Musashi, di Eiji Yoshikawa. Giappone, 1600. Il giovane Tazeko parte alla guerra con Matahachi, suo amico d'infanzia. Sarà l'inizio di un percorso che porterà il ragazzo a divenire una vera e propria leggenda, un samurai errante, un ronin completamente dedito alla Via della Spada. In un viaggio epico, accompagnato da una miriade di compagni e osteggiato da temibili e numerosi nemici, sempre combattuto tra l'etica della spada e l'amore contrastato per la bella Otsu, Musashi (il nuovo nome di Tazeko) diverrà una vera e propria leggenda. Yoshikawa, egli stesso figlio di samurai, ripropone il mito di Musashi Miyamoto, il samurai più famoso del Giappone, in un romanzo fluviale dove si susseguono eventi e personaggi in una narrazione avvincente ed epica, in grado di garantire fortissime emozioni nelle sue oltre ottocento pagine. Avventura e amore, certo, ma soprattutto la ricerca di una pace interiore, rappresentata dalla Via della Spada, che ancor oggi si rispecchia nel carattere del popolo nipponico. Figure indimenticabili, su tutte lo stesso Musashi (incarnatosi diverse volte anche in tv e al cinema, tra gli altri anche dal volto del grande Toshiro Mifune), uomo diviso tra il dovere ad una causa maggiore e i sentimenti per l'amata Otsu, e la sua spietata ed affascinante nemesi, il freddo Kojiro. Una marea di avvenimenti, storie nelle storie, che permettono anche di conoscere più a fondo la storia e la cultura del Sol Levante, senza negare spazio al sottofondo avventuroso che raggiunge il suo massimo pathos negli avvincenti duelli, "scontro finale" in primis.
"Nel caso di un samurai, c'è anche qualcosa che chiamerei l'apprezzamento dell'amarezza delle cose. Un guerriero che manchi di tale sensibilità è come un arbusto nel deserto. Essere un forte combattente e nulla più è come essere un tifone. lo stesso dicasi di quegli spadaccini che non pensano ad altro che alla spada. Un vero samurai, ha invece il cuore compassionevole. Egli comprende l'amarezza della vita".
Ho avuto il piacere di leggerlo una quindicina di anni fa, tale era la mia passione per il Giappone e le arti marziali che non mi ha fermato nemmeno la quarta di copertina, che lo descriveva come "il Via col vento giapponese". Per altri appassionati del genere, (non la letterattura romantica, ma il Giappone medioevale) aggiungo un paio di cosette all'ottima recensione.
La vicenda inizia quando finisce "Shogun" di James Clavell, cioè quando Tokugawa Ieyasu, dopo aver sconfitto i rivali, pone fine ad una lunghissima serie di guerre civili ed instaura una sorta di dominio assoluto sul Giappone che verrà di fatto isolato dal resto del mondo per 200 anni.
Finiscono le grandi battaglie, i samurai hanno ora tempo di codificare il loro codice morale e definire i principi del bushido, il combattimento con la spada diventa un'arte da insegnare agli allievi e Musashi, ritenuto il miglior "spadaccino2 di tutti i tempi scrive il GO RIN NO SHO, il libro dei 5 anelli. Naturalmente il GO RIN NO SHO non è un manuale tecnico per imparare il Kendo e lo Iaido, ma spiega, con parole di 400 anni fa ma ancora attuali oggi, cosa vuol dire essere un guerriero, anzi un samurai.....
Per tornare a Yoshikawa e al suo Musashi, è un classico della letteratura giapponese, ma personalmente ho trovato molto più scorrevole e interessante il romanzo che ho citato prima, Shogun di james Clavell... i gusti sono gusti, e nessun giapponese - ne ho conosciuto diversi- la pensa come me...