura....
Ottimo articolo Vaina, argomento di attualità e molto interessante...
Sinceramente spero proprio di no
Londra mi ha dato il voltastomaco al mio 3 giorno lassù, ma anche Milano e Roma sono troppo grandi per i miei gusti, impersonali e in un certo qual modo "brutte", umanamente, se così si può dire.
Con i dati da te riportati poi è anche più scientifica l'idea che metropoli non sia, spesso, sinonimo di benessere.
Si trae anche un'altro spunto, l'assoluta concentrazione di ricchezza dei paesi in via di sviluppo, tra le altre cose miopi e pretenziose nell'emulare una facoltosità che sognano soltanto con grandi opere idiote come Brasilia, la capitale nel deserto in Brasile.
Ciauz
Uhm,io vivo a Catania,che non è una grande città ma quanto ad attività notturne è superiore a molte altre grandi città.Però ci sto male e devo riconoscere invece che adoro Londra,Londra è la mia città preferita,grande,dispersiva,quello che volete,ma ha un fascino particolare,io ci andrei a vivere sicuramente se solo ne avessi la possibilità....
Beh, una metropoli cmq è sempre una metropoli, c'è poco da fare. Ma il viverci ha i suoi vantaggi, oltre agli svantaggi. C'è una compensazione. Se la vita è più stressante e più caotica, è anche vero che i servizi sono nettamente maggiori, come pure le opportunità economiche. E poi non tutte le grandi metropoli moderne sono disastrose. Personlamente di Berlino ho bellissimi ricordi, idem per le più piccole Colonia e Monaco di Baviera. Però è vero che la ben più grande Parigi mi era sembrata asfissiante, come peraltro la piccola Caen. Credo che in buona parte ciò sia dovuto all'ambiente: i tedeschi sanno costruire in armonia col territorio anche nei grandi agglomerati urbani, i francesi un pò meno. Poi tutte sono impressioni. Londra non l'ho mai vista, Milano invece è a 32km da casa mia, e sovente ci passo anche i sabati sera. Città vivibile e piacevole, a mio giudizio. Mi piace meno la Brianza, suburbe del capoluogo lombardo, che potrebbe presto trasformarsi in una grossa periferia della metropoli.
Cmq i giudizi son sempre soggettivi, e inoltre l'unica città dove abbia veramente vissuto per bervi, ma intensi periodi, è Genova, che ho semptre trovato bellissima e affascinante, e la rimpiango di continuo (anche per ricordi personali molto belli). Il vivere in una città è diverso dal soggiornarci, e quindi non ho reali parametri di valutazione. Ma son sempre stato attratto dalle cose "grandi". E poi, come diceva il bravissimo Signor G:
"com'è bella la città,
com'è grande la città,
com'è viva la città,
com'è allegra la città,
piena di strade e di negozi e di vetrine piene di luci,
con tanta gente che lavora, con tanta gente che produce,
con le reclame sempre più grandi,
coi magazzini e le scale mobili,
coi grattacilei sempre più alti e tante macchine sempre di più!"
Purtroppo per i paesi in via di sviluppo la città è lo specchio dei loro problemi. Ma Brasilia era nata nel tentativo proprio di alleviare questi problemi, e spostare il baricentro della popolazione verso le aree disabitate dell'interno. E' fallita, ma l'idea non era idiota. Purtroppo reali soluzioni non esistono, temo...
Ciao!
Beh, con i soldi con cui hanno costruito Brasilia potevano sfamarci Rio per un anno... investire in progetti meno appariscenti e che servano a qualcosa mi pare più sensato
Per quanto riguarda le metropoli, come dici tu è un discorso soggettivo, non dico di vivere in una città piccola, ma credo che posti come Firenze, o Bologna, Nizza all'estero, tanto per citarne una in cui sono stato, siano dei paradisi in confronto a Milano per esempio (che non so come faccia a piacerti tanto, io la trovo di una tristezza infinita ).
Servizi a non finire, tanti da poterti sbizzarrire quando vuoi, locali IN e non, negozi a volontade e metropoli raggiungibili per hard-shopping da malati di spese folli.
Ma anche un minimo di umanità, la campagna a due passi, il mare ad un'ora, meno di un'auto per metro quadro e un po' di relax quando serve.
Personalmente sono innamorato di Bologna, quindi non sono molto oggettivo, credo che le manchi solo il mare (che è una gran pecca ).
Passo
Sfamavi Rio per una anno ma non ottenevi nulla. Bisogna investire i soldi in attività che a loro volta producano ricchezza. Solo così si esce dalla povertà. L'assistenzialismo deve avere dei limiti.
Milano una tristezza? Ma perchè? Ho visto Bologna solo una volta, quest'estate. mi è piacita moltissimo, ma è solo una città, nulla ache vedere con metropoli che ho visitato quali appunto la città meneghina, Roma, Monaco, Berlino, Parigi, Bruxelles e Colonia.
Fra l'altro è impressionante il numero limitato di trasporti pubblici su "ferro" (tram, metropolitane, etc.) che hanno le nostre città rispetto a quelle tedesche. Decisamente siamo indietro nel trasporto pubblico rispetto agli altri paesi europei!
Sfamavi Rio per una anno ma non ottenevi nulla. Bisogna investire i soldi in attività che a loro volta producano ricchezza. Solo così si esce dalla povertà. L'assistenzialismo deve avere dei limiti.
Milano una tristezza? Ma perchè? Ho visto Bologna solo una volta, quest'estate. mi è piacita moltissimo, ma è solo una città, nulla ache vedere con metropoli che ho visitato quali appunto la città meneghina, Roma, Monaco, Berlino, Parigi, Bruxelles e Colonia.
Fra l'altro è impressionante il numero limitato di trasporti pubblici su "ferro" (tram, metropolitane, etc.) che hanno le nostre città rispetto a quelle tedesche. Decisamente siamo indietro nel trasporto pubblico rispetto agli altri paesi europei!
La mia frase intera diceva proprio quel che hai ripetuto tu. Se proprio si doveva buttarli via tutti quei soldi con una cosa stupida tanto valeva sfamare Rio per un anno. La prossima volta sarò più esplicito.
Per quanto riguarda la bellezza di una città Vaina lo hai detto nei post precedenti, è soggettivo. A me le metropoli non piacciono, mi soffocano, le sento troppo vaste per me. Una città che non posso fare a piedi da capo a coda in un giorno è un... cito:
"Tutta quella città...non se ne vedeva la fine.
La fine, per cortesia, si potrebbe vedere
la fine?
[...]
In quella sterminata città c'era tutto tranne
c'era tutto
Ma non c'era una fine."
Ecco, la mia sensazione è questa, rimando direttamente alla parte conclusiva di "Novecento" di Baricco se qualcuno vuol capire meglio
Ciauz
No no, avevo inteso giusto: forse ho risposto male io. Non credo sia stata un'idea stupida. Quel che volevo dire io, facendo una parafrasi, è che solo chi non lava i piatti non li rompe. Il tentativo di Brasilia mi sembra non solo più che giustificabile, ma anche un parziale successo. Poteva andare mille volte meglio, ma anche mille volte peggio. So è ootenuta una città di due milioni di abitanti priva di favela. Non è da poco come risultato. Se poi i problemi del Brasile sono enormi... beh è un altro discorso. Ma l'idea base era corretta. In fin dei conti fin dall'antichità si fondavano nuove città per risolvere i problemi sociali: pensa a quelle greche fondate nell'Italia meridionale, nate per risolvere i problemi di sovrappopolazione in patria. E che dire di quelle romane, necessarie invece per conservare gli interessi economici-strategici nel teritorio circostante? Il Medievo è pieno di Villefranche e Borghinuovi (Nueburg, Freiburg, etc.). La Francia meridionale è stata popolata dalle Bastides. L'antica capitale della Spagna, Burgos, è a sua volta un borgo nuovo. Quindi mi sembra che l'idea di Brasilia fosse, e in parte lo è stata, corretta. Ribadisco, sono i problemi della nazione ad essere troppo grossi per una soluzione così "semplice". Ma francamente non nè vedo altre. Meglio un palliativo che nessuna cura.
Sì, ma avevano un significato anche economico, erano avamposti militari, avevano un senso profondo dietro. Brasilia è una città artificiale laddove Taranto prima o poi sarebbe nata in maniera spontanea.
Ed è un investimento assolutamente insoddisfacente perchè spendendo miliardi di dollari non si è riusciti a muovere il becco di un quattrino in più di ciò che si è pagato di tasca propria.
Poteva venire mille volte peggio certo, ma c'è sempre di peggio, il fatto è che un'investimento del genere non può essere sbagliato, o fatto con leggerezza, soprattutto quando si sfrutta una parte così importante delle proprie risorse. E', economicamente, un suicidio.
Sarebbe stato molto meglio risolvere UNO solo dei MILLE problemi del Brasile in maniera corretta, tanto per cominciare a sfoltire il numero delle cose da fare.
Ciauz