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Grande seno, fianchi larghi
B di Blindevil
creato il 28 gennaio 2013

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Inviato il 28 gennaio 2013 22:05 Autore

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Grande seno, fianchi larghi, di Mo Yan. Shangguan Lu, dopo aver avuto sette figlie femmine, riesce finalmente a partorire un maschio. In seguito all'invasione giapponese, la donna è costretta ad allevare la sua numerosa prole da sola, tra mille difficoltà e lungo un arco di tempo che percorre tutte le fasi salienti della storia cinese del XX secolo. Romanzo fluviale e impegnativo del maestro cinese Mo Yan, premio Nobel per la letteratura 2012, un vero e proprio omaggio dello scrittore alla propria figura materna e alle sue origini contadine. Quasi novecento pagine ricchissime di personaggi e avvenimenti, di crudeltà e asprezze ma anche di lievi momenti di felicità, dalla guerra sino-giapponese all'avvento del comunismo e delle riforme di Mao, narrate con uno stile crudelmente epico tipico dell'autore, che qui tocca altissime vette di lirismo. Un io narrante spesso incarnato da Jintong (il tanto sospirato figlio maschio), protagonista quasi passivo e caratterizzato al difetto, in un ritratto commosso e sentito che, pur con le dovute precauzioni, non risparmia velate critiche alle scelte politiche avvenute in Cina nel secolo scorso. Tra la figura ridondante dei seni, venerati all'esasperazione da Jintong come metafora di vita e di piacere, di una turbe infantile che si ripercuote incessantemente nello scorrere degli anni, tra personaggi carismatici come il coraggioso ribelle Sima Ku o lo sfortunato ma determinato Han l'Uccello, fino ad arrivare al centro focale di tutta questa epopea familiare, quella Shangguan Lu, donna, madre ed eroina di ammirevole tenacia.

 

 

Quarta di copertina

 

"Un commovente omaggio alla propria madre e alle proprie radici e insieme, uno sguardo che attraversa la storia travagliata della Cina. Dalla società feudale degli anni Trenta all'odierno capitalismo di stato, passando attraverso sussulti e rivolgimenti dell'era maoista, figli e nipoti degli Shangguan affrontano gioie e dolori dispensati da una terra estrema, primordiale. Nessuno meglio di Mo Yan sa rendere l'anima senza tempo della civiltà e della cultura cinesi, attraverso le sue mille evoluzioni e sfaccettature.

Con questo romanzo, censurato in patria per l'esplicita crudezza delle testimonianze che riporta e i suoi toni corrosivi e grotteschi, Mo Yan torna al grande affresco rurale e mitologico che aveva reso celebre Sorgo rosso."


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Inviato il 30 gennaio 2013 2:02

Non so se lo leggerò ma mi incuriosisce molto questo libro e ti ringrazio di averlo segnalato.

 

Mi dà un pò l'idea di un "Vivere!" di Zhāng Yìmóu (o di "L'ultimo Imperatore" di Bertolucci) se parliamo di fasi salienti della storia cinese del XX secolo


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Blindevil
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Inviato il 30 gennaio 2013 3:15 Autore

Non so se lo leggerò ma mi incuriosisce molto questo libro e ti ringrazio di averlo segnalato.

 

Mi dà un pò l'idea di un "Vivere!" di Zhāng Yìmóu (o di "L'ultimo Imperatore" di Bertolucci) se parliamo di fasi salienti della storia cinese del XX secolo

 

L'idea è quella, se hai apprezzato Vivere! sono certo che ti piacerà, l'autore è lo stesso di Sorgo Rosso, dal quale lo stesso Zhang Yimou ha tratto lo splendido, omonimo, film con Gong Li :)


E
Eddard Stark_
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Inviato il 30 gennaio 2013 16:16
Vivere l'ho molto più che apprezzato, per quanto duro possa essere!

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