In teoria ci son le città metropolitane ma è un ente ancora confuso...
Le città Metropolitane secondo me non sono ben pensate perché, tagliate come sono sulle vecchie province, mettono insieme la città, i comuni della prima cintura (giustamente) che di fatto sono estensioni della città stessa e poi i comuni di seconda e terza cintura e via via più lontani che hanno problemi (e numero di abitanti!) radicalmente diversi.
Con un clima politico più disteso (che richiede forze politiche più competenti da entrambe le parti) si avvierebbe una riforma generale degli enti locali che affronti il problema in modo organico, ma al momento è pura fantascienza.
Gli enti locali a livello di comunità montana o unione collinare sono o potrebbero essere estremamente importanti per il territorio a seconda di come sono gestiti (e pensati). Possono essere un buon motore di gestione del territorio oppure l'ennesimo ente in più.
Nella mia regione sono state abolite le Comunità montane alcuni anni fa, sull'onda della lotta agli enti inutili.
Oggi ci sono le unioni di comuni montani (si abolisce un ente o il suo "nome", ma alla fine non si può "abolire" la funzione logica che quell'ente aveva, se ce l'aveva) solo che è stata data facoltà ai comuni di decidere con chi "unirsi" e i risultati sono stati imbarazzanti, con faide tra diverse amministrazioni e Unioni che un giorno nascono e il giorno dopo si dividono.
Invece, ad esempio e per quel che mi ricordo (ci ho avuto a che fare una sola volta per lavoro, mi correggano i lombardi!), in Lombardia le Comunità Montane ci sono ancora e funzionano bene, poiché gli sono assegnate tutta una serie di funzioni e competenze che da noi non avevano.
Comunque sono d'accordo con @Il Lord: perché qualcuno metta mano a una riforma seria di questi enti evitando di fare danni o di fare "toppe peggiori del buco" ci va
21 minutes fa, Il Lord dice:un clima politico più disteso
e gente in grado di pensare bene, nel lungo periodo e senza credere di avere la verità in tasca (e non mi riferisco solo a qualcuno).
la questione numero di enti deve essere fatta insieme. cioè deve essere un unica grande riforma anche perché l'obiettivo oltre all'autonomia sarebbe di rendere tutti i vari enti efficienti, sfruttando le risorse che ci sono senza sprechi e in teoria dovrebbe essere più semplice gestendo un territorio e un numero di abitanti minore, e soprattutto meno variegato per esigenze di territorio ecc..non si possono adottare le stesse politiche per lombardia e molise x dire.
x me è fondamentale perciò fissare dei paletti, degli standard numerici. comuni possono esistere se hanno tot abitanti o tot area altrimenti vanno accorpati. cancellare enti inutili o cmq almeno non creare sovracompetenze tra gli stessi. fare in modo che il privato/azienda ecc che deve fare una pratica per permessi vari non debba passare da vari enti ognuno con suo esigenze tempi ecc...fissare numero dipendenti e dirigenti in base a numero abitanti...normare il funzionamento del pubblico.
questo sarebbe di aiuto anche alla lotta alla corruzione che dipende almeno del 50% dall'eccessiva burocrazia e anche dall'eccessivo "potere" del pubblico rispetto al privato.
certo che adesso non vedo persone di spessore ne al governo ne anche nelle opposizioni. poi io nn capirò mai la politica. al di là di che vince o chi perde l'obiettivo dovrebbe essere lo stesso, il bene del paese. invece purtroppo viviamo in una campagna elettorale che dura da 20 anni e più.
Sì, tra Comuni, Province, Regioni ordinarie o a statuto speciale, Città Metropolitane, Unioni di Comuni e Comunità Montane ci andrebbe una bella riforma generale e che coinvolgesse tutte le parti politiche e non solo chi è in quel momento al governo. Un'utopia insomma.
Riguardo alle Città Metropolitane, il mio Comune si è unito a quella di Torino... peccato che siamo distanti 30km dalla terza cintura. Il risultato è che in termini di voti non contiamo nulla in confronto ai grandi comuni (abbiamo 2000 abitanti... per fortuna si sta lavorando a un'unione di Comuni) e i fondi si concentrano tutti sull'area metropolitana. Noi che siamo in campagna non otteniamo mai niente e non solo dalla Città Metropolitana. Per esigenze di spesa, la Regione anni fa ha tagliato la linea ferroviaria che da Asti portava a Chivasso e poi da lì a Torino. Moltissima gente delle nostre parti prendeva il treno, studenti, lavoratori, pensionati... E soprattutto ci collegava alla città. È importato qualcosa a nessuno? Avranno pensato che rispetto ai voti che garantivano i nostri paesini tagliare radicalmente i costo su una linea ferroviaria marginale sia stata una mossa geniale. Tutta questa storia per ricollegarmi alle autonomie differenziate. Esse risolveranno questi problemi, che non sono dati né dalla burocrazia, né da Roma ladrona, né dalla mancanza di fondi (perché qui in Piemonte ci sono) ma da pura e semplice volontà politica?
Quindi come sono state concepite le autonomie differenziate non mi piacciono, ma per questo non credo che mettano a rischio l'unità del Paese. Saranno semplicemente una nuova stratificazione dell'amministrazione locale, un pezzo propagandistico gettato nel caos del governo locale e regionale.
Preferirei una vera riforma radicale e completa che attuasse finalmente il federalismo, che è ciò che più serve all'Italia in quanto può incidere positivamente (ma anche negativamente se non gestito bene) sui problemi profondi del nostro Paese. Un federalismo, però, non totale: a mio parere, per esempio, sanità, istruzione e ambiente dovrebbero rimanere di competenza statale per garantire a tutti gli stessi standard. Ci vorrebbe un federalismo che mettesse ordine nelle varie competenze e che sburocratizzi un po' il nostro barocco apparato statale, facendo attenzione però a non creare 20 legislazioni completamente diverse da regione a regione.
Inoltre, c'è da considerare la mentalità. Ha ragione chi prima di me riferiva che a Bolzano tutto è favorito dalla mentalità tedesca. Ogni popolo (e in Italia ce ne sono parecchi e diversi) ha la sua forma mentis data da storia, cultura, società e mille altri fattori, che incide profondamente sulla gestione e sul governo del territorio. Alcuni miei compagni di università arrivano dalla Calabria e dalla Sicilia. Sono venuti qui al Nord non solo per studiare ma per vivere tutta la vita. Non hanno la benché minima intenzione di tornare al Sud. La cosa che mi ha più colpito dei loro discorsi è questa: sia al Nord che al Sud ci sono mafia e corruzione; la differenza è che al Sud una volta "mangiato tutto il mangiabile" non si fa più nulla, al Nord si "mangia" ma alla fine si fa quello che si deve fare. Ovviamente il Sud non è quella "terra di terroni" che un certo politico che ora si spaccia per leader nazionale descriveva nemmeno 10 anni fa. Lo dimostrano i miei amici che di voglia di fare ne hanno eccome. Il problema è che la situazione attuale del Meridione fa scappare via da lì le forze migliori, prosciugando il Sud a favore del Nord. Prima di fare qualsiasi riforma federale o spacciata per tale, per me si dovrebbe cercare di spezzare questo meccanismo e questa mentalità per tentare di colmare l'abisso tra Nord e Sud. Almeno cercare di garantire i diritti minimi di salute, istruzione, trasporti, lavoro, qualità dell'ambiente e della vita che ora sembrano privilegi dei settentrionali e che in realtà dovrebbero essere comuni a tutti i cittadini italiani.