CANTO DEGLI ELFI CHE SALPANO PER AMAN
Di bianco velate le Cronache antiche
Pel carico d’anni crescente
Ed al biancospino del pallido Oriente
Che muta il suo fiore si presse
Che molte le cose ch’obliando si vanno
Da quando la cetra del bardo perdé
Quel posto che tenne, gravissimo danno
Tra gli echi dei molti Saloni dei Re.
Argentee le torri che il Sole screziava
Soave con tenue rossore,
La Maiar fulgente col frutto d’Amore
Che cela la corsa degli Astri;
Nell’ombra secreta di un’Aula imponente
Sottile scorreva accorata
Cantando le Storie del dolce Occidente
Coll’arpa la voce intonata.
Dei grandi Sovrani, dei Valar gloriosi,
Di Feanor i Silmaril belli,
Di Tirion su Tuna gli eccelsi castelli
Che ancora torreggian lontani,
Di Tol Eressea, a cui il Cuore fremente
Si spinge sovente ammaliato
Che deve sapendo lasciar mestamente
Le Terre en le quali ha sperato.
Disciolto il sogno dello spirto mio
Del sogno nel mio cuore la parvenza
Han conservato quell’Eterne rive
Ove l’aurate sabbie paion vive
Del sole per la splendida veemenza.
Issiamo le vele
In cirnaith ortham
Siam pronti a partire
gwanno aníram
Gli Spiriti nostri
In faer ammen
Sentiamo ferire
harno cuinam
Da dolce rimpianto
uin lend rîn
Pel tempo remoto
en palan lû
Nel quale vivemmo felici.
ir merin cuiannem
Divide il cuore mio la Nostalgia
Per Grande Mare col suo antico incanto
Ma più dell’Ovest mi ghermisce Amore
Del Bosco d’Oro che trattiene il Cuore
Valle in cui l’Or si volge al Canto.
E forte ‘l Desire si spande nel Seno
Degli Esuli mesti salpanti
E più di quegl’Eldar che i morbidi Canti
Dell’Ovest mai ebbero a udire
Poichè l’Incertezza del Viaggio li tenne
Lontano dagli Alberi amati
E sempre nei Cuori gran brama ne venne
Tra i boschi nei cieli stellati.
E parlo di Celeborn eccelso Sovrano
Che il Lorien dolcissimo tenne
Da quando la sorte di Amroth si avvenne
Che Amore da Mandos lo trasse
Ahimè fia che Lui da più vaghe correnti
Sospinto sia al vero Ponente
E che nel futuro coi più dolci accenti
Si narri il suo viaggio silente.
Ma quale sia l’Arpa che tali Canzoni
Di Gloria spanderà dolcemente
La nave salpa ed il pallido Oriente
Che muta il suo fiore abbandona,
Or Anima affranta riunisciti e guarda,
Memento componi accorata
Per i Valar Signori e la Splendida Varda
Di Stelle Regina adornata.
Ecco Là vi è Oiolosse il monte santo
E già sento la spuma sulla spiaggia
A Tol Eressea ecco ch’io giungo?
Al luogo che ho sognato così a lungo?
Là, dove Luce amabile si irraggia?
Leviamo le fronti
Torniamo a gioire
o eden merin
I cuori esitanti
In huin gaerin
Sentiamo fiorire
edlothio cuinam
Di dolce rimpianto
uin lend rîn
Pel Lido Orientale
en Falas Rhúnen
Nel quale vivemmo felici
ir merin cuiannem
Divide il cuore mio la Nostalgia
Di Grandi Terre, degli antichi giorni
Ma qui si chiude il ciclo della storia
Degli Elfi che vantaron tanta Gloria
Vuole per noi il destin che qui si torni.
Di bianco si velan le Cronache antiche
E il carico d’anni crescenti
Offusca le tele che l’Aule imponenti
Di Namo drappeggiano lievi.
Le vele si tendono al Vento festanti
E il legno che l’onde separa
Già vede le piagge e le folle cantanti
Che Valimar rendon più cara.
Ma quale il destino tuo, Lorien?
Dan i amarth lín, Lórien?
E quale il futuro tuo, Oriente?
A i manadh lín, Amrûn?
Non più ci riguarda, lasciato l’abbiamo
ú-na ammen, gwannem o ha
Il cuore doniamo al Ponente.
I chûn onem na Annûn
Daeron
Gil Galad - Stella di radianza
Veramente una splendida poesia Gil Galad. Fa parte della Histhory, vero?
troppo bella
buahhhhhhhhhh mi mette tristezza