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La Mitologia
C di Clitennestra
creato il 18 gennaio 2017

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Clitennestra
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Clitennestra
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Inviato il 18 gennaio 2017 17:19 Autore

I Miti chi sono e qual è la storia dei più importanti eroi della mitologia?

Io conosco un po’, non tanto, i Miti greci e con questa discussione mi piacerebbe andare alla scoperta dei nostri eroi mitologici.

Molti modi di dire che sono spesso usati nella nostra lingua moderna derivano dai miti greci. Quante volte a una donna non particolarmente simpatica abbiamo detto; è un’arpia? Quando troviamo difronte a noi un guardiano arcigno e inflessibile, lo definiamo un Cerbero, un mastino adibito a sorvegliare l’accesso all’Ade, che nessuno mai riuscì a domarlo tranne Ercole (Eracle) e Orfeo. Ercole combatte contro Cerbero nella sua ultima e più dura fatica, la dodicesima, ed ecco che nasce l’espressione di aver fatto le fatiche di Ercole per raggiungere uno scopo. Orfeo con la sua musica che prima incantò Caronte e poi Cerbero, e una volta che è entrato nell’Ade trova Tantalo con il suo supplizio di Tantalo, altro modo di dire.

Come potete vedere gli argomenti sono moltissimi e potrei andare avanti quasi all’infinito ma mi fermo, perché desidero che ci sia anche la vostra partecipazione. Sicuramente avrete qualche eroe mitologico preferito nel cassetto. Tiratelo fuori interagite in questa discussione, e così lo possiamo esaminare con attenzione con eventuali correlazioni ad altre mitologie. Io non le conosco. Le uniche cose che so è che a Odino manca un occhio ed è lo Zeus della mitologia nordica. Che Thor è figlio di Odino, possiede una cintura magica ed è armato di un micidiale martello. Questo è tutto. Un po’ poco direi, anzi niente, ma sicuramente qualcuno di voi è più informato su questi Miti e ciò può aiutarci ad ampliare la nostra conoscenza.

Chiedo semplicemente, per una migliore comprensibilità, di trattare un personaggio alla volta, e quando gli argomenti sono correlati tra di loro, trattiamo il nuovo personaggio venuto in evidenza in un nuovo post successivo, che dedicheremo esclusivamente a lui, e così via per tutti gli altri che salteranno fuori, e saranno tanti, ci sarà tutto il tempo per poterci stufare.

Qualora l’argomento fosse molto lungo per non appesantire troppo la lettura del post possiamo dividerlo in più parti specificando che l’argomento continua.

Che ne dite vogliamo provare? Partiamo?

Apro le danze.

Il primo personaggio che ho scelto non è il più importante di tutti, ma più semplicemente perché è il mio nickname.

 

Il Mito di Clitennestra. Da vittima a carnefice

Clitennestra è passata alla storia, grazie alle descrizioni di Omero (Odissea), di Eschilo (Orestea), di Euripide (Ifigenia in Aulide), tutte figure maschili, come il prototipo della donna infame, il mostro che ha commesso l’orrendo delitto di uccidere lo sposo appena tornato dalla guerra.

La donna che dà libero sfogo alle proprie passioni, incurante di qualsiasi principio morale. Un modello di donna opposto a quello di Penelope, sposa di Ulisse, che aspetta il ritorno del marito mantenendosi a lui fedele. Queste letture, tutte al maschile, tracciano pienamente il profilo di questa “inquietante” figura della mitologia greca?

 

Il Mito

Clitennestra (Clitemnestra) era figlia di Leda e Tindaro (Tindareo), re di Sparta. Leda nella stessa notte aveva giaciuto con Zeus e il marito. Da questo duplice atto d’amore aveva dato alla luce due uova: da uno erano nate Elena e Clitennestra, dall'altro i Dioscuri, Castore e Polluce (Polideuce).

Il destino di Clitennestra era segnato fin dalla nascita da una maledizione di Afrodite che l’aveva condannata, assieme alla sorella Elena, a essere adultera, per punire la trascuratezza del loro padre, Tindaro. La giovane Clitennestra fu data in sposa al re di Pisa (città del Peloponneso), Tantalo, e da lui ebbe anche un bambino.

A questo punto le vicende umane di Clitennestra e Agamennone s’incrociano. Agamennone, re di Micene, mosse guerra a Pisa: la conquistò e uccise Tantalo, ma la sua ira non si fermò qui, prese il bambino che Clitennestra stringeva al seno, e lo scagliò contro una roccia, uccidendolo. Poi stuprò Clitennestra, che fu vittima di due delle più turpi violenze, e infine costretta a divenire moglie dell'assassino di suo marito e di suo figlio.

Dopo tale misfatto, Castore e Polluce fratelli di Clitennestra marciarono contro Agamennone per vendicare l'oltraggio subito dalla sorella. Però Tindaro stesso intervenne e perdonò Agamennone legittimando, di fatto, i suoi crimini. Da Agamennone ebbe quattro figli: Ifigenia, (in greco significa “nata da violenza”) che fu la sua sola consolazione, Crisotemi, Elettra e Oreste. Ora la vicenda non finisce qui, si complica ulteriormente, ma per non allungare troppo il brodo per il momento mi fermo.

Continuerò nel prossimo post.

 

Attendo con piacere i vostri commenti.


La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore ma dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata.   (William Shakespeare).

 

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GIL GALAD
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GIL GALAD
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Inviato il 18 gennaio 2017 18:58

Meravigliosa questa discussione, mi complimento davvero con Miss Barriera Clitennestra che l'ha aperta. Era ora di rompere con la "solita" monotonia di topic più o meno sempre dedicati ad argomenti dell'attualità che troppo spesso sono tristi e concentrati su aspetti della nostra Italia decadente. Un raggio di luce ci voleva.

 

Personalmente sono affascinato dai miti greci classici pur amando maggiormente da Tolkieniano i miti nordici che furono il retroterra leggendario dei capolavori del grande professore. Tuttavia i punti e le corrispondenze tra le due mitologie sono numerose già a partire dalla Creazione del Mondo.

L'opera certamente più importante per lo studio dei Miti Nordici, anche se di difficile lettura per chi si avvicina a tali miti da neofita, è l'Edda di Snorri Sturluson poeta e storico islandese:

 

Edda.jpg

 

 

 

 

essa si distingue in due versioni: Edda poetica o Edda Maggiore, raccolta anonima di racconti risalenti, probabilmente, al 4-5° secolo, ma compilata solo nella seconda metà del XIII secolo; Edda in prosa, fondamentale per la conoscenza del patrimonio mitologico nordico composta intorno al 1.220 circa.

 

 

Tutti più o meno bene conosciamo la Cosmogonia ellenistica, ma raccontare la Cosmogonia nordica è abbastanza complesso perché presenta diverse incongruenze. Ad esempio: gli Dei sono immortali, ma possono morire; sono Dei, ma devono sempre combattere contro forze superiori alle loro.

La mitologia nordica si regge su di una concezione in cui l'universo è destinato ad essere creato e annientato nei limiti di un tempo cosmico prestabilito, alla fine del quale verrà disintegrato nel Ragnarök (fato degli dei). Il presente è impostato sul complesso bilanciamento di forze contrapposte (gli dei contro le forze del caos, cioè i Giganti e i mostri), destinate a scontrarsi in una lotta conclusiva che darà origine a un nuovo ciclo di vita.

LA CREAZIONE DEL MONDO

All'inizio dei tempi non esisteva nulla. Non c'era né terra, né cielo, né mare, né piante, nessuna creatura vivente. Il vuoto assoluto, il Caos! Il nulla silenzioso. Similmente, nella cosmogonia greca, il Caos primordiale è il principio da cui nasce il mondo, è la personificazione dello stato primordiale di vuoto, di buio anteriore alla creazione del cosmo, da cui emersero gli dei e gli uomini.

Esisteva solo un vasto abisso, un baratro spalancato, oscuro e senza forma: Il Ginnungagap, l’immensa voragine dei tempi primordiali, il vuoto che precedette la creazione del mondo. Da parte sua, nella sua Teogonia, il greco Esiodo racconta che in principio c'era Caos, ovvero una voragine senza fine, sterminata e nera.

Dal nulla si forma la materia che si contrappone in due mondi.
- Al nord il Nifelheim, regione dei fiumi di ghiaccio e delle tenebre con la fontana centrale Hvergelmir, la «caldaia ruggente» da cui sgorgavano undici fiumi, questi giunsero così lontano dalla loro sorgente, che la loro schiuma velenosa s'indurì, formando strati di brina e di ghiaccio, che ricoprirono tutto il Ginnungagap.

Sottolineiamo che Hvergelmir reca molti tratti simili all'antica corrente del mito greco, Okeanos, il fiume che circonda il mondo, cui Omero si riferiva come «origine degli dèi» (Iliade [XIV: 201]) e «origine di tutte le cose» (Iliade [XIV: 218]). Lo rappresenta come un immenso, intrigante fiume che cinge tutto lo spazio terrestre e che, scorrendo su se stesso, collega il mondo conosciuto con i paesi e i popoli più lontani, ai confini della Terra. Okeanos appare, al tempo stesso, come estrema frontiera liquida dell’universo e via di comunicazione acquatica, che a un popolo di esperti navigatori consente agevolmente di raggiungere genti remote e misteriose. Come tutti i fiumi cosmici della tradizione scandinava scaturivano da Hvergelmir, così nel mito greco tutti i mari, i fiumi e le sorgenti del mondo nascevano dalla corrente circolare di Okeanos e là tornavano a ricongiungersi.

- Al sud, il Muspelheim, la regione della luce e delle fiamme ardenti d’insopportabile calore.

La brina del nord e il vento caldo del sud entrano in collisione e da quel brutale impatto nasce il gigante YMIR - l'Androgino Primordiale, di apparenza umana, un essere malvagio nato dal veleno dei fiumi; e malvagi saranno tutti i suoi discendenti.

Insieme con lui nasce la mucca Audhumla, la vacca primordiale, dalle cui mammelle scorrevano quattro fiumi di latte, rapportabili ai quattro fiumi del paradiso biblico, simbolo di perfezione primordiale e di ordine cosmico. Fu da quel latte che il gigante Ymir trasse il suo nutrimento.

Vari sono i racconti mitologici sugli dei, gli eroi e i mostri alimentati in un modo eccezionale da animali straordinari. Come non pensare per esempio ad Amaltea, la capra nutrice di Zeus e poi anche alla lupa di Remo e Romolo?

Audhumla, la Grande mucca per nutrirsi, lecca per tre giorni consecutivi le rocce ricoperte di brina e di sale., Il primo giorno portò alla luce i capelli di un uomo, il secondo giorno la testa, nel terzo giorno, un Dio possente e bello che gli Dei riconoscono, come il primo della loro discendenza: Si chiama “Buri”. Buri genera un figlio chiamato Bor che a sua volta, unendosi a Bestla, figlia di un gigante, darà vita a tre figli, i primi tre Dei Asi: Odino (l’aria) - Vili (la luce) - Ve (il fuoco).

Bisogna ricordare che la mitologia nordica divideva gli Dei in due grandi gruppi: Gli Asi e i Vani. I Vani erano Dei legati alla natura, alla fecondità e al piacere. Gli Asi, Dei della potenza celeste e guerriera, erano più recenti e rievocano meglio gli dei dell’Olimpo greco. Il ciclo nordico interpreta una spiritualità solare e virile, paragonabile a quella olimpica greca, la quale pone in primo piano una stirpe di divinità maschili e guerriere, da Apollo a Zeus e Ares, che hanno il loro corrispettivo in tutti i vari pantheon indoeuropei.

Gli Dei nordici rappresentano le potenze del bene e sono costantemente in lotta con i giganti del mondo del gelo, potenze del male. Allo stesso modo, nel mondo greco troviamo gli dei della generazione olimpica che si confrontarono con i loro progenitori, i Titani.

Esiste una differenza fondamentale tra le due mitologie: mentre gli Dei greci sono definitivamente vittoriosi e immortali, gli Dei Asi sono sempre obbligati a lottare e un giorno, dovranno soccombere, anche se per rinascere in seguito.

Odino, Re indiscusso degli dei Asi, esasperato dalla malvagità e dalla brutalità di Ymir, con l’aiuto dei suoi fratelli, lo uccide. Il diluvio di sangue che ne conseguì fu così grande che affogò tutta la discendenza dei giganti tranne Belgelmer, che sopravvivrà fuggendo in una barca, perpetrando così la razza dei giganti, nemici eterni degli Dei e stabilendo da questo momento una lotta a morte tra gli Dei ed i giganti di ghiaccio che sarà il centro di tutta l'epopea nordica fino alla terribile conclusione finale del Ragnarok.

L’episodio del diluvio ci rimanda alla Genesi ricordando il Diluvio Universale biblico. Anche i miti greci contengono vari riferimenti a diluvi parziali, uno dei principali si svolge sotto Deucalione e ci racconta l’inondazione della Tessalia.

Aggiungo che il sacrificio del gigante, essendo primigenio (nato prima di ogni altra cosa), è reso necessario per la creazione dell'universo; il suo corpo è la materia prima da cui deriveranno tutte le cose e le creature del mondo.

Così, dal corpo di Ymir, i figli di Borr trassero il mondo, che sollevarono sopra l’abisso. Con la carne del gigante, fecero la terra. Col suo sangue, i fiumi, i laghi e il mare; con le sue ossa innalzarono le montagne, con i suoi denti le pietre e le rocce, con i suoi capelli gli alberi. Scagliarono in aria il suo cervello e così, vennero le nubi. Infine dal suo cranio fu tratto il cielo. Ai quattro angoli, a sorreggerlo, furono posti quattro nani: Austri, Vestri, Norðri e Suðri, i quattro punti cardinali.

Terminata la creazione del mondo, gli Dei presero delle scintille spruzzate fuori dal Muspelheim il regno del fuoco e le fissarono nello spazio, in modo da illuminare il cielo e la terra, generando così i pianeti, le comete e le stelle.

Alle convulse vicende della creazione, culminate col sacrificio del gigante primordiale Ymir, era sorto un nuovo ordine universale, istituito e regolato dagli Dei Asi, un intero universo nel quale il sole e la luna, Sól e Máni, donavano luce e calore, segnando il computo del tempo. Gli Dei li misero nella volta celeste alla guida di due carri trainati da due cavalli e perennemente inseguiti da due lupi, Skoll e Hati, che al Ragnarök divoreranno le luci celesti. E’ così che si determinano le fasi lunari e il ciclo del “carro solare”.

Si tratta, come si può constatare, di una cosmogonia molto simile, nel tono e negli intenti, a quella fornita da Esiodo nel mito greco: “in principio c'era il Caos, ovvero una voragine senza fine, sterminata e nera.!” Dal medesimo Caos si generarono Gea (la Terra), il Tartaro (un luogo infernale situato al di sotto dell'Ade) ed Eros (l’amore). Nacquero poi l'oscurità della notte e le tenebre degli Inferi. Dal Caos infine nacque Urano, la personificazione del Cielo infinito.

 

 

Per ora un'assaggio spero che altri utenti vogliano dare corpo a questa splendida discussione, tuffiamoci nei Miti e parliamone diamo sfogo ad interrogativi ed al fascino e bellezza dei Miti classici, ma anche all'oscurità di quelli nordici e viceversa alle simpatie ed antipatie per eroi e divinità e sveliamo quali racconti ci sono rimasti nel cuore e quali non abbiamo mai digerito.

 

Ps. Rinnovo i complimenti a Clitennestra, se li merita tutti!


Gil Galad - Stella di radianza





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Guardiano della notte
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Guardiano della notte
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Inviato il 18 gennaio 2017 22:23

Fermo restando che in questo topic sono interessanti sia le discussioni politiche che quelli di diverso argomento e tutte hanno uguale dignità e diritto di cittadinanza :) , partecipo anch'io a questa discussione interessante.

 

A me affascina da sempre l'Iliade, l'immortale poema di Omero. Ho recentemente comprato la versione della BUR, nella traduzione di Giovanni Cerri che mi è stata consigliata da Idriel Stark, proprio per rileggerla. Qui i miti abbondano, ma più che gli dei (figure pur sempre affascinanti) a me piacciono gli eroi che vi compaiono, proprio per questo essere loro contemporaneamente uomini mortali (o quasi...) ma allo stesso tempo superiori ad essi. E tra tutti gli eroi, due sono quelli che amo di più, i primi che balzano in mente quando si parla dell'immortale capolavoro di Omero: Achille ed Ettore. Per motivi diversi l'uno dall'altro, mi hanno sempre affascinato e dovessi scegliere il mio preferito tra loro due sarei in difficoltà, ancora di più dopo la rilettura che sto facendo.

 

Achille è una figura potente, il guerriero (non soldato, c'è profonda differenza) per eccellenza, l'uomo dalle passioni forti, capace di una crudeltà inaudita sul cadavere di Ettore ma anche di commuoversi davanti al vecchio Priamo che ne viene a reclamare le spoglie. Achille sa già, fin dalle prime pagine del poema, che il suo destino è quello di cadere in questa guerra, nonostante sia il più grande dei guerrieri achei. Del resto, quando da fanciullo gli fu offerta una scelta tra una vita lunga e anonima e la gloria eterna accompagnata però dalla morte e lui scelse quest'ultima. Forse perché era un fanciullo e scelse da fanciullo, mi viene da dire, ma questo non diminuisce la tragicità e la grandezza della figura. Achille è vita e morte spinte all'estremo, le da e le riceve in egual misura.

 

Ettore invece è un guerriero tanto quanto è un marito e un padre e questo lo rende, forse, più simpatico agli occhi di molti, più umano. Non è la bestia scatenata che è Achille, è un guerriero che anzi teme la morte, quando fugge davanti ad Achille all'inizio del loro scontro, riconoscendone la superiorità. Non a caso, si preoccupa di chiedere che, in caso di sua sconfitta, i suoi resti vengano restituiti alla città di tr**a e alla sua famiglia. Ma è anche colui che scende in battaglia per l'onore e la salvezza di tr**a quando la stessa moglie col figlio in braccio lo implora di non farlo ed Ettore, pur abbandonandosi a quell'amore, porta comunque a compimento il suo dovere di soldato.

 

Sono solo poche parole quelle che ho scritto, ma spero facciano capire quanto apprezzo quest'opera e spero che possano incuriosire qualcuno a rileggerla o, se non l'ha mai fatto, a leggerla per la prima volta. Magari non necessariamente nella versione poetica originale, ma credo che anche in prosa andrebbe bene.


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GIL GALAD
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3945 messaggi
GIL GALAD
Confratello

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3945 messaggi
Inviato il 19 gennaio 2017 12:39

Mi scuso forse c'è stato un fraintendimento Gdn, naturalmente tutte le discussioni sono importanti e potenzialmente interessanti. Tuttavia, mio personale opinione e accetto la critica, ogni tanto qualcosa di differente magari può stuzzicare e ravvivare questa sezione del forum. Parlare sempre di attualità per carità è giusto, ma dato il carattere degli eventi spesso negativi viene talvolta tristezza. Tutto qui, non mi volevo certo ergere a decisore di ciò che liberamente ognuno di noi può scegliere di discutere. Se è parso questo me ne scuso nuovamente non era ciò che intendevo.


Gil Galad - Stella di radianza





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Ser Balon Swann
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Ser Balon Swann
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Inviato il 19 gennaio 2017 13:18

Mai piaciuta la mitologia, in particolare la cosmogonia e tutto ciò che le ruota intorno (salvo qualche eccezione), pur riconoscendone l'importanza, l'assoluta genialità e qualità.

 

E' quasi sempre la negazione del libero arbitrio al suo massimo, e narrativamente non trovo sia efficace. Almeno, a me non dice niente.

 

Preferisco l'epica, tipo la saga di nibelunghi o beowulf, o qualche spezzone a sé stante come Antigone, dove il protagonista è l'uomo con le sue scelte e gli Dei e il Destino se ne stanno fuori dai piedi (o quantomeno, sullo sfondo)


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Lyra Stark
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Lyra Stark
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Inviato il 19 gennaio 2017 17:30

Complimenti per la bellissima idea a Clitennestra!

Per quanto mi riguarda la mitologia mi ha sempre affascinato in un po' tutte le culture, poi per formazione sono probabilmente più portata verso quella del mondo classico.

Per quanto mi riguarda, si tratta di un ambito talmente vasto che non saprei da dove cominciare, anche perché ha permeato tutti i miei studi.

Per chi è interessato al tema come lettura mi sentirei di consigliare "Il ramo d'oro" di Fraser, che a suo tempo mi suggerì il prof. di greco del liceo e che analizza alcuni filoni e leit motiv mitologico religiosi presenti nelle varie culture del mondo antico.

Da lì ho preso degli spunti che mi hanno portato a elaborare una tesina sui risvolti del mito classico ne Il Signore degli Anelli.

Sempre per formazione, ho avuto inoltre l'opportunità di approfondire anche alcune tematiche come quella, secondo me molto interessante e con risvolti inaspettati, dell'assimilazione che, detta in soldoni, è il processo per cui 2 divinità di 2 diverse culture vengono a sovrapporsi secondo differenti modalità con tutto il loro bagaglio di competenze, iconografia e culti.

Io in particolare ho studiato questo processo per la Britannia romana, ma si tratta di un fenomeno che è capitato moltissime volte nel mondo romano.

Ecco direi che se proprio devo scegliere la cosa che mi affascina più di tutte è proprio il confronto tra i miti di culture diverse, le corrispondenze (un esempio a caso il diluvio universale), i rimandi, le analogie e le differenze tra le mitologie delle varie culture.


E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.

 

A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.

 

When the snows fall and the white winds blow,

the lone wolf dies, but the pack survives

 

Stark è grigio e Greyjoy è nero

Ma sembra che il vento sia in entrambi

 
 
What do they say of Robb Stark in the North?
They call him The Young Wolf
They say he can't be killed...
 
A thousand years before the Conquest, a promise was made, and oaths were sworn in the Wolf's Den before the old gods and the new. When we were sore beset and friendless, hounded from our homes and in peril of our lives, the wolves took us in and nourished us and protected us against our enemies. The city is built upon the land they gave us. In return we swore that we should always be their men. Stark men!

 

 
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Lyra Stark
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Lyra Stark
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Inviato il 19 gennaio 2017 22:21

Dopo il mio lunghissimo post di introduzione torno in tema: Clitennestra si diceva.

Per quanto mi riguarda non l'ho mai mal giudicata, anzi trovo la sua vicenda, come molte del mito classico, davvero molto triste. Anche perché quella che la sua omonima ha così bene raccontato è solo la prima parte di una storia che continua con ulteriori tragedie.


E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.

 

A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.

 

When the snows fall and the white winds blow,

the lone wolf dies, but the pack survives

 

Stark è grigio e Greyjoy è nero

Ma sembra che il vento sia in entrambi

 
 
What do they say of Robb Stark in the North?
They call him The Young Wolf
They say he can't be killed...
 
A thousand years before the Conquest, a promise was made, and oaths were sworn in the Wolf's Den before the old gods and the new. When we were sore beset and friendless, hounded from our homes and in peril of our lives, the wolves took us in and nourished us and protected us against our enemies. The city is built upon the land they gave us. In return we swore that we should always be their men. Stark men!

 

 

Lady Monica
Pasticcera Reale della Barriera
Guardiani della Notte
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Lady Monica
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Inviato il 20 gennaio 2017 11:17

A me è sempre piaciuta molto la mitologia: tutto è iniziato alle medie quando abbiamo studiato l'Odissea. E da li, Odisseo è sempre stato il mio preferito. Adoro l'idea della curiosità che si spinge oltre e che lo fa andare oltre i limiti. Infatti il mio canto preferito dell'Inferno è proprio il XXVI dove c'è Ulisse.


È Frittella il nostro Re

Fa i pasticci, fa i bignè 

Io ne mangio pure tre

È Frittella il nostro Re!!! 

 

 

You're mine. Mine, as I'm yours. And if we die, we die. All men must die, Jon Snow. But first we'll live.

 

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La cosa bella di essere guardiani? l'affetto con cui veniamo ripagati, ma anche il rispetto, la riconoscenza. E' un impegno che dà molto onore e tanta gloria (Cit @Maya )


Erin la Spezzata
Guardiana dei Metalupi
Guardiani della Notte
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Erin la Spezzata
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Guardiani della Notte

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Inviato il 20 gennaio 2017 14:37

Ecco direi che se proprio devo scegliere la cosa che mi affascina più di tutte è proprio il confronto tra i miti di culture diverse, le corrispondenze (un esempio a caso il diluvio universale), i rimandi, le analogie e le differenze tra le mitologie delle varie culture.

Per chi è interessato alla cosmogonia delle varie religioni tempo fa avevo trovato interessante la lettura di “Immagini e simboli” e “Il sacro e il profano” di Mircea Eliade dove vengono analizzate varie religioni, dagli dei dell’antica Grecia a quelli Babilonesi ed altri ancora, mostrando come in tutte finiscano per esserci elementi comuni ricorrenti.

 

Riguardo la mitologia, da piccola avevo una passione soprattutto per l’Iliade. Inizialmente il mio preferito era Achille ma poi crescendo ho cominciato ad apprezzare maggiormente Ettore, l’eroe che si sacrifica per la sua città nonostante sappia che alla lunga sia destinata a soccombere.

Mi ha sempre affascinato anche il personaggio di Cassandra, condannata ad essere inascoltata da tutti, decisamente antipatici invece Agamennone e Paride. Ah e poi tra i preferiti c'è naturalmente Ulisse, quando in tv mi capita di vedere la vecchia serie della rai me la riguardo sempre!


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DaenerysArya2510
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DaenerysArya2510
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Inviato il 23 gennaio 2017 20:49

Discussione interessantissima! Da ex studentessa di liceo classico non posso che amare la mitologia, l'epica, ecc.

Amore sconfinato per l'Iliade (<3) e per l'Odissea, ma in generale per i miti, le tragedie, chi più ne ha più ne metta.

 

Mi è sempre piaciuta la storia di Clitennestra. Come sin da bambina sono rimasta affascinata dal mito di Orfeo ed Euridice e poi da quello di Persefone.

 

Tornando all'Iliade credo di amare sia Ettore che Achille, per motivi completamente diversi. C'è un tale onore in Ettore, che lo rende uno dei personaggi piú affascinanti di sempre (e Andromaca una delle migliori donne di sempre); ma anche Achille, con la sua "cocciutaggine", e tutto il pezzo dalla morte di Patroclo alla sua è terribile


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