Visto che su questo forum siamo un coacervo di appassionati di fantasy e di fantascienza, e visto che in questi due generi non mancano razze inventate di ogni genere... parliamone.
Quali sono le razze non-umane (magari anche umanoidi o derivative dagli umani, ma in ogni caso sganciate dall'umanità propriamente detta) che vi sono piaciute di più e per quale ragione?
Quali avete trovato meglio tratteggiate, meglio approfondite, di quali magari avreste voluto addirittura far parte?
E quali invece, per ragioni letterarie oppure di simpatie, avete apprezzato di meno?
In accordo con i moderatori di sezione, si è deciso di considerare liberi gli spoiler di ambientazione, e di segnalare invece eventuali spoiler che fanno riferimento diretto o indiretto alle storie raccontate nei libri.
Sarà perché sono reduce dalla lettura di Malazan, ma mi sento di indicare come mia razza al momento preferita una tratta dalla sua opera, ovvero gli Jaghut. Si tratta di umanoidi zannuti e verdastri, strettamente legati al ghiaccio.
Ciò che trovo veramente interessante
SPOILER GENERALE SAGA DI MALAZAN
è la struttura sociale, che fatte salve sporadiche eccezioni, vede gli Jaghut arrivare ad un formale rifiuto della società aggregata in comunità connesse tra loro, per prediligere una vita solitaria o al più strutturata in microscopici clan familiari.
Qualcosa di simile agli Spaziali di Asimov, se vogliamo, ma Erikson indugia in modo significativo sulle implicazioni, storiche e sociologiche, di una simile scelta, cogliendo secondo me un punto di vista estremamente vivido, plausibile e interessante su un'ipotesi di civiltà completamente diversa da qualsiasi esperienza umana.
Una massima della scrittura dovrebbe essere "scrivi ciò di cui conosci", ma qui credo che Erikson sia riuscito a rendere in modo intelligente e plausibile una civiltà che va completamente al di fuori di ogni schema umano.
Io insisto a fare pubblicità ai libri della Cherryh https://en.wikipedia.org/wiki/C._J._Cherryh, il cui punto di forza sono sempre stati i risvolti appunto antropologici - è un'autrice bravissima a tratteggiare mondi alieni, specie aliene e soprattutto culture aliene - che non è la stessa cosa, anche se le trame filano benissimo anche loro. E' anche la più brava imho a inventarsi lingue coerenti, dopo Tolkien, e giustamente visto che cultura e linguaggio sono legati a doppio filo e i 'lost in translation' sono parte importante delle sue trame.
Ora, non ci lasciamo ingannare dalla sua fissazione per l'aspetto felino; è vero che quasi tutte le sue razze aliene sono donnegatto di qualche tipo, ma le differenze più grandi sono sul comportamento. In ogni filone si diverte a cambiare UNA cosa, o a toglierla o ad aggiungerla, ai normalissimi umani di tutti i giorni - magari partendo da una cultura terrestre, spesso quella giapponese e poi ci gioca fino in fondo.
La specie su cui non avrei scommesso (letterariamente) sono gli hani , a cui ha tolto, nientemeno, i sentimenti. E per tutto il libro l'osservatore umano (e il lettore) si chiede 'ma come accidenti fa a reggersi in piedi una cultura addirittura interplanetaria senza sentimenti?? Come non si è estinta a guerre nucleari?
Ma l'esperimento è riuscito bene.
Discussione molto interessante, ma ahimè ahimè come disse Legolas non ci sono razze non umane che mi abbiano colpito particolarmente, se non forse gli hobbit.
A modo loro sono particolari perché fisicamente non sono nani, pur essendo di dimensioni ridotte, e si discostano dai tratti solitamente affibbiati ai nani. Vivono sotto terra ma in case spaziose, luminose e ariose. Sono molto civili e forse perfino borghesi (certo dipende dalla provenienza). Tendenzialmente non incontrano i miei gusti portati più all'epica e all'azione, ma nella loro filosofia sono a modo loro simpatici. Anche perché come ricorda Tolkien non sono dei scansafatiche e codardi, ma operosi e coraggiosi quando la situazione lo richiede. Si segnala infine la grande passione per cibo e cucina.
Come razza insomma, anche se non si tratta di niente altro che della trasposizione dell'uomo medio, li trovo un unicum nella letteratura fantasy.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Diciamo che se citi Erikson ti piace vincere facile
Non avrò letto tantissimo Fantasy, ma tra quel che ho letto la varietà e l'originalità delle razze di Erikson non ha paragoni.
Io per esempio nell'ultimo libro che ho letto sono rimasto colpito dagli K'Chain Che'malle (e un po' anche dai Forkrul Assail, anche se per ora li ho capiti meno)
Si, diciamo che gli autori con la laurea in antropologia e/o archeologia si fanno riconoscere XD
Un'altra serie di razze che mi è piaciuta molto è la rivisitazione in chiave più moderna e scientifica che Anita Schmidt-Pabst (wolfanita) ha fatto delle 'solite' razze di nani-elfi-fate. Ora che ci penso mi pare che anche lei studi mitologia tedesca e archeologia ^^'.
Per 'moderna' intendo in senso morale: non è detto che un elfo sia buono e perfetto e che un gargoyle sia cattivo a prescindere (questa è una tendenza del fantasy più moderno che imho deriva dalla raggiunta maturità dei GDR...ma ha perfettamente senso).
'Scientifica' nel senso che se infili nel tuo mondo un elemento di diversità, anche solo uno, poi lo devi seguire fino alle estreme conseguenze per tutta la trama e non puoi cambiarlo o dimenticartene per scrivere quello che ti pare.
Anche a wolfanita quel che è venuto molto 'bene' è l'approfondimento dei pochi tratti che i personaggi semi-umani dei suoi libri (che sono, detto brutalmente, fanfic per ragazzine teenager ma ironici, dalla trama coerente e ben scritti) hanno in comune, o in opposizione, con i personaggi umani; anche se per il tipo di libri ancora non si è vista una descrizione su larga scala ma solo rimandi puntuali nelle vite dei singoli personaggi.
So per sicuro che questa dinamica uguale-diverso e inerenti problemi di comunicazione a me personalmente attira sempre - sicuramente è la cosa che preferisco di Star Trek, che in questo topic non può non saltar fuori - ma comincio a chiedermi se non sia proprio un elemento necessario a delineare una razza aliena realistica ma interessante.
La butto lì, non ho mai resistito alla simpatia dei kender !
Si tratta di creature che vivono nel mondo delle Cronache di Dragonlance degli scrittori Margare Weis / Tracy Hickman
copio da wikipedia :
I kender sono piccole creature che popolano tutto Krynn, con sommo dispiacere di tutte le altre razze. Alti poco più di un metro, i kender sono gli eterni bambini di Ansalon: curiosi, innocenti e sempre allegri.
La ragione per cui le altre razze non approvano l'esistenza dei kender è legata principalmente alla loro scarsa considerazione della proprietà altrui. I kender hanno infatti un concetto molto elastico di "proprietà" e, sebbene non sopportino di essere chiamati ladri, semplicemente non riescono a tenere le mani lontane dagli averi altrui, che finiscono immancabilmente nelle molte borse che essi portano a tracolla.
Per i kender, tutto il mondo non è altro che una grande avventura. Completamente privi di senso del pericolo o della prudenza, essi sarebbero pronti a gettarsi tra le fauci di un drago senza neanche un brivido: si ritiene infatti che la loro alta capacità procreativa sia il solo motivo per cui essi non si siano ancora estinti. I kender sono capaci di passare in qualunque buco ("Dove passa un topo, passano due kender") e di scassinare qualunque serratura; sulle strade di Krynn, dove ogni kender si ritrova dopo una certa età a causa della sua "mania di girovagare", non si separano mai dal loro hoopak, secondo il detto "Sulle strade nuove ci vuole un hoopak" (sempre seguito da "Non esistono strade vecchie").
A sentir loro, tutti i kender discendono, più o meno alla lontana, dal fantomatico zio Trapspringer: di egli si narra che abbia fatto cose strabilianti, e tutti i kender conoscono fiumi di storie su questo loro mitico antenato. Tuttavia, vista la spiccata tendenza dei kender a raccontare menzogne gigantesche, non è facile trovare fra le altre razze qualcun altro che ritenga queste storie attendibili.
Incapaci di rimanere seri per lungo tempo, i kender reagiscono con rabbia per un solo motivo, cioè in caso qualcuno minacci di portargli via tutti i loro tesori. È infatti proprio con questa motivazione che Kronin Thistleknot, unico eroe kender della Guerra delle Lance, riesce a convincere il suo popolo a sollevarsi per scacciare via i padroni dei draghi dalle loro terre. Il vero eroe della saga di Dragonlance è comunque il piccolo Tasslehoff Burrfoot, la cui tomba diverrà un luogo di ferventissimo pellegrinaggio e le cui gesta verranno cantate da qualunque kender su Krynn (rivedute e corrette, naturalmente).