Ieri il mondo è stato scosso dalla notizia di un nuovo attentato. Questa volta a finire nel bersaglio è stata la Russia.
La prima considerazione che mi viene da fare è che, a mia sensazione, gli attacchi siano (forse) più frequenti ma meno organizzati verticalmente. Che ne pensate? Notate anche voi un cambiamento in tal senso?
Una seconda riflessione riguarda quella che potrebbe essere ora la reazione del governo russo, considerata anche la posizione tenuta finora. Cosa vi aspettate?
Riguardo la prima considerazione mi trovi abbastanza d'accordo. Da un punto di vista "macro" sicuramente la cosa è da considerarsi positiva, perché denota un certo affanno delle strutture organizzate che si servono del terrorismo per raggiungere i propri scopi. Da un punto di vista "micro" invece la piega è preoccupante, perché la mancanza di un'organizzazione rende sicuramente più difficile intercettare e prevenire simili eventi; anche a posteriori catturare un lupo solitario ha poco valore, perché non è sicuramente in grado di condurti ad un qualche pesce più grosso.
Quanto alle reazioni del governo russo, mi riservo di attendere maggiori informazioni - se ci saranno - riguardo le motivazioni dell'attentato.
C'è anche da considerare che, mentre prima, di solito gli attentatori finivano uccisi dalla loro stessa "macchina della morte" (trattasi si kamikaze o martiri), ora invece si tende ad avere una certa presenza di attentati che non hanno stampo di tipo suicida.
Non si è ancora ben capito (oppure sono io a non esserne a conoscenza) che tipo di matrice avesse l'attentato di San Pietroburgo, ma pare proprio che l'attentatore non avesse alcuna intenzione di morire nell'agguato; infatti ha sistemato la bomba nel vagone del treno e si è allontanato dalla stazione.
Anche questo denota un cambiamento nella metodologia, secondo me piuttosto importante, perché significa che questi individui, se non vengono catturati, potranno eventualmente colpire ancora in futuro.
Sulla possibile reazione del Governo Russo non mi esprimo perché non ho le basi per farlo; poi ultimamente nel web vagano dicerie di ogni genere, non credo si possano fare previsioni in merito finché non sarà qualche esponente russo a dare un comunicato ufficiale.
Il terrorismo islamico in russia e repubbliche contigue è ben conosciuto ed è stato fermato con il pugno di ferro da putin. Da queste regioni islamiche potrebbe essere arrivato l' esplosivo ma siamo ancora agli inizi delle indagini. La reazione di putin sarà la stessa tenuta fino a questo momento: lotta senza quartiere ai terroristi islamici e blocco delle attività di ong estere nello scacchiere russo. L' alleanza con assad continua e una volta sconfitto l' isis si troverà per lui un buon esilio. Un' effettiva svolta ci sarà quando s' incontreranno putin e trump.
Più che sull'attentato in sè, se mi permettete vorrei fare un'osservazione su come ha reagito il mondo, e in particolar modo l'Occidente a quest'attacco. Ossia, in maniera vergognosa, per quanto prevedibile.
Niente monumenti nazionali illuminati coi colori della bandiera russa (ve la ricordate la Porta di Brandeburgo a Berlino colorata con la bandiera francese e britannica, per citarne due, dopo i vergognosi attentati a Parigi e Londra?), nessun hastag, visto che ormai l'universo mondo passa per i social, nessun #jesuis..., nessun "Siamo tutti pietroburghesi"...
Ovviamente c'è stato il cordoglio dai principali leader mondiali, ci mancherebbe altro, ma la sensazione è che i morti rimasti a terra a San Pietroburgo siano meno morti, meno innocenti, meno "poveri Cristi" che semplicemente si trovavano lì rispetto a chi ha fatto la stessa fine infame a Parigi, Bruxelles, Londra, Orlando e via discorrendo.
E se i cosiddetti complottisti si azzardavano a mettere in dubbio la veridicità delle informazioni e delle ricostruzioni "ufficiali" circa gli attentati in Occidente, venendo qualificati come volgari sciacalli, se non come degli autentici falliti, nel caso di San Pietroburgo il complottismo viene quasi applaudito dai media ufficiali, come il buon Fatto Quotidiano, che in un'articolo firmato da Leonardo Coen arriva senza problemi ad ipotizzare un coinvolgimenti diretto di Putin negli attacchi, paventando l'ipotesi del ricorso da parte del Cremlino a quella strategia della tensione che noi in Italia ben conosciamo, e ancora Gian Paolo Caselli, sempre sul FQ, teorizza come questi attentati siano il solo modo per il fragile (?) establishment russo di perpetrare il proprio potere con un controllo sempre più feroce sulla società russa.
Due pesi, anzi, due mondi, due misure.
La posizione del FQ mi sembra decisamente curiosa e almeno per quanto mi riguarda inaspettata, non è che hai i link degli articoli che hai citato?
Sul sito non sono presenti, almeno non li ho visti, sul sito ce ne sono un paio ma possono essere letti solo dagli abbonati al quotidiano... Se non paghi, non leggi.
A me non stupisce la poca attenzione dei media e dei social-pecoroni riguardo l' attentato di San Pietroburgo. Sono anni ormai che la NATO provoca costantemente la Russia (wargame sul confine, pesanti ingerenze nelle nazioni satellite russe, guerra in Ucraina). Si sta tentando di forzare la mano a Putin per far scoppiare una bella guerra, quindi a noi occidentali non è permesso considerare i morti russi come i morti di altri attentati, perché loro sono i nemici, quelli che se le cercano, che bombardano gli ospedali (vero America?) ecc ecc... Insomma non si familiarizza con il tuo futuro nemico
A me non smebra così strano, dopotutto la Russia sta lontana da noi...anche l'attentato di Londra e passato in secondo piano dopo un po....
Un attentato in Francia colpisce di più. Sai quanti attentati fannoa Kabul ben più gravi e sanguinosi ?
Per non parlare di quello dell'altro giorno in Siria in cui sono morti dei bambin...
La gente e fatta così. Non enfatizza con l'altro. Un italiano sente più vicino a se un francese piuttosto che un russo.
Più che sull'attentato in sè, se mi permettete vorrei fare un'osservazione su come ha reagito il mondo, e in particolar modo l'Occidente a quest'attacco. Ossia, in maniera vergognosa, per quanto prevedibile.
Niente monumenti nazionali illuminati coi colori della bandiera russa (ve la ricordate la Porta di Brandeburgo a Berlino colorata con la bandiera francese e britannica, per citarne due, dopo i vergognosi attentati a Parigi e Londra?), nessun hastag, visto che ormai l'universo mondo passa per i social, nessun #jesuis..., nessun "Siamo tutti pietroburghesi"...
Ovviamente c'è stato il cordoglio dai principali leader mondiali, ci mancherebbe altro, ma la sensazione è che i morti rimasti a terra a San Pietroburgo siano meno morti, meno innocenti, meno "poveri Cristi" che semplicemente si trovavano lì rispetto a chi ha fatto la stessa fine infame a Parigi, Bruxelles, Londra, Orlando e via discorrendo.
E se i cosiddetti complottisti si azzardavano a mettere in dubbio la veridicità delle informazioni e delle ricostruzioni "ufficiali" circa gli attentati in Occidente, venendo qualificati come volgari sciacalli, se non come degli autentici falliti, nel caso di San Pietroburgo il complottismo viene quasi applaudito dai media ufficiali, come il buon Fatto Quotidiano, che in un'articolo firmato da Leonardo Coen arriva senza problemi ad ipotizzare un coinvolgimenti diretto di Putin negli attacchi, paventando l'ipotesi del ricorso da parte del Cremlino a quella strategia della tensione che noi in Italia ben conosciamo, e ancora Gian Paolo Caselli, sempre sul FQ, teorizza come questi attentati siano il solo modo per il fragile (?) establishment russo di perpetrare il proprio potere con un controllo sempre più feroce sulla società russa.
Due pesi, anzi, due mondi, due misure.
Non parlo più di politica estera o interna su questo forum lo sanno quasi tutti oramai, ma mi permetto solo di fare i complimenti a Menevyn per quanto scritto.
Gil Galad - Stella di radianza
Ma guardate si può fare pure lo stesso discorso della Siria due giorni fa, anzi li è starò anche più grave.
Eppure non è che la gente abbia pianto eh, anzi certe pagine Facebook hanno pure difeso Assad che combatte contro i radicali..
Nel caso della Siria bisogna andarci piano perché occorre valutare le responsabilità. Comunque a naso escluderei Assad: che vantaggio ne trae?
Per quanto riguarda l'attentato, anch'io sono rimasto sconcertato dalla poca attenzione rivolta ad esso, e sicuramente il sentimento antirusso pompato dalla politica e dai media non aiuta. Tuttavia bisogna anche considerare che luoghi come Parigi e Londra sono più familiari all'occidentale medio, essendo tappa di vacanze, Erasmus ecc., ed è chiaro che attentati in posti del genere hanno necessariamente più risonanza. Nel caso di Parigi poi va considerato che le vittime sono state molte di più e colpite in posti più eclatanti (teatro, ristorante ecc.). Un attentato in metro invece è diventato quasi "normale".
Insomma, per la poca risonanza mediatica do solo parzialmente la colpa alla "cattiveria" dei media, che comunque è ben presente
Quante balle!
David Parenzo, La Zanzara del 19.09.2024
L'egoismo è un diritto, lo vogliamo dire o no? L'egoismo è il motore del mondo. Senza l'egoismo, quello che si manifesta nella cura per la propria famiglia, o dei propri interessi, quello che ogni giorno pratichiamo, non esisterebbero nemmeno sviluppo e progresso. È necessario sempre diffidare dei buoni samaritani, quelli che affermano di agire esclusivamente per il bene comune. Sono spesso degli impostori.
Giuseppe Cruciani, Via Crux
So di essere di media statura, ma... non vedo giganti intorno a me.
Giulio Andreotti interpretato da Toni Servillo, Il divo di Paolo Sorrentino
- Lei quindi crede? - le domanda la giornalista.
La moglie del premier scuote il capo. - Spero. È un po' diverso. Non penso sia proprio uguale.
- Non lo so, - fa la Reitner, poi aggiunge tra sé: - Nemmeno io sono una grande esperta.
Niccolò Ammaniti, La vita intima
Far away and far away
Flows the river of pure Day;
Cold and sweet the river runs
Through a thousand, thousand suns.
Fredegond Shove, The River of Life
A parte la cronica tendenza di qualcuno a buttare sempre dentro la NATO, l'Occidente, gli USA, etc... ma io devo necessariamente emozionarmi/coinvolgermi allo stesso modo per tutte le tragedie che avvengono nel mondo? Se ci fosse un attentato nel centro di Roma mi dovrei sentire in colpa perchè provo più dolore per i romani piuttosto che per i pakistani/russi/bengalesi/giappocinesi di turno? Alla fine ognuno sarà pur libero di onorare/glorificare chi gli pare oppure bisogna stare sempre a fare la par-condicio dei morti?
Se si vuol santificare Dio Vladimir si trovino altri argomenti.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Io non volevo santificare nessuno, Putin è un dittatore e lo sanno anche i sassi, ho solo sottolineato la recente strategia occidentale nei confronti dei russi (andando o.t.) non ho messo sotto accusa nessuno per il fatto di non perdere il sonno per questi morti, la mia era una critica ai media italiani che hanno riempito TG e dirette per una settimana per un' uomo che ha rubato un' auto e investito della gente e che invece hanno fatto passare quasi in sordina il fatto che un' uomo sia esploso sotto la metropolitana, fatti entrambi gravissimi, entrambi meritavano un' approfondimento. Tutto qua.A parte la cronica tendenza di qualcuno a buttare sempre dentro la NATO, l'Occidente, gli USA, etc... ma io devo necessariamente emozionarmi/coinvolgermi allo stesso modo per tutte le tragedie che avvengono nel mondo? Se ci fosse un attentato nel centro di Roma mi dovrei sentire in colpa perchè provo più dolore per i romani piuttosto che per i pakistani/russi/bengalesi/giappocinesi di turno? Alla fine ognuno sarà pur libero di onorare/glorificare chi gli pare oppure bisogna stare sempre a fare la par-condicio dei morti?
Se si vuol santificare Dio Vladimir si trovino altri argomenti.
A parte la cronica tendenza di qualcuno a buttare sempre dentro la NATO, l'Occidente, gli USA, etc... ma io devo necessariamente emozionarmi/coinvolgermi allo stesso modo per tutte le tragedie che avvengono nel mondo? Se ci fosse un attentato nel centro di Roma mi dovrei sentire in colpa perchè provo più dolore per i romani piuttosto che per i pakistani/russi/bengalesi/giappocinesi di turno? Alla fine ognuno sarà pur libero di onorare/glorificare chi gli pare oppure bisogna stare sempre a fare la par-condicio dei morti?
Se si vuol santificare Dio Vladimir si trovino altri argomenti.
In parte sono d'accordo.
Ma la mia riflessione partiva da basi diverse.
La cosiddetta società civile che si è indignata e ha versato lacrime per le vittime degli attentati in Europa Occidentale e in USA (il mondo "buono", giusto?) non sembra essersi granchè afflitta per i morti a San Pietroburgo. I media per primi hanno usato l'attentato per dare addosso a Putin, e buona parte dell'opinione pubblica si è adeguata di conseguenza.
Il mio non è un processo "ai sentimenti", figuriamoci, ma mi ha fatto impressione constatare con quale facilità ormai la maggior parte dell'opinione pubblica si scandalizzi a "comando". Putin è nella migliore delle ipotesi un dittatore, la Clinton lo ha definito peggiore di Hitler, e tutti a far di sì con la testa, a dire che è vero, che è pericoloso e guerrafondaio. Mica come Obama, invece, Premio Nobel per la Pace, attento alle tematiche ambientali e dei diritti civili, un faro per la democrazia e per lo stato di diritto.
Un faro di civiltà che in otto anni di reggenza ha bombardato 7 Paesi stranieri, decuplicato l'utilizzo di droni per bombardamenti aerei, con un'esponenziale aumento di vittime, specialmente tra i civili, devastato Libia e la Siria, oltre che allo Yemen, dove ha allegramente appoggiato l'intervento dell'Arabia Saudita, allargato la macchina bellica americana come nessun'altro prima di lui, se all'inizio del suo primo mandato le forze speciali USA agivano in 60 Paesi, allo scadere del secondo agivano in ben 138 (che è il 70% dei Paesi esistenti) e dato sostegno ad organizzazioni come l'ISIS, che ormai viene denunciato e sbugiardato perfino da membri del Congresso, senza però che la cosa trovi molto spazio sui media più rilevanti.
Nel suo ultimo discorso alla nazione, Il Nobel alla Pace ha sottolineato che "L’America è la più forte nazione sulla Terra. Spendiamo per il militare più di quanto spendono le successive otto nazioni combinate. Le nostre truppe costituiscono la migliore forza combattente nella storia del mondo". Perbacco, se si eliminano i riferimenti all'America, uno potrebbe confonderla con una dichiarazione di Gandhi o del Dalai Lama!
Obama però è un santo e se lo si critica, diventa anche un martire. Putin, che a differenza di molti leader occidentali non si è ancora sentito parlare di esportare la democrazia il modello russo all'estero, ormai è diventato un cattivo da fumetto. E la "sua" Russia l'Impero del Male di reaganiana memoria. Che non merita, ci dicono, fiducia o amicizia, e perciò neanche solidarietà.
Se qualcuno pensa che questa linea porterà a un qualche risultato positivo per chicchessia, beh, buon pro gli faccia.