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TWOW - nuovo capitolo Tyrion
A di Aldur
creato il 31 agosto 2013

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Joso's Cock
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Joso's Cock
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Inviato il 17 ottobre 2013 22:57

Gente qui sono tutti belli felici che si sognano di nani e ragazzini emo che cavalcano draghi, ma nessuno si sta rendendo conto che al momento questi sono un filino fuori controllo. Spero tanto che Martin ci dia un colpo di scena dei suoi e li uccida tutti, almeno Dany passa da "Wonder-woman regina perfetta bellissima e bravissima con tre cazzutissimi draghi" a "Wonder-woman regina perfetta bellissima e bravissima". Direi che è già un miglioramento in attesa della sua morte, che sarebbe un perfetto evento conclusivo della saga.


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Tavajigen
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Tavajigen
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Inviato il 18 ottobre 2013 9:12

Gente qui sono tutti belli felici che si sognano di nani e ragazzini emo che cavalcano draghi, ma nessuno si sta rendendo conto che al momento questi sono un filino fuori controllo. Spero tanto che Martin ci dia un colpo di scena dei suoi e li uccida tutti, almeno Dany passa da "Wonder-woman regina perfetta bellissima e bravissima con tre cazzutissimi draghi" a "Wonder-woman regina perfetta bellissima e bravissima". Direi che è già un miglioramento in attesa della sua morte, che sarebbe un perfetto evento conclusivo della saga.

 

 

Ti quoto dalla G al punto. <img alt=" />(eventuali riferimenti al punto G sono solo casuali lol)

 

La morte di Daenerys sarebbe inferiore come goduria personale solo al vedere Hodor sul trono alla fine della saga.


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MadKing
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MadKing
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Inviato il 16 febbraio 2015 22:18

Rianimo questo thread con il riassunto in italiano di tutto il capitolo. Lo posto nel prossimo messaggio


M
MadKing
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MadKing
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Inviato il 16 febbraio 2015 22:20

Da qualche parte in lontananza, un uomo morente stava urlando in cerca della madre. “Ai cavalli!” un altro strillava in Ghiscariano, nell’accampamento a nord di quello dei Secondi Figli. “Ai cavalli! Ai cavalli!” La sua voce risuonava alta e stridula nell’aria mattutina, e si estendeva ben oltre il suo accampamento. Tyrion conosceva il Ghiscariano abbastanza da capirlo, ma la paura nella sua voce era riconoscibile in qualsiasi lingua. So come si sente.

Sapeva che era tempo di trovare il suo cavallo. Era tempo di indossare una qualche corazza di un ragazzo morto, assicurarsi al fianco una spada corta, e infilarsi in testa il suo grande elmo ammaccato. L’alba era ormai giunta, e i raggi accecanti del sole nascente si potevano scorgere dietro le torri e le mura della città. Ad ovest, ad una ad una le stelle stavano svanendo. I tamburi suonavano senza tregua lungo lo Skahazadhan, e i corni di guerra rispondevano dalle mura di Meeren. Una nave in preda alle fiamme stava affondando sul letto del fiume. Uomini morti e draghi volavano nel cielo, mentre le navi da guerra si scontravano nella Baia degli Schiavisti. Tyrion non poteva vederle da dove si trovava, ma poteva sentirne il rumore: lo schianto del legno degli scafi che sbattevano l’uno con l’altro, il profondo ululato dei corni di guerra degli uomini di ferro e gli strani fischi dei corni di Qarth, il frantumarsi dei remi, le urla di guerra, i secchi rumori prodotti dalle lame delle asce contro le armature e dalle spade contro gli scudi, mischiati agli strazianti lamenti dei feriti. Molte delle navi si trovavano ancora al largo nella baia, e il loro rumore sembrava debole e distante, ma Tyrion lo conosceva lo stesso. Era la musica del massacro.

A circa trecento metri da dove si trovava, si stanziava la Sorella Crudele, con il suo lungo braccio che oscillava verso l’alto e lanciava in aria una mezza dozzina di cadaveri nudi e rigonfi–chunck-THUMP—, pallidi uccelli morti che ruotavano come impazziti verso i bersagli. I campi d’assedio brillavano in una foschia sgargiante di rosa e oro, ma le famose piramidi di Meeren troneggiavano nere contro il bagliore. Vide qualcosa muoversi sulla cima di una di esse. Un drago, ma quale? Da questa distanza era come scorgere un’aquila. Un’aquila molto grossa.

Dopo giorni passati dentro le tende ammuffite dei Secondi Figli, l’aria esterna era fresca e sapeva di pulito. Sebbene non poteva vedere la baia, il sentore del sale nelle sue narici era un segno del fatto che non si trovava molto lontano da questa. Tyrion respirò a pieni polmoni. Una bella giornata per una battaglia. Da est, riecheggiava forte il suono prorompente dei tamburi attraverso l’arida pianura. Una colonna di cavalieri che portava gli stendardi della compagnia dei mercenari Soffio del Vento passò velocemente oltre la Strega.

Un uomo più giovane l’avrebbe potuto trovare esilarante. Uno più stupido avrebbe pensato alla grandezza e alla gloria della battaglia, almeno finché qualche sporco schiavo guerriero di Yunkai con gli anelli nei capezzoli non gli avrebbe piantato un’ascia tra gli occhi. Tyrion Lannister non era così stupido. Gli dei non mi hanno concesso l’abilità di combattere con una spada, pensò, e allora perché continuano a piazzarmi nel bel mezzo di una battaglia dietro l’altra?

Nessuno lo sentì. Nessuno rispose. A nessuno importava.

Tyrion si ritrovò a pensare alla sua prima battaglia. Shae era stata la prima ad alzarsi, svegliata dai tamburi dell’esercito di suo padre. La dolce sgualdrina che l’aveva soddisfatto per metà della notte tremava nuda tra le sue braccia come una bambina spaventata. Oppure era tutta una bugia fin dall’inizio? Un complotto architettato per farmi sentire bello e coraggioso? Che grande attrice sarebbe potuta essere. Quando Tyrion chiamò Podrick Payne per farsi aiutare ad indossare l’armatura, trovò il ragazzo addormentato che russava rumorosamente. Non era il più svelto tra gli scudieri che aveva avuto, ma dopotutto si rivelò affidabile. Spero che abbia trovato un uomo migliore di me da servire.

Era strano, ma Tyrion riusciva a ricordare la Forca Verde molto più chiaramente rispetto alle Acque Nere. Fu la mia prima battaglia. Non scorderai mai la prima. Gli tornò alla mente il diradarsi della nebbia sopra il fiume, il suo muoversi lentamente tra le canne le faceva formare come delle pallide dita bianche. E la bellezza di quell’alba… era impossibile da dimenticare: le stelle ricoprivano ancora il cielo purpureo, l’erba luccicava come il vetro sulla rugiada mattutina, mentre il bagliore rosso risplendeva ad est. Ricordò il tocco delicato delle dita di Shae mentre aiutava Pod con l’armatura composta da pezzi di altre corazze. Quel fottuto elmo. Un secchio con una punta. Quella punta gli aveva salvato la vita tuttavia, gli aveva fatto guadagnare la sua prima vittoria, ma Groat e Penny non erano mai sembrati tanto ridicoli, rispetto a quanto doveva esserlo stato lui quel giorno. Shae lo aveva definito “spaventoso” quando lo vide vestito nel suo acciaio, alto la metà di lei. Come ho potuto essere così cieco, così sordo, così stupido? Avrei dovuto evitare fin dal principio di pensare con il ca**o anziché con la testa.

I Secondi Figli stavano sellando i cavalli. Erano piuttosto calmi, non avevano fretta, e si presero tutto il tempo necessario; non era niente di nuovo per loro. Alcuni si passavano un otre di vino, anche se non poteva essere certo che fosse realmente vino oppure acqua. Bokkoko stava baciando il suo amante senza vergogna, tastandogli il fondoschiena con una delle grandi mani, mentre l’altra era arpionata ai suoi capelli. Dietro di loro, Ser Garibald stava spazzolando la criniera del suo cavallo. Kem sedeva su una roccia, fissando il terreno ai suoi piedi… rimuginando sulla morte del fratello, forse, o sognando di quel suo amico ad Approdo del Re. Chiodo e Martello si muovevano invece tra le truppe, per controllare le lance e le spade, sistemare le armature, ed affilare le lame che né avevano necessità. Lesto masticava le sue foglie amare, scherzava con gli altri e si grattava le palle con il suo uncino. Qualcosa nei suoi modi ricordava a Tyrion di Bronn. Ser Bronn delle Acque Nere ora, sempre che mia sorella non lo ha fatto uccidere. Sarebbe potuto non essere così semplice come credeva. Si domandò quante battaglie avevano combattuto questi Secondi Figli. Quante schermaglie, quanti saccheggi? Quante città avevano assalito, quanti fratelli avevano dovuto seppellire o lasciarsi alle spalle a marcire? In confronto a loro, Tyrion era un giovincello che non era stato ancora messo alla prova, nonostante avesse più anni di metà degli uomini della compagnia.

Questa sarebbe stata la sua terza Battaglia. Eccomi, uno spietato veterano, temprato dalla guerra, determinato, un provato guerriero. Ho guidato cariche, ho sentito incitare il mio nome, ho ucciso in battaglia uomini più grandi e migliori di me, ho anche avuto qualche assaggio di gloria… si dice che sia il miglior vino per gli eroi, come potrei rifiutarne un altro sorso ora? Nonostante tutto quello che aveva fatto, nonostante tutto quello che aveva visto, il prospetto di un’altra battaglia gli fece raggelare il sangue. Aveva attraversato mezzo mondo tra palanchini, navi a remi, e maiali, aveva salpato su navi di schiavi e galee da commercio, aveva montato bal*****he e cavalli, e per tutto il tempo si era detto che non gliene importava nulla di vivere o morire… solo per scoprire che alla fine gliene importava eccome.

Lo Straniero era montato in sella alla sua pallida giumenta e stava cavalcando veloce verso di loro con la spada in mano, ma Tyrion Lannister non si preoccupò di incontrarlo nuovamente. Non ora. Non ancora. Non in quel giorno. Che cialtrone che sei, Folletto. Hai lasciato che centinaia di guardie stuprassero tua moglie, hai colpito con un dardo di balestra il ventre di tuo padre, hai stretto la gola della tua amata con una collana d’oro finché la sua faccia non diventò nera, e nonostante tutto questo, pensi ancora di meritare di vivere.

Penny aveva già indosso la sua armatura quando Tyrion entrò nella tenda che condividevano. Per anni aveva utilizzato delle piastre di legno per i suoi spettacoli; le piastre vere e le maglie in metallo non erano molto diverse una volta imparato a fissarle con tutte le cinghie e le fibbie. E non era importante se l’acciaio della compagnia di mercenari era intaccato qua e là. Bastava che fosse sufficientemente forte per fermare una spada.

L’unico pezzo che non aveva ancora indossato era l’elmo. Quando Tyrion entrò, lei alzò lo sguardo. “Non hai la corazza. Che è successo?”

“Le solite cose. Fango e sangue ed eroismo, uccisioni e uomini morenti. Si sta combattendo una battaglia fuori nella baia, e un’altra sotto le mura della città. Da qualsiasi punto la si guardi, gli Yunkai hanno un nemico alle spalle. Il combattimento più vicino a noi è ad una lega di distanza, ma presto ci sarà addosso.” E noi saremo in uno schieramento o nell’altro. I Secondi Figli erano maturi per un altro cambio di padroni, Tyrion né era quasi certo… sebbene c’era un abisso tra l’esserne “certo” e l’esserne “quasi certo”. Se ho giudicato male l’uomo, allora siamo persi. “Mettiti l’elmo e assicurati che i lacci siano ben stretti. Una volta mi strappai il mio per evitare di annegare, e mi costò il naso.” Tyrion si toccò la cicatrice.

“Prima devo aiutarti a mettere l’armatura.”

“Se così desideri. Prima il farsetto. Il cuoio bollito, con le borchie in ferro. La maglia ad anelli sopra quello, poi la gorgiera.” Si guardò intorno. “C’è del vino?”

“No.”

“Ce n’era rimasto metà nella caraffa dalla cena di ieri.”

“Un quarto di caraffa, e lo hai già bevuto.”

Sospirò. “Venderei mia sorella per una coppa di vino.”

“Venderesti tua sorella anche per una coppa di piscio di cavallo.” La battuta fu così inaspettata che lo fece ridere ad alta voce. “Per caso il mio gusto per il piscio di cavallo è diventato così risaputo? Oppure hai incontrato mia sorella?”

“L’ho vista solo quella volta, quando abbiamo giostrato per il Re ragazzo. Groat pensava che fosse bella.”

Groat era un piccolo leccapiedi deforme con uno stupido nome. “Solo un idiota cavalca in battaglia sobrio. Plumm avrà un po’ di vino. E se dovesse morire in battaglia? Sarebbe un crimine sprecarlo.”

“Tieni a freno la lingua. Devo allacciare questo farsetto.”

Tyrion ci provò, ma gli sembrò che il suono del massacro si facesse più alto, e la sua lingua non stette ferma, “Dolce Faccia vuole usare la nostra compagnia per respingere in mare gli uomini di ferro,” sentì se stesso dire a Penny, mentre lei lo vestiva. “L’unica cosa da fare sarebbe quella di mandare tutti i cavalli contro gli eunuchi, in piena carica, prima che mettano dieci piedi fuori dalle porte della città. Mandargli contro i Gatti sul lato sinistro, e noi e i Soffio del Vento su quello destro, in modo da dividere in due i loro fianchi da entrambe le estremità. Uomo contro uomo, gli Immacolati non sono meglio di qualsiasi altro lanciere. È la loro disciplina che li rende così pericolosi, ma se non possono posizionarsi per formare un muro di lance…”

“Solleva le braccia,” disse Penny. “Ecco, così è meglio. Forse dovresti comandare tu gli Yunkai.”

“Utilizzano gli schiavi come soldati, perché non potrebbero usarli come comandanti dopotutto? Questo rovinerebbe la competizione tuttavia. Non è altro che una partita di cyvasse per i Saggi Maestri. E noi siamo le pedine.” Tyrion inclinò su un lato la testa, pensandoci. “Questi schiavisti hanno qualcosa in comune con mio padre.” “Tuo padre? Cosa intendi?”

“Stavo soltanto pensando alla mia prima battaglia. La Forca Verde. Combattemmo tra un fiume ed una strada. Quando vidi l’armata di mio padre che si posizionava, ricordo che mi misi a pensare a quanto fosse bella. Come un fiore che apre i suoi petali al sole. Una rosa cremisi con spine in ferro. E mio padre, ah, non era mai stato così risplendente. Indossava un’armatura cremisi, con questo grande mantello fatto di stoffa dorata. Aveva un paio di leoni anch’essi dorati sulle spalliere, e un altro sull’elmo. Il suo stallone era magnifico. Sua signoria guardò l’intera battaglia in groppa al suo cavallo e non si avvicinò a meno di cento iarde da un qualsiasi nemico. Me lo immagino come seduto sul suo piedistallo che guarda in basso la tavola di cyvasse. Potremmo quasi essere gemelli… se solo avessi un cavallo, una qualche armatura cremisi, e un grande mantello cucito con una seta dorata. Lui era anche più alto. E io ho più capelli.”

Penny lo baciò.

Si mosse così in fretta che non ebbe il tempo di pensare. Si lanciò in avanti, rapida come un uccello, e premette le sue labbra sulle sue. Durò un attimo. Per che cos’era questo? Le stava per chiedere, ma lo sapeva. Avrebbe potuto dirle Grazie, ma probabilmente lo avrebbe preso come un incoraggiamento a rifarlo. Bambina, non ho alcun desiderio di ferirti, avrebbe potuto ribadire, ma Penny non era una bambina, e i suoi desideri avevano la lama smussata. Per la prima volta da quanto riusciva a ricordare, Tyrion Lannister rimase senza parole.

Sembra così giovane, pensò. Una ragazza, è tutto quello che è. Una ragazza, e anche abbastanza carina se si escludeva il fatto che era una nana. I suoi capelli erano di un marrone caldo, ricci e spessi, e i suoi occhi erano larghi e fiduciosi. Fin troppo fiduciosi.

“Lo senti quel rumore?” chiese Tyrion.

Lei si mise in ascolto. “Di cosa si tratta?” chiese mentre gli stava allacciando un paio di gambali diversi uno dall’altro alle sue gambe deformi.

“Guerra. Su entrambi i nostri fianchi, e non a una lega di distanza. È un massacro, Penny. È il suono di uomini che cadono nel fango con le interiora di fuori. È il suono degli arti staccati e delle ossa spezzate e delle pozze di sangue che si allargano al suolo. Sai i vermi che escono dal terreno dopo una lunga pioggia? Ho sentito dire che succede lo stesso anche dopo una battaglia, se c’è abbastanza sangue da essere assorbito. È lo Straniero che arriva, Penny. La Capra Nera, il Bambino Pallido, Lui dalle Molte Facce, chiamalo come ti pare. È la morte.”

“Mi stai spaventando.”

“Davvero? Bene. Dovresti esserlo. Ci sono gli uomini di ferro che stanno sciamando a riva e Ser Barristan con i suoi Immacolati che si riversano fuori dalle porte della città, e noi siamo nel bel mezzo, che combattiamo dalla fottuta parte sbagliata. Né sono terrorizzato anche io.”

“Tu dici così, ma continui a scherzare.”

“Gli scherzi sono uno dei modi per allontanare la paura. Il vino è un altro.”

“Sei coraggioso. Anche le persone piccole possono essere coraggiose.”

Il mio gigante di Lannister, sentì. Si sta prendendo gioco di me. La stava quasi per schiaffeggiare un’altra volta. La sua testa stava per scoppiare.

“Non volevo farti arrabbiare,” gli disse Penny. “Perdonami. Sono solo spaventata.” Gli toccò la mano.

Tyrion si liberò con uno scatto dalla sua presa. “Sono spaventata.” Erano le stesse parole che usò Shae. I suoi occhi erano grandi come uova, e io ho creduto ad ogni sua parola. Sapevo che cos’era. Dissi a Bronn di trovarmi una donna e lui mi portò Shae. Le sue mani si chiusero a pugno, e la faccia di lei si materializzò di fronte ai suoi occhi, ghignando. Poi la catena si strinse sulla sua gola, le dita dorate che scavavano profondamente nella sua carne, mentre le mani di lei si agitavano fluttuando davanti al suo viso come farfalle impazzite. Se avesse avuto una catena tra le mani… Se avesse avuto una balestra, un pugnale, qualsiasi cosa, avrebbe… avrebbe potuto…

Fu solo allora che Tyrion sentì le urla. Si era perso in uno scatto di nera rabbia, annegando in un mare di ricordi, ma gli schiamazzi lo portarono alla realtà in un lampo. Distese le mani, fece un respiro e si voltò. “Sta succedendo qualcosa.” Uscì fuori per scoprire di cosa si trattasse. Draghi.

La bestia verde stava girando in cerchio sopra la baia, virando e girando mentre le navi lunghe e le galee si scontravano e bruciavano sotto di lui, ma era il drago bianco a cui i mercenari stavano guardando. Trecento iarde più in là la Sorella Crudele fece muovere il suo braccio, chunk-THUMP, e sei corpi volarono nell’aria. Andarono su, e su e su. Poi due furono avvolti dalle fiamme.

Il drago prese uno dei corpi brucianti proprio mentre iniziava la sua caduta, stringendolo tra le fauci mentre pallide fiamme si intravedevano tra i suoi denti. Bianche ali sbattevano nel vento mattutino, e la bestia riprese a salire nel cielo. Il secondo cadavere carambolò contro uno degli artigli e precipitò al suolo addosso ad alcuni cavalieri Yunkai. Alcuni di loro presero fuoco. Un cavallo s’impennò e disarcionò l’uomo in groppa. Gli altri corsero via cercando di far prendere aria alle fiamme per spegnerle. Tyrion Lannister poteva percepire il panico che dilagava tra gli accampamenti.

L’acuto e familiare odore di urina riempì l’aria intorno. Il nano diede un’occhiata in giro e fu sollevato nel vedere che era stato Calamaio a pisciarsi addosso e non lui. “Dovresti correre a cambiarti i pantaloni,” gli disse Tyrion. “E nel mentre cambiati anche la gabbana.” Il tesoriere impallidì ma non si mosse.

Era rimasto lì a fissare il drago che addentava al volo i cadaveri, quando il messaggero arrivò frustando il cavallo. Un fottuto ufficiale, riconobbe subito Tyrion. Era coperto da un’armatura dorata e montava un destriero dello stesso colore. Annunciò ad alta voce che veniva per ordine del supremo comandante dell’armata di Yunkai, il nobile e potente Gorzhak zo Eraz. “Lord Gorzhak manda i suoi omaggi al Capitano Plumm e richiede che egli porti le sue compagnie alla riva della baia. Le nostre navi sono sotto attacco.”

Le vostre navi stanno affondando, bruciando, fuggendo, pensò Tyrion. Le vostre navi stanno per essere abbordate, i vostri uomini trucidati. Era un Lannister di Castel Granito, che sorgeva sulla costa vicino alle Isole di Ferro; i saccheggiatori delle isole non erano estranei alle loro terre. Nel corso dei secoli bruciarono Lannisport almeno tre volte e la saccheggiarono una dozzina. Gli abitanti dell’Occidente sapevano fin troppo bene di cosa erano capaci gli uomini di ferro; questi schiavisti stavano solo imparando a conoscerli.

“Il Capitano non è qui al momento,” Calamaio disse al messaggero. “È andato ad incontrare la Ragazza Generale.”

Il cavaliere indicò verso il sole. “Il comando di Lady Malazza termina con il sorgere del sole. Fate come ordina Lord Gorzhak.”

“Attaccare le navi-calamaro, intendi? Quelle là al largo?” Il tesoriere si accigliò. “Sinceramente non vedo come potremmo fare, ma quando Ben il Marrone torna gli riferirò quello che vuole Gorzhak.”

“Ti ho dato un ordine. Agirai di conseguenza subito.”

“Noi prendiamo ordini solo dal nostro capitano,” disse Calamaio nel suo solito tono debole. “Non è qui. Te l’ho già detto.”

Il messaggero perse la pazienza. “La battaglia è incominciata. Il Vostro comandante dovrebbe essere qui con voi.”

“Dovrebbe, ma non lo è. La ragazza lo cercava. E lui è andato.”

Il messaggero diventò viola dalla rabbia. “Dovete obbedire ai vostri ordini!

Lesto sputò un mucchietto di foglie amare masticate dal lato della bocca. “Perdonaci,” disse allo Yunkai, “ma qui siamo tutti cavalieri, proprio come vostra signoria. Fammi pensare… un buon cavallo addestrato per la guerra caricherebbe contro un muro di lance. Altri salterebbero un fosso infuocato. Ma non ho mai visto nessun cavallo correre sull’acqua.”

Le navi stanno sbarcando uomini a terra,” urlò il signorotto Yunkai. “Hanno bloccato la bocca dello Skahazadhan con una nave infuocata, e ad ogni istante passato qui a parlare un altro centinaio di soldati sbarca nelle basse acque. Radunate i vostri uomini e rispediteli in mare! Immediatamente! Gorzhak lo ordina!”

“Qual è Gorzhak?” chiese Kem. “È lui il Coniglio?”

“Dolce Faccia,” disse Calamaio. “Il Coniglio non è così sciocco da mandare la cavalleria leggera contro le navi lunghe.”

Il cavaliere né aveva abbastanza. “Informerò Gorzhak zo Eraz che vi siete rifiutati di seguire i suoi ordini,” disse stizzito. Dopodiché girò il suo cavallo dorato e galoppò indietro da dove era venuto, tra le risate generali dei mercenari.

Calamaio fu il primo a tornare serio. “Basta,” disse, con tono grave. “Tornate al lavoro. Sellate quei cavalli, voglio che ognuno di voi sia pronto a cavalcare quando Ben tornerà qui con degli ordini appropriati. E spegnete quel fuoco. Potete mangiare a battaglia conclusa se sopravvivrete tanto a lungo.” Il suo sguardo cadde su Tyrion. “A chi stai sorridendo tu? Sembri proprio un piccolo idiota in quell’armatura, Mezz’uomo.”

“Meglio sembrare un’idiota che esserlo del tutto,” replicò il nano. “Siamo dalla parte dei perdenti.”

“Il Mezz’uomo ha ragione,” disse Jorah Mormont. “Non vorremmo combattere al fianco degli schiavisti quando Daenery tornerà… e credetemi, lo farà. Colpiamoli ora e colpiamoli forte io dico, e la regina non lo dimenticherà. Troviamo i suoi ostaggi e liberiamoli. E sull’onore della mia casata, giurerò che questo fu da principio il piano di Ben il Marrone.”

Al largo delle acque della Baia degli Schiavisti, un’altra delle galee di Qarth prese fuoco. Tyrion riusciva a sentire i barriti degli elefanti ad est. Le braccia delle sei sorelle si alzavano e abbassavano, lanciando i cadaveri. Gli scudi sbattevano tra di loro mentre due muri di lance avanzavano sotto le mura di Meeren. I draghi ruotavano nel cielo di sopra, le loro ombre si posavano sulle facce amiche e nemiche che scrutavano dal basso.

Calamaio sollevò le mani. “Io tengo i libri. Conto il nostro oro. Siglo i nostri accordi, distribuisco i nostri salari, e mi assicuro che abbiamo abbastanza denaro da usare per le provviste. Non sono io a decidere chi combattere o quando farlo. Quello è compito di Ben il Marrone. Vedetevela con lui quando ritorna.”

Quando Plumm e la sua compagnia tornò al galoppo dall’accampamento della Ragazza Generale, il drago bianco era tornato alla sua tana sopra Meeren. Quello verde era ancora a caccia, librandosi in larghi cerchi sopra la città e la baia con le sue grandi ali.

Ben Plumm il Marrone indossava una maglia di piastre sopra il cuoio bollito. Il mantello di seta svolazzante alle sue spalle era l’unica concessione di vanità: ondulava quando si muoveva, e il colore cambiava da viola chiaro ad una tonalità più scura. Scese dalla sua giumenta e le spazzolò la criniera, poi disse a Lesto di convocare a rapporto i suoi capitani.

“Digli di fare in fretta,” aggiunse Kasporio lo Scaltro.

Tyrion non era nemmeno un sergente, ma le loro partite a cyvasse lo avevano reso familiare nei pressi della tenda di Ben il Marrone, e nessuno tentò di fermarlo quando entrò con gli altri. Oltre a Kasporio e Calamaio, erano stati convocati anche Uhlan e Bokkoko. Il nano fu sorpreso nel vedere anche Jorah Mormont.

“Ci è stato ordinato di difendere la Sorella Crudele,” li informò Ben il Marrone. Gli altri uomini si scambiarono degli sguardi incerti. Nessuno sembrava volesse proferire parola quando Se Jorah domandò, “Da quale autorità?”

“Dalla ragazza. Ser Nonno sta avanzando verso la Strega, ma lei teme che il suo prossimo bersaglio sia la Sorella Crudele. La Fantasma di Astapor è già a terra. Gli schiavi liberati di Marselen hanno spezzato le Lunghe Lance come un ramoscello marcio e l’hanno trascinata al suolo con le catene. La ragazza crede che Selmy intenda tirare giù tutti i trabucchi.”

“È quello che farei nei suoi panni,” disse Ser Jorah. “Solo che lo avrei fatto prima.” “Perché è ancora la ragazza a dare gli ordini?” Calamaio sembrava confuso. “L’alba è già passata. Non riesce a vedere il sole? Si comporta come se fosse ancora il comandante supremo.” “Se fossi in lei e sapessi che Dole Faccia sta per assumere il comando, probabilmente faresti lo stesso,” disse Mormont.

“Una non è meglio dell’altro,” s’intromise Kasporio.

“Vero,” disse Tyrion, “ma Malazza ha le tette più belle.”

“Servono le balestre per tenere la Sorella Crudele,” disse Calamaio. “Scorpioni. Mangani. Ecco cosa servirebbe. Non si può mandare la cavalleria a difendere le postazioni fisse. La ragazza intende farci smontare da cavallo? Se così fosse, perché non utilizzare le sue lance o le sue fionde?”

Kem introdusse la sua testa biondo pallida nella tenda. “Perdonate il disturbo, miei signori, ma è giunto un altro cavaliere. Dice che porta nuovi ordini dal comandante supremo.”

Ben il Marrone diede un’occhiata in direzione di Tyrion, poi scrollò le spalle. “Fallo entrare.”

“Qui dentro?” domandò Kem, confuso.

“Qui dentro è dove sembra che io sia,” disse Plumm, con una nota d’irritazione. “Se andasse da un’altra parte, non mi troverebbe.”

Kem uscì. Quando rientrò, tenne aperto un lato dell’ingresso della tenda per il nobile Yunkai vestito in un mantello di seta giallo e i pantaloni dello stesso colore. Gli unti capelli neri dell’uomo erano stati attorcigliati, aggrovigliati e smaltati in modo da far sembrare che un centinaio di piccole rose germogliassero sulla sua testa. Sul pettorale dell’armatura c’era inciso un’incantevole disegno di depravazione che Tyrion intuì essere la sua anima gemella.

“Gli Immacolati stanno avanzando verso La Figlia dell’Arpia,” annunciò il messaggero. “Barba Insanguinata e due legioni di Ghis si frappongono tra loro. Mentre loro tengono la linea, voi dovete aggirare gli eunuchi e colpirli dal dietro, senza risparmiarne nessuno. Questo è un ordine del nobile e potente Morghar zo Zherzyn, supremo comandante dell’armata di Yunkai.”

“Morgar?” Kasporio si accigliò. “Nessun ordine da Gorzhak oggi.”

“Gorzhak zo Eraz giace a terra, ucciso da un traditore Pentoshi. Il voltagabbana che si fa chiamare Principe degli Straccioni morirà implorando per la sua infamia, così giura Morghar.” Ben il Marrone si accarezzò la barba. “Quindi i Soffio del Vento se ne sono andati?” chiese, in un tono che mostrava un certo interesse.

Tyrion ridacchiò. “E noi abbiamo scambiato Dolce Faccia con il Conquistatore Sbronzo. Mi stupisco che sia stato in grado di poggiare la caraffa di vino tanto a lungo da dare un ordine quasi sensato.”

Lo Yunkai guardò con odio il nano. “Tieni a freno la lingua, tu lurido piccolo--” Iniziò. “Questo nano insolente è uno schiavo fuggito!” dichiarò, scioccato. “È proprietà del nobile Yezzan zo Qaggaz, sia santificata la sua memoria.”

“Ti sbagli. È un mio fratello in armi. Un uomo libero, e un Secondo Figlio. Gli schiavi di Yezzan indossano dei collari dorati.” Ben il Marrone fece uno dei suoi sorrisi più amabili. “Collari dorati, con dei campanelli. Senti tintinnare per caso? Io non sento niente.”

“I collari possono essere rimossi. Chiedo che il nano ci venga consegnato per la punizione che gli spetta. Subito.” “Questa sembra una decisione severa. Cosa ne pensi, Jorah?”

“Questo.” La spada lunga di Mormont comparve nella sua mano. Mentre il messaggero si voltava, Ser Jorah l’affondò nella sua gola. La punta della spada fuoriuscì dal collo dello schiavista, rossa e bagnata. Il sangue schiumò dalle sue labbra e giù lungo il mento. L’uomo barcollò e crollò pesantemente sulla scacchiera di cyvasse, lanciando per terra tutte le pedine. Si contorse un altro paio di volte, afferrando la lama della spada di Mormont con una mano mentre con l’altra annaspava debolmente contro il tavolo rovesciato. Solo allora sembrò accorgersi che stava per morire. Cadde faccia a terra sul tappeto in un ammasso di sangue e oliate rose nere. Ser Jorah liberò la spada dal collo del morto. La lama grondava copiosamente.

La pedina del drago bianca di cyvasse rotolò ai piedi di Tyrion. La raccolse da terra e la strofinò sulla manica, ma un po’ del sangue dello Yunkai si era infilato nelle scanalature dell’incisione, e il legno pallido sembrava venato di rosso. “Preghiamo in onore della nostra amata regina, Daenerys.” Che sia viva o morta. Lanciò in aria il drago sanguinante e lo raccolse al volo, sorridendo. “Siamo sempre stati uomini della regina,” annunciò Ben Plumm il Marrone. “Ritornare a combattere per gli Yungai era solo parte del piano.”

“E che piano ingegnoso che è stato.” Tyrion diede un colpetto con lo stivale al corpo del morto. “Se quel pettorale mi calza, lo voglio.”


H
hugorhill
Confratello
Bannato
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hugorhill
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Inviato il 16 febbraio 2015 23:05

grazie :)

 

 

vi giuro che non avevo notato il doppio gioco,forse triplo di ben plumm :mellow:


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ALBIONE
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Inviato il 20 febbraio 2015 14:41

Ma è un capitolo intero o un riassunto?


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GIL GALAD
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Inviato il 20 febbraio 2015 19:03

Mi sono sbagliato allora è il capitolo intero.


Gil Galad - Stella di radianza





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sharingan
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Inviato il 20 febbraio 2015 19:16

Quello postato da The Mad King qualche post sopra è il capitolo intero.


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 

G
Gollum
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Inviato il 22 febbraio 2015 20:14

Ma é una mia impressione o il nuovo passatempo preferito delle popolazioni di westeros e essos é sparare frasi fighe con in mano la statuetta del drago del cyvasse?


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Aeron Plain
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Inviato il 22 febbraio 2015 21:22

:stralol:

In effetti, tra Doran e Tyrion verrebbe fuori una bella sfida!


 

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AlysanneTarg
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Inviato il 23 febbraio 2015 21:35

Grazie @The Mad King per la traduzione :)


All that is gold does not glitter,
Not all those who wander are lost;
The old that is strong does not wither,
Deep roots are not reached by the frost.
From the ashes a fire shall be woken,
A light from the shadows shall spring;
Renewed shall be blade that was broken,
The crownless again shall be king.

 

 

Any man who must say ‘I am the king’ is no true king at all. Tywin Lannister

 

 

The War of the Ninepenny Kings? So they called it, though I never saw a king, nor earned a penny. It was war, though. That it was.

 

TWOW

They were dancing. In my dream. And everywhere the dragons danced the people died.

 

 

 

 

Mercy, thought Dany, They shall have the dragon’s mercy

A Son(g) Of Ice and Fire

We swore a vow.

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ALBIONE
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Inviato il 05 marzo 2015 23:20

Mi sono sbagliato allora è il capitolo intero.

Allora lo leggo! :salta:


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niphredil
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niphredil
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Inviato il 17 aprile 2015 15:15

Davvero un bel capitolo! Ma secondo voi vorrà dire qualcosa il "drago sanguinante"? Un'altra cosa, ora non so quanto sarà grande il libro, ma non vi danno l'impressione tutti questi capitoli sulla battaglia che ci vorrà ancora molto molto tempo prima che Dany parta per Westeros? Non vorrei che anche questo libro sia un po' di passaggio diciamo… insomma

 

Ho letto che Martin ha dichiarato che per la maggior parte del libro Tyrion e Dany non si incontreranno… possibile che tutta la storyline di Tyrion per quasi tutto il libro saranno la battaglia e altre cose sostanzialmente un po' inutili solo con il fine di raggiungere Dany? Sarebbe un po' pochino secondo me!

 

La fine la vedo mooooolto distante.


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