Un colpo al cuore.

Riporto qui una notizia che mi ha toccata profondamente, la chiusura dell'Università Nazionale di Atene a causa della crisi e dei tagli operati dal governo.

http://www.infoaut.org/index.php/blog/conflitti-globali/item/9054-chiude-luniversit%C3%A0-nazionale-di-atene

Vi scrivo davvero rammaricata, e mi sento oltraggiata da questo modo di procedere, sebbene sia l'inequivocabile indizio che ormai siamo alla fine, e siamo in ginocchio. Per come vanno le cose credo che noi italiani saremo i prossimi, e non nutro molta fiducia nella capacità dell'italiano di fare il sessantotto.

Cosa ne pensate?

Quando ho letto la notizia sono rimasta spiazzata, senza parole. Sono in fase di riflessione...

Concordo situazione degenerata senza via di ripresa se perfino le università (i luoghi deputati alla formazione del cittadino) chiudono e qua in Italia siamo lì lì, più che altro perché con il costante aumento delle tasse universitarie non ci permettono più di studiare.

Concordo situazione degenerata senza via di ripresa se perfino le università (i luoghi deputati alla formazione del cittadino) chiudono e qua in Italia siamo lì lì, più che altro perché con il costante aumento delle tasse universitarie non ci permettono più di studiare.

 

no direi di no..

sono sfiduciata.. dove andremo a finire?mah

Sto soffrendo,è una notizia tristissima,spero che usciremo da questa situazione drammatica quanto prima,ma la vedo nera.

Quando oramai siamo divenuti un Continente dove ha dominare sono burocrati e banchieri ai quali della cultura non frega una mazza e importa solo di sterili cifre e cavilli assurdi questi sono i risultati. La Grecia è stata messa con il po po a terra, anche ovviamente per sue colpe, ma costringerla a chiudere un centro del sapere così importante mi fa pensare che tra poco verranno costretti che so a cedere il Partenone o una delle loro isolette meravigliose per tentare di coprire i debiti. Continuando così noi poveri derelitti italiani saremo i successivi a chiudere quel poco che ancora i nostri "stupendi" politici non si sono mangiati o distrutto.

Provo tristezza...penso che da noi (per ora) non ci siano le premesse perché succeda la stessa cosa, ma sinceramente non me lo aspettavo nemmeno la...

Rabbrividisco.

E vorrei che in Italia non si aspettasse l'inevitabile tragedia passivamente; dobbiamo davvero ancor più ridurci con gli stracci al posteriore per organizzarci e fermare tutto questo?

Dobbiamo aspettare che vogliano chiudere le NOSTRE Università per scendere in piazza e cambiare tutto?

L'Italia unita non esiste, e men che meno esiste l'Europa unita: la Grecia (ad un tiro di schioppo da casa mia) è in ginocchio e la notizia passa senza scalfire la maggior parte delle coscienze, senza innescare nessun meccanismo empatico e soprattutto pratico di svolta, di risalita.

Sconforto e solitudine sono i sentimenti dominanti in questo momento.

Non vorrei dire, ma da tanto tempo vedo le nostre università scivolare da quella parte...peraltro, non mi sembra proprio che gli Italiani siano un popolo disposto a difendere la cultura in maniera decisa...

Quoto ogni singola parola!

oh beh.

Leggendo l'articolo mi pare che "il senato accademico abbia deliberato la chiusura dell'università in protesta contro i tagli operati dal governo". In realtà non credo chiuderà un bel niente.

L'impatto emotivo è forte: chiude - o si prospetta di far chiudere - un'università nella città che vide muoversi Socrate e Platone. Duemilacinquecento anni fa, certo, e non è che da allora la Grecia sia stata sulla scena mondiale, ma quel retaggio, attraverso Roma prima ed il rispetto per Aristotele da parte dei filosofi cristiani dopo, è oggi alla base della cultura moderna.

Il pensiero strutturato affonda lì le sue radici, almeno nel mondo occidentale.

Poco da dire, se delle logiche economiche portano a chiudere un'università, c'è qualcosa che non va.

Nella distribuzione del denaro. Nel modo di intendere un'università. Nel modo in cui funziona il capitalismo. Probabilmente in tutte queste voci e anche altre.

E dire che solo negli anni '50 ben 70 Paesi, tra cui Italia e Grecia, firmarono un trattato in cui dimezzarono il debito che la Germania aveva contratto tra gli anni '20 ed il 1945, oltre a dilazionare il pagamento in oltre trent'anni di rate.