Covavo dentro il desiderio di trattare un po' di più uno dei personaggi che maggiormente mi hanno affascinato nelle Cronache, nonché uno di coloro con il più ampio raggio di aspettative future. Parlo, ovviamente, di Doran Martell. Il Principe di Dorne, proprio come Stannis Baratheon, Tywin Lannister e Roose Bolton appartiene non solo alla generazione passata, ma è anche simbolo e sinonimo di quel tipo di character avvolto nella nebbia, che esorta alla ricerca e alla continua scoperta indipendente.
Oltre la sua mente, sono stato accattivato dalla sua personalità. E' connaturato da un senso di solitudine e da una malinconia sottile, più individuabile rispetto a quella di altri personaggi. Precedentemente facevo accenno ad un discorso di indole e natura in correlazione a Roose Bolton. Credo che su Doran si possa riproporlo allo stesso modo. E' la sua indole che lo rende passivo e malinconico. Non è l'invecchiare, che ha comunque contribuito ad una certa aridità. Probabilmente questo punto è stato marcato dalle differenze d'età con i fratelli minori e dai lutti precoci. Ma si parla, per l'appunto, di un accentuarsi di un qualcosa che è già presente.
Trovo, ironicamente, molto profondi i suoi rapporti umani e personali. Penso sia un altro personaggio con un'elevata ed indubbia capacità di amare. Purtroppo essa cozza talvolta con un altrettanto elevato spirito di conservazione, di cui egli gode più di chiunque. Sappiamo che il suo è un matrimonio basatosi esclusivamente sull'amore, senza terzi fini. E che è anche, in un certo senso, fallito a causa delle sue scelte politiche. (Quentyn-Yronwood). Tuttavia viene sottolineato come Mellario non fosse propriamente incline all'ambiente di Dorne e se ne sentisse oppressa. Pur essendo il suo abbandono una scelta indipendente, non ci sono resistenze molto espresse da parte di Doran. E questo non l'ho mai inteso solo come una forma di rispetto culturale, ove Dorne ha un'opinione propria della donna, quanto una dimostrazione di rispetto sentimentale ed intimo nei suoi confronti. Un lasciarla totalmente libera di compiere le sue scelte, un non incarcerarla in un'illustrazione forzata e, quindi, sacrificando la parte egoistica di sé. E trovo che parte dell'accentuarsi della sua malinconia ben manifesta sia dovuta a quest'incrinatura. Non è difatti colmo di livore, non ha l'odio della passione. La conseguenza è quella di un rifugio interiore dove vede nell'epilogo di questa relazione un fallimento personale. Un evento con cui confrontarsi silenziosamente. Se poi vi sia pure biasimo o meno, è da libera interpretazione.
''Oberyn is with me everytime I close my eyes''.
Nel rapporto con Oberyn non vedo invece invidie, né il rammarico di non poter emulare la temerarietà del fratello minore. Lui, in primis, condanna questa temerarietà e non la benedice. Credo che in Oberyn ritrovi un confidente, come altrettanto un fratello minore da proteggere per dei modi di fare abbastanza rischiosi. Immagino, ancora, che gli ispiri libertà e che accetti, nei dovuti limiti, questa sensazione. La Vipera Rossa è la vita. Riassume ciò che Doran ha lasciato da parte per le proprie sfumature caratteriali, più che fisiche. Vicino al fratello può riuscire a sentire parte di quel vissuto, dove a sua differenza egli si trascina e basta. La frase in essere sottolinea inoltre il senso di solitudine. Teneva sinceramente al fratello, ma ciò che più gli pesa è la sua assenza, un sasso in più su quella stessa solitudine. Ne consegue che, pur non esternando la sua intimità, è un uomo capace di emozioni terribilmente intense.
Interessante è anche il rapportarsi a Quentyn e Arianne. Sul primo mi soffermerò poco perché poche sono le spigolature di questa relazione e poco interessante è Quentyn stesso. Sospetto che Doran sia abbastanza soddisfatto di lui e che creda nell'epilogo che gli ha profilato, o non lo avrebbe elevato a tale ruolo. Va anche detto che quella del Principe è un'improvvisazione forzata, una sterzata ai piani precedenti per cause di forza maggiore. In Quentyn aveva preparato un erede e non si era concentrato più di tanto su altri risvolti. Pur essendo sua carne e suo sangue, Quentyn era lo sviluppo di un percorso dinastico ed ereditario molto semplice.
Le mire su Arianne erano più elevate e si potrebbe giustificare la cosa con un discorso più pratico e sessista, dove ella era l'unica figlia da poter dare in sposa all'erede maschio Targaryen. Ma per me Doran vede in lei molto di più. In un certo senso, anche quando i suoi piani vanno in fumo, è interessato a lei e non solo per il danno che il suo malcontento potrebbe causare. Ne conosce la metodologia, ne conosce i limiti (come evidenzia nella partita a Cyvasse) e i valori. E' conscio della sua intelligenza ed è per questo che credo la ponga a sua pari, pur tenendola all'oscuro di tutto per precauzioni caratteriali. Vi vedo stima, al di là di un comportamento che tende ad escluderla.
Passando a conclusioni più introspettive, un altro aspetto è degno di rilievo. C'è una caratteristica principale che accompagna la personalità di Doran Martell ed è l'apparenza. Sfaccettatura che è principale per lui come può esserlo per un Varys o un Ditocorto, ma è singolare per un personaggio che dovrebbe essere più positivo degli anzidetti.
E' l'apparenza che cura di più, è dell'apparenza che si preoccupa primariamente, è all'apparenza che dà maggior importanza. Ed è dove esercita maggior potere. Riesce a non perdere sé stesso pur cimentandosi in un trasformismo emotivo.
Non si mostra in pubblico per non rovinare la sua immagine ed esporla come quella di un principe debilitato e inetto agli occhi di Dorne. Ma al tempo stesso è esattamente come desidera apparire agli occhi degli alleati e dei più. E' un ingannatore in buonafede, ha straordinari meccanismi di difesa psicologici ed è sottile nel tenere tutti sotto scacco con la sua condizione. Non viene dunque ritenuto un pericolo e desta quasi empatia. Seppellisce pensieri, emozioni e sentimenti come pochi altri nelle Cronache e, più che manipolare coloro che sono intorno a lui, ne prevede le mosse con facilità nella maggior parte dei casi. E' un osservatore silenzioso, un attendista. Pesa con esattezza e precisione le persone che lo accerchiano. La sua è un'intelligenza che potrei definire lenta, profonda, passiva, ma assolutamente efficace. E' un'intelligenza analitica, non è aiutata da astuzia e intraprendenza.
E questo è il suo più grande limite. Non ha un vero e proprio spirito di iniziativa, non ha il coraggio del rischio, non ha brivido. E' un punto di forza che diviene punto debole in determinati frangenti. Con il suo metodo si possono anche evitare sconfitte sicure, ma non si possono ottenere vittorie altrettanto sicure, poiché in quei contesti non esistono. Il rischio è primario. Afferma poi di giocare solamente quando è conscio di poter vincere. Questo ne sottolinea una celata ambizione, una sicurezza personale.
''I am not blind, nor deaf. I know you all believe me weak, frightened, feeble. Your father knew me better. Oberyn was ever the viper. Deadly, dangerous, unpredictable. No man dared tread on him. I was the grass. Pleasant, complaisant, sweet-smelling, swaying with every breeze. Who fears to walk upon the grass? But it is the grass that hides the viper from his enemies and shelters him until he strikes.''
Qui si può notare anche un certo orgoglio che, come tante cose che lo riguardano, è ben nascosto. Una parte di lui è felice che la sua recita attecchisca, l'altra vede come un'offesa la visione facile e meschina che le altre persone hanno di lui. Una visione, ribadisco, necessaria e da Doran stesso imposta.
''Vengeance. Justice. Fire and Blood.''
Venendo al suo famoso masterplan, pur essendo romanticamente vendicativo e in parte funzionale, l'ho sempre visto come aperto a innumerevoli variabili. Variabili con cui poi Doran si è saputo confrontare a malapena. Ecco, io mi sono soffermato anche sull'aspetto psicologico del suo quadro vendicativo.
E' un uomo che per 14 anni anni ha atteso, si è dimostrato attendista e ha coltivato un desiderio di vendetta e rivalsa. Eppure lo vedo meno sincero di Oberyn in questo frangente. Oberyn non è stupido, è semplicemente impulsivo e proprio grazie a questa impulsività si può intuire quanto il suo rancore e il suo dolore siano veritieri. Con questo non identifico la menzogna nel Principe, ma qualche calcolo in più.
Ha fatto affidamento sulla presunta capacità di Viserys e di coloro che gli stavano intorno di radunare alleati ed armate. Non si è messo in gioco principalmente. Non ha aiutato in alcun modo decisivo i Targaryen sopravvissuti. Con questo non intendo che avrebbe dovuto schierare Dorne pubblicamente, dato che come egli stesso riconosce, si sopravvalutano le capacità militare che essa ha disposizione. Ma qualcosa in più poteva organizzare, certo. Questa sua mancanza, al netto del possibile coinvolgimento di delatori che avrebbero potuto intercettare eventuale aiuti, la leggo sotto una luce non proprio pulita.
Si è tenuto fuori ed ha semplicemente atteso per spirito di conservazione. Perché, e qui dò una lettura più audace, il suo ideale pacifista non è poi solo un'apparenza. Credo che sia partito con le migliori intenzioni ma che con lo scorrere del tempo abbia fatto i conti con dubbi, indecisioni e si sia posto l'interrogativo del se ne valesse davvero la pena, arrivato a quel punto. Se ne può lodare la pazienza e la continuità, ma internamente sono convinto abbia avuto le sue incertezze. Questo non significa che sia un falso, ma solo che rispetto al fratello minore è meno limpido sotto quest'aspetto. Valuto anche che l'indolenza attribuitagli è assodata.
Ho criticato molto il Doran Martell di GoT, che a tratti ne ha boicottato l'intelligenza ed ha sfumato molto il suo carattere, ma riflettendoci non trovo esagerata la chiave di lettura estremamente pacifista che gli è stata affidata. Perché è il risvolto di determinate incertezze, di una rinuncia che ci poteva stare.
In lui è evidente anche un certo cerchiobottismo e un usufruire di altre persone da mandare avanti per proseguire il suo gioco. Voglio essere cinico e pensare che, anche qualora fosse stato fisicamente sano, sarebbe cambiato poco. La sua condizione è un impedimento emotivo, ma anche un'ottima giustificazione pratica e morale. Credo che sarebbe stato sempre così, indipendentemente dalla sanità delle gambe. Non rischierebbe mai, neanche per salvare o vendicare sangue del suo sangue.
L'ultima impressione che mi ha dato da ADWD è stata quella di un uomo che più di una vera e propria vendetta, mira al controllo. Un controllo che gli permetta ogni previsione possibile e di sfuggire a minacce e pericoli. Ecco perché anch'egli tesse trame nell'ombra e possiede delatori operanti ad Approdo del Re, di cui i famosi ''amici''. Ed ecco anche perché le Serpi vengono inviate a tampone di suddette possibili minacce. Nymeria per essere al corrente dei movimenti effettivi della Corona, Tyene per non avere mai contro la il Credo e Obara per prevenire i colpi di testa di Stellanera (dietro il quale non è neanche detto che non ci sia proprio lui). E' possibile che la sua mania di controllo e prevenzione lo abbia portato alla composizione di un altro piano parallelo che coinvolga la cittadella e che quindi Alleras-Sarella non si trovi lì per la propria rinomata curiosità.
Spoiler TWOW
Verso Aegon Targaryen si è poi dimostrato più aperto del solito e questo mi ha un po' spiazzato, perché invia la sua unica figlia ed erede diretta senza remore. Non si pone più di tanto il dilemma sulla sua veridicità. E Doran non mi pare il tipo da affidarsi a sensazioni ed emozioni nostalgiche come il ritrovamento di un nipote creduto morto. In un certo senso è stata anche l'unica occasione in cui si è dimostrato opportunista e intraprendente.
In definitiva è un personaggio pieno di fascino, pronto al ribaltone, pur con il rischio di essere solo fumo ed aspettativa. Non è un uomo da santificare e nel pratico è più egoista e cinico di quanto si possa pensare. E' positivo, ma non troppo. Un ottimo grigio emotivo. Indubbiamente nella mia Top10. La sua complessità è lodevole e meravigliosa.
Per questo mi auguro ci siano piani ben precisi e che gli sbocchi che verranno non lo rendano una semplice figura sopravvalutata negli anni.
Di sicuro anch'io siedo e aspetto, osservando i Water Gardens... Chiedendomi il senso di tutto, semmai vi sia.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
doran martell è un signor personaggio, è un magnifico cervello limitato dalle emozioni, l'ultima cosa che i suoi nemici direbbero di lui! un ottimo giocatore cui pero(fino a questo momento perlomeno)manca il killer instinct, bravo fino al maniacale nel controllare tutto e tutti, nel non farsi trovare colto alla sprovvista, come quando scopre il piano di cercei per far fuori suo figlio, salvo pero rinunciare al colpo del ko, quello che puo mettere l'avversario sotto scacco, sostanzialmente nel mostrarsi al mondo scoprendo le sue vere carte!
è una mente pacata, molto introspettiva, dotata di quel tipo di pazienza che porta gli altri intorno a te a provare un'attesa snervante(e la serie direi che si è soffermata incredibilmente solo su questo rendendolo alla fine un personaggio piatto, monotono e malvoluto)! l'isolamento e la malinconia sono parte di lui, non potendo essere diversamente vista cio che succede ai primi 2 fratelli! cio penso accresca ancora di piu in lui le proiezioni verso oberyn che, al contrario, soddisfa ogni sfizio e conduce un'esistenza opposta alla sua! vuole giustizia, non il potere, non è egoista, non costringe la moglie a rimanere dopo la querelle yronwood e il sofferto allontanamento del figlio! neppure mi soffermo su quanto fosse inusuale che un piu che probabile successore di uno dei 7 regni fosse sposato per amore e non attraverso un matrimonio combinato!
in tutta questa cornice di prudenza, le sue parole sono sempre pesantissime, potenti! in particolare quando afferma di aver iniziato a manovrare contro tywin dal giorno in cui ha notizia del tragico destino della sorella! la rabbia e l'odio che porta dentro di se sono come delle gocce d'acqua che piano piano formano delle crepe nel terreno, nascoste da una maschera riflessiva, cauta e pacifista....apparenza appunto!
e lui sa benissimo che opinione hanno gli altri di lui, ci soffre ma è quello che desidera, l'erba deve essere quella piu innoqua possibile, per poter colpire in modo ancor piu letale! il limite dei suoi piani e della sua beffarda apatia è il tempo, tutto è aleatorio nei suoi disegni, tutto svanisce quando vyseris viene fatto fuori, il suo asso nella manica scompare, come probabilmente la pazienza, 15 anni di attesa in cui ha stretto i denti, fingendo di volere la pace con la capitale! tutti quei pretendenti proposti alla figlia ben sapendo(è conscio della sua intelligenza)che lei li avrebbe rifiutati in attesa del drago che non avrebbe ormai fatto ritorno! e l'eco di una ragazzina dall'altra parte del mondo verso la quale manda quentyn.....forse la mossa meno azzeccata!
sono molto curioso di scoprire se alla fine, dopo aver piazzato le serpi con i rispettivi incarichi, e dopo il fallimento della missione di quentyn, riuscira a ottenere qualcosa
mandando arianne da aegon
per il solo fatto che è stato completamente svilito nella serie, spero riesca a prendersi qualche soddisfazione!
" A Grande Inverno giuriamo la fedeltà della Torre delle Acque Grigie. Cuore e focolare e raccolto a te noi doniamo, mio lord. Le nostre spade, le lance e le frecce sono al tuo comando. Da’ misericordia ai nostri deboli, aiuta i nostri inermi e fa’ giustizia per tutti. Noi mai ti volteremo le spalle. Lo giuro sulla terra e sull’acqua. Lo giuro sul bronzo e sul ferro. Lo giuriamo sul ghiaccio e sul fuoco. "
"Chi mai ha timore di camminare sull'erba? Mentre è l'erba che nasconde la vipera ai suoi nemici e le offre rifugio fino al momento di colpire."
Personaggio di altissimo livello, non ci sono parole.
“Non mi sono piaciute per niente quelle accuse, no, no e no“ grugniva la scrofa, ancheggiando per il vialetto. La coniglietta e l’asina le consigliarono più giudizio, perché quanto successo all’ape regina non era piacevole. “Dai, suvvia, non esagerare… secondo me i rospetti son stati fuori luogo“ si impuntò in particolar modo la coniglietta, ma la scrofa, beh, ormai l’avrete capito anche voi, non gliene poteva fregare di meno. “Le è stato rubato un alveare, ma di cosa stiamo parlando!“
Altro personaggio di spicco, altra analisi interessante.
Prendo a riferimento il commento d'apertura: è abbastanza esauriente, prende in rassegna i suoi principali tratti e in parte condivido i giudizi espressi.
Vi sono però delle valutazioni che, imho, non attribuirei a Doran: passivo, avverso al rischio, pacifista.
Queste tre caratteristiche lo qualificano come un'indolente ameba, che sopravvive grazie al suo spirito di conservazione e alla sua intelligenza. Ecco: Doran non lo è.
La sua presunta passività viene evocata in relazione alla sua tendenza a lasciar correre, a non intervenire, a non fare la voce grossa e per aver trascorso 14 (?) anni nella pace e nella tranquillità di Dorne.
Ebbene Doran non è passivo, ma una persona riflessiva, arguta e prudente. Ricordiamo che Doran è passato dall'essere il sospettabile numero 1 di possibili insurrezioni, in quanto pro-Targ al momento della ribellione, a non destar sospetto nei pensieri della corte. Doran, anziché attuare un suicidio di massa al momento della perdita di Elia (accusa solita made in serpi), accetta la sconfitta, si mostra quieto ed arriva ad avere un membro nel concilio ristretto, un protetto Lannister tra le mani e la promessa di avere giustizia da parte di Tywin. (ma sappiamo com'è andata a finire).
Doran non corre rischi, gioca le partite vinte in partenza, etc... Non condivido.
Pur mantenendo le famose apparenze, di cui ha già parlato Jon Snow, si muove in direzione contraria per stipulare l'accordo di matrimonio con Viserys, prendendosi il rischio di venire scoperto dalla rete di spie della corona.
Quando viene a sapere della morte dello stesso e dell'ascesa di Daenerys, rischia il suo stesso figlio, spedendolo in una missione piuttosto difficile.
Quando intuisce che i tempi sono maturi per procedere, rischia tutto, (spoiler TWOW)
spedendo serpi ed Arianne in missione
.
Riguardo al pacifismo, magari vi è un intento di salvaguardare il suo popolo da guerre inutili o perse in partenza, o di non infilarsi in gineprai come la guerra dei 5 re, ma questa è lungimiranza...
Fatto sta che Dorne ha forze armate intatte. Al momento di massima debolezza del trono di spade, Dorne ha eserciti integri ed un territorio integro.
Il succo del mio intervento è, usando le parole di Doran, "tu confondi la pazienza con la premeditazione".
Doran premedita, complotta e colpisce quando lo ritiene necessario. Per me, oltre che persona di profonda sensibilità ed orgoglio, è uno dei migliori al gioco del trono, anzi mi sbilancio, il migliore assieme a Ditocorto. Lo differenzia però un'indole differente ed un punto di partenza diametralmente opposto. Mentre Ditocorto è solo e parte dal basso, Doran ha una famiglia di cui curarsi e un popolo da difendere (colossale differenza con Tywin per esempio). Ne consegue che dove Ditocorto operi con intento distruttivo e velocità, Doran debba necessariamente ricorrere a tempi più lunghi, per non perdere la propria posizione e preparare il terreno ad una transizione il più possibile indolore. In questo Doran è un ottimizzatore delle proprie risorse alla luce di ciò che gli riserva la sorte.
" Sono io la tempesta, mio lord. La prima tempesta e l'ultima "
Volevo essere il re del mare, ma all'anagrafe sbagliarono una lettera
Affascinante analisi, come sempre!
Mi ha colpito molto una particolare definizione che hai dato di Doran, quella di "ingannatore in buona fede": quattro vocaboli che da soli descrivono magnificamente e in maniera più che esaustiva il principe dorniano.
La scelta narrativa di far soffrire Doran di gotta è indubbiamente vincente, direi sartoriale rispetto al carattere del personaggio: a fronte di una notevole intelligenza analitica, tale debilitazione si tramuta ironicamente in maschera e, in un certo senso, in armatura. Nessuno sospetterebbe mai delle macchinazioni del principe, data la condizione in cui egli vive...ma non è stato di certo Doran a scegliere tale condizione. Questi è, per l’appunto, in buona fede, mentre tutti gli altri si auto-ingannano perché incapaci di guardare oltre le apparenze.
Sono quasi totalmente d’accordo con il tuo esame del rapporto tra Arianne e Doran. E’ evidente che questi scorga nella figlia un quid in più rispetto a Quentyn ma, secondo me, non fino al punto di rivolgersi a lei come a una propria pari: se così fosse – carattere di Arianne a parte - non sarebbe stato necessario mentirle per anni, cosa non da poco.
Da padre, la ama ed è particolarmente fiero di lei; da giocatore, la considera un prezioso pezzo della propria scacchiera. Il più prezioso, direi. Ad Arianne toccherà un ruolo attivo e apparentemente dotato di un certo margine di autonomia tattica, quando si arriverà ad una certa fase del piano di Doran; ma, per l’appunto, ella sarà sempre una sub-giocatrice entro la più ampia strategia del padre.
Ciò non toglie che, quando sarà più matura, il padre potrebbe arrivare a considerarla davvero una propria pari... ma, per adesso, la vede ancora come pedina sui generis e potenziale apprendista.
E’ mia opinione, inoltre, che Doran sia tutt’altro che avverso al rischio.
Come scrive giustamente Aegon, egli è estremamente prudente. Medita a lungo e pondera con attenzione ogni mossa, incassando vantaggi senza procurarsi attenzioni negative da parte dei nemici, finché non sopraggiunge il momento di sbilanciarsi un po’ di più, di rischiare, mettendo in campo le sue risorse più importanti.
Concludendo, noto una certa specularità con la figura di Tywin.
Non vi sembra che i due adottino strategie e tecniche di gioco opposte ma orientate al conseguimento di risultati analoghi? Da perfetto Principe machiavellico, Tywin aspira ad essere temuto ma non odiato, dimostrandosi “astuto come la volpe, forte come il leone” e ostenta una posizione centrale nelle vicende di Westeros; Doran preferisce intervenire nelle medesime vicende in modo chirurgico, con piccole e attente mosse, senza dare in alcun modo nell’occhio.
Scopo ultimo: uno o più posti nel concilio ristretto per membri della propria casata e una figlia regina. In pratica, stretti rapporti con il portere centrale, prestigio, stabilità e, in un certo senso, pace.
Altro personaggio di spicco, altra analisi interessante.
Prendo a riferimento il commento d'apertura: è abbastanza esauriente, prende in rassegna i suoi principali tratti e in parte condivido i giudizi espressi.
Vi sono però delle valutazioni che, imho, non attribuirei a Doran: passivo, avverso al rischio, pacifista.
Queste tre caratteristiche lo qualificano come un'indolente ameba, che sopravvive grazie al suo spirito di conservazione e alla sua intelligenza. Ecco: Doran non lo è.
La sua presunta passività viene evocata in relazione alla sua tendenza a lasciar correre, a non intervenire, a non fare la voce grossa e per aver trascorso 14 (?) anni nella pace e nella tranquillità di Dorne.
Ebbene Doran non è passivo, ma una persona riflessiva, arguta e prudente. Ricordiamo che Doran è passato dall'essere il sospettabile numero 1 di possibili insurrezioni, in quanto pro-Targ al momento della ribellione, a non destar sospetto nei pensieri della corte. Doran, anziché attuare un suicidio di massa al momento della perdita di Elia (accusa solita made in serpi), accetta la sconfitta, si mostra quieto ed arriva ad avere un membro nel concilio ristretto, un protetto Lannister tra le mani e la promessa di avere giustizia da parte di Tywin. (ma sappiamo com'è andata a finire).
Doran non corre rischi, gioca le partite vinte in partenza, etc... Non condivido.
Pur mantenendo le famose apparenze, di cui ha già parlato Jon Snow, si muove in direzione contraria per stipulare l'accordo di matrimonio con Viserys, prendendosi il rischio di venire scoperto dalla rete di spie della corona.
Quando viene a sapere della morte dello stesso e dell'ascesa di Daenerys, rischia il suo stesso figlio, spedendolo in una missione piuttosto difficile.
Quando intuisce che i tempi sono maturi per procedere, rischia tutto, (spoiler TWOW)
spedendo serpi ed Arianne in missione
.
Riguardo al pacifismo, magari vi è un intento di salvaguardare il suo popolo da guerre inutili o perse in partenza, o di non infilarsi in gineprai come la guerra dei 5 re, ma questa è lungimiranza...
Fatto sta che Dorne ha forze armate intatte. Al momento di massima debolezza del trono di spade, Dorne ha eserciti integri ed un territorio integro.
Il succo del mio intervento è, usando le parole di Doran, "tu confondi la pazienza con la premeditazione".
Doran premedita, complotta e colpisce quando lo ritiene necessario. Per me, oltre che persona di profonda sensibilità ed orgoglio, è uno dei migliori al gioco del trono, anzi mi sbilancio, il migliore assieme a Ditocorto. Lo differenzia però un'indole differente ed un punto di partenza diametralmente opposto. Mentre Ditocorto è solo e parte dal basso, Doran ha una famiglia di cui curarsi e un popolo da difendere (colossale differenza con Tywin per esempio). Ne consegue che dove Ditocorto operi con intento distruttivo e velocità, Doran debba necessariamente ricorrere a tempi più lunghi, per non perdere la propria posizione e preparare il terreno ad una transizione il più possibile indolore. In questo Doran è un ottimizzatore delle proprie risorse alla luce di ciò che gli riserva la sorte.
Non mi riferivo a lui come pacifista e passivo con un'accezione negativa. Sotto questo punto di vista trovo invece altrettanto affascinante la sua lentezza. Non è lento di pensiero, ma di indole. Ha una capacità analitica come pochi altri ed è per questo che lo vedo più sinonimo di intelligenza che di astuzia. E' un fine lettore dell'animo umano. Un preveggente della mente. Ed ecco anche perché l'ho sempre visto un giocatore più abile in difesa che in attacco. Ha più capacità di rendere stabile il suo ruolo che assurgerne ad altri. Si crogiola su destrieri di prudenza e perspicacia. Ed è forse uno dei motivi per cui smaschera Arianne senza l'uso di delatori.
Per il pacifismo, facendo il parallelo su GoT, mi riallacciavo più che altro a ciò che sarebbe potuto essere. Ha un lato umano profondissimo e ogni umano ha una fragilità interiore, sia essa seppellita nell'intimità o meno. Proprio per questo io sospetto che nel corso degli anni abbia avuto i suoi momenti di incertezza e i suoi dubbi sul da farsi e si sia posto l'interrogativo sul se valesse davvero la pena andare fino in fondo. Un vacillamento naturale, figlio della propria umanità e delle responsabilità del ruolo. Anche nei Pov ai Giardini dell'Acqua ho sempre avuto questa sensazione. Per me il pacifismo è uno dei suoi tanti travestimenti emotivi, ma ogni travestimento finisce con l'essere spesso un autoritratto. Indi per cui non credo che la sua ideologia di fondo si discosti poi tanto da quella recita. Lui, di fondo, pacifista lo è, nonostante le trame. Non anela allo spargimento di sangue non solo perché non è remunerativo, ma anche perché lo vede come un comportamento sbagliato che soggioga spesso l'essere umano facendovi uscire fuori la sua innata bestialità. Se potesse operare una scelta egoistica, forse mirerebbe davvero ad una crescita rigogliosa e silenziosa del suo popolo, addentrandosi sempre di più nella visione dei Water Gardens. Sulla Guerra dei Cinque Re è facile comprendere: Doran evita ciò che è futile e non porta vantaggio nell'immediato, è un tessitore a lungo termine.
Sul non correre rischi mi correlavo al piano originario. Complotta con Oberyn ed usufruisce di questi affinché il patto venga stipulato, ma fa in definitiva affidamento sulla sola presunta capacità di Viserys. Un adolescente esule e privo di effettivo supporto, che è costretto alla fuga continua e a vivere il più delle volte nella miseria. Non si pone il dilemma di eventuali incidenti di percorso o di limiti piuttosto prevedibili da parte dell'erede Targaryen e di conseguenza preferisce non rischiare non supportandolo o aiutandolo in alcun modo diretto. Il suo piano originario si fonda sulla sicurezza che Viserys sarebbe stato in grado di radunare un armata in cui poi Doran avrebbe dovuto far confluire le lance di Dorne. Ma niente gli dava la garanzia che un Viserys, sotto i 20 anni, privo di concreta protezione e senza un suo aiuto diretto sarebbe sopravvissuto e riuscito ad organizzare il Coup D'État.
Interessante il parallelo con Ditocorto, ottimo giocatore. Entrambi hanno i loro punti di forza e le loro pecche. Io credo che una delle differenze principali risieda nella tracotanza, dove Petyr Baelish ne è completamente succube. Tracotanza e ambizione, che paradossalmente potrebbero portarlo a non essere mai pago. Inoltre c'è anche una palese voglia di rivalsa sociale verso i Lord di alto rango che lo umiliarono per la differenza di ceto sociale. In Doran c'è sì la vendetta, ma egli gioca per vincere ed ottenere un esito positivo, più che per causare la sconfitta bruciante degli altri giocatori. Inoltre non è vittima di mire personali.
In ogni caso tra le tante mosse quella che mi porta più interesse è l'inviare Arianne da Aegon. In base a cosa può essere sicuro dell'identità del suddetto Aegon?
@Ellyn Reyne
Precisamente. Inoltre il mio pensiero è che anche privo di gotta, il suo comportamento e modo di fare sarebbe invariato. La gotta è un malus fisico e un plus morale, in quanto è la condizione perfetta per la sciarada che intende mettere in atto. In più prima ancora che il nemico, inganna gli alleati. E non lo fa per sottolinearne la stupidità, ma per necessità e perché crede, come nel caso della figlia, che restare nell'ignoranza protegga le persone.
Sì il parallelo con Tywin è fattibile, per quanto le personalità siano differenti e il lato umano non sia poi molto affine.
Tywin, più che al dominio, mira al controllo. Ed è esattamente lo stesso obiettivo di Doran Martell, al di là di ogni piano che preveda primariamente la vendetta. In un certo senso Tywin è anche più primitivo nel voler porre in essere la legge del più forte e azzerare ogni possibile ribellione che vada a senso inverso. In Doran c'è più un agire per un senso di cautela sovrumano. Il tenere tutto e tutti sotto controllo affinché poi si sia un passo avanti in eventuali problematiche. Quello di Doran è più un obiettivo difensivo. Quello di Tywin è invece un controllare per concretizzare la figura del più forte.
In definitiva è incredibile come questo personaggio sia aperto a così tante chiavi di lettura. Lo si può sopravvalutare e sottovalutare al tempo stesso. E' proprio legato al ribaltone. E' il tipo di giocatore che compie la sua mossa e aspetta la tua, prevedendola e auspicandosi che si realizzi in quell'esatto modo per proseguire nuovamente con la sua. E' un trasformista emotivo di prim'ordine.
Una piccola nota finale: credo che con Ned Stark sia il character con la maggior abilità di seppellire segreti ed emozioni traumatiche dentro di sé. Inviolabile.
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« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
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« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
@Ellyn Reyne
Precisamente. Inoltre il mio pensiero è che anche privo di gotta, il suo comportamento e modo di fare sarebbe invariato. La gotta è un malus fisico e un plus morale, in quanto è la condizione perfetta per la sciarada che intende mettere in atto.
Ne sono profondamente convinta. Anzi, per me è evidente che sia così. Il modus operandi di Doran è la più autentica manifestazione del suo carattere. E' per questo che parlavo di antiparallelismo con la figura di Tywin: le scelte strategiche dei due sono propriamente speculari in quanto effettuate, in astratto, ad armi pari.