Sulla Stampa di ieri hanno pubblicato un paio di articoli molto interessanti sui droni, che secondo alcuni sarebbero "troppo spietati" nelle loro incursioni. In sostanza i droni decollano, evitano le contromisure difensive ed atterrano senza l'intervento umano - tuttora necessario per bombardare o lanciare i missili-.La guerra al tempo dei droni fa orrore ai pacifisti quanto se non più della guerra tradizionale. E il timore è che venga superata anche l'ultima frontiera, permettendo ai droni stessi di "scegliersi" gli obiettivi, operazione già tecnicamente possibile.
Ed allora ricompare la vecchia paura delle nuove tecnologie, il complesso di Frankestein. e la risposta sembra essere quella di Asimov, con le tre leggi della robotica. Penso che quasi tutti ve le ricordiate, per gli altri ve le riporto.
1) Un robot non può recare danno ad un uomo nè può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2) Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dall'uomo, purchè tali ordini non contravvengano alla prima legge.
3) un robot deve proteggere la propria esistenza, purchè questa autodifesa non contrasti con la prima o la seconda legge.
Sul punto, al Pentagono hanno precisato che i comandanti e gli operatori devono esercitare appropriati livelli di giudizio umano sull'uso della forza.
Il problema quindi non sono i droni, o in senso lato la tecnologia, ma l'uso ed il controllo da parte nostra. Io non riesco a vedere una qualche differenza tra un drone teleguidato da Washington e un missile intercontinentale, e non credo che se l' Enola Gay fosse stato un drone la prima bomba atomica non sarebbe stata sganciata.
E' vero però che mettere sempre più distanza, umana o tecnologica, tra chi impartisce l'ordine e chi lo esegue rende più facile uccidere.
Aveva ragione il buon vecchio Ned Stark, le cose erano più semplici quando chi pronunciava le condanne a morte le eseguiva. Ma un conto è tagliare una testa, un altro impartire un ordine o premere un pulsante....
Le tre leggi della robotica, tra l'altro, possono essere tranquillamente aggirate, come i romanzi di Asimov stesso hanno dimostrato. Perciò la loro presenza o meno cambierebbe poco.
Il problema, come sempre, è la distanza che si crea tra l'essere umano e il mondo intorno a lui. Se una persona non ha cervello e senso della misura (e la storia umana dimostra come questa sia la norma), inevitabilmente questa distanza finisce per essere dannosa. Prendiamo un forum come questo o come tanti altri, ad esempio. Una persona intelligente e onorevole non diventa improvvisamente un "leone da forum" (categoria di utenti sovente trovata in giro che dimostra grande coraggio nel mondo virtuale e vigliaccheria in quello reale) solo perché lo schermo lo protegge. Altre persone invece, sfruttando la protezione garantita dalla distanza, si permettono invece di diventare leoni da forum e in tal modo finiscono spesso per combinare guai.
Con i droni e la guerra robotica, è più o meno la stessa cosa. Se la tecnologia arrivasse al punto di permettere di uccidere evitando del tutto il contatto col nemico, i rischi sarebbero ovviamente sempre maggiori. Una buona parte dei motivi per cui oggi un paese civile esita ad impiegare la forza armata sta proprio nel fatto che le sue truppe correrebbero dei rischi. Se si eliminasse questo fattore, l'uso della forza militare diventerebbe senz'altro molto più sciolto. Questo non solo a monte (= la decisione di attaccare qualcuno), ma anche a valle (=il concreto atto di eliminare qualcuno sul campo), perché una parte dell'addestramento militare è finalizzata proprio ad eliminare nei soldati quell'istinto a non fare del male ai propri simili che, in misura diversa a seconda delle persone, è radicato dentro tutti: togli quell'istinto e cosa ti rimane, se non una macchina fredda e spietata?
Capisco che la guerra di tr**a l'ha vinta Ulisse con la sua astuzia e non Achille col suo onore, ma arrivare al punto paventato da tanti film di scifi, con Skynet che prende tutte le decisioni, mi sembra decisamente un pessimo modo di fare qualcosa già pessimo di suo.
Credo che la guerra, intesa come scontro tra nazioni con eserciti contrapposti, sia ormai quasi un brutto ricordo.dei secoli scorsi.. Continuano però i conflitti ed il terrorismo, e la tecnologia può sicuramente aiutare a ridurre il più possibile i danni collaterali. Anche io non vedo come realtà possibile skynet o simili grandi fratelli, o un futuro alla matrix..
Per il resto imho i politici difficilmente hanno pensato alla salvaguardia dei propri soldati. Quello che realmente importa è il benessere, spesso presunto, della nazione, e le possibili rappresaglie del nemico.
Temo che tu sia troppo ottimista roadvirus... la guerra è ineliminabile dalla natura umana perché ne fa parte come l'istinto. Il punto è: quanto riusciamo a controllare l'istinto. Lo scenario di guerre combattute da macchine (senza danni alla popolazione umana) mi piacerebbe molto, ma lo vedo molto al di là da venire...
Non sono così ottimista, credo solo che ormai una guerra tra nazioni sia più difficile, perchè ormai le armi di distruzione di massa nucleari, chimiche e biologiche, ce le hanno quasi tutti...
Restano i cosiddetti conflitti regionali ed il terrorismo, e forse c'è ancora più pericolo... un terrorista difficilmente ha paura della rappresaglia...
Credo che il limite principale oggi non è la questione del deterrente atomico (conflitti locali possono esserci comunque), quanto il divieto de facto di espansione territoriale.
E questo non è detto che ci sarà per sempre.
Quanto al terrorista, non è poi così vero che non teme le rappresaglie. Sa che da democrazie è difficile che arrivino in grande stile, ma provate a mettergli contro regimi autoritari e anche il terrorista si ritrova senza niente alle spalle. La russia ha condotto una guerra spietata contro i terroristi ed è riuscita a contenere la minaccia. Non dico debellarla ma ci siamo vicini. L'algeria ha dato una bella battuta d'arresto al terrorismo islamico non con i negoziati ma con azioni stile quella per la riconquista del campo petrolifero occupato (non parlo di liberazione degli ostaggi, ma proprio di riconquista del sito). Insomma, i terroristi giocano un tira e molla. E sanno che con le democrazie c'è da tirare molto di più che contro dei regimi autoritari.