La notizia è di pochi giorni fa, ma nell'indifferenza quasi totale mi pare di non averla sentita in alcun Tg, ma ora la Russia ha concrete possibilità di estendere ancora i suoi già enormi confini ma non a sud o ad est come ha fatto per secoli, per poi con la caduta dell'URSS perdere geograficamente ma non politicamente grandi territori nell'Asia centrale, ma verso Nord nell'Artico da sempre uno dei suoi domini. Infatti pare che gli scienziati russi abbiano dimostrato che la Dorsale Lomonosov che si trova sotto l'Oceano Artico sarebbe una propaggina della piattaforma continentale Euroasiatica e questo significherebbe che in base al diritto internazionale una gigantesca estensione del Polo Nord diverrebbe territorio russo con tutte le conseguenze economiche e militari conseguenti. Ovviamente USA, Canada, Norvegia e Danimarca (la Groenlandia per chi non lo sapesse le appartiene) si oppongono a questa cosa che porterebbe alla Russia enormi vantaggi di molti tipi in particolare la possibilità di mettere le mani su amplissimi giacimenti di petrolio e gas ed altre risorse naturali che con il progressivo scioglimento dei ghiacci nordici nel giro di pochi anni saranno disponibili allo sfruttamento
Fonte: La Voce della Russia
La spedizione "Arctic-2012", conclusasi lo scorso 11 ottobre, ha ottenuto dati che confermano l'estensione della placca continentale russa nel Mar Glaciale Artico. In questo modo la Russia sarà in grado nel 2013 di preparare una richiesta alle Nazioni Unite per rivendicare questi territori. La ricerca a tali profondità è stata effettuata per la prima volta in Russia e nel mondo. Gli scienziati hanno studiato la struttura crostale della cresta Mendeleev fino al capo Chukchi, la cui natura continentale è stata provata. Anche la struttura della cresta Mendeleev conferma la sua natura continentale.
L’Oceano Artico è sempre più conteso. Da alcuni anni assistiamo ad una progressiva militarizzazione della regione per il controllo delle immense risorse energetiche e minerali che si nascondono sotto i ghiacci. Ma non è tutto. Dal 1979 ad oggi, grazie ai satelliti, è stato rilevato il progressivo e inesorabile scioglimento dei ghiacci eterni, e la conseguente apertura di nuove rotte commerciali. Le ricchezze del sottosuolo e le nuove vie marittime hanno solleticato l’appetito delle nazioni prospicienti che stanno aumentando le loro rivendicazioni territoriali sull’Artico. Già Il 2 agosto 2007 una spedizione russa con due mini sommergibili che piantarono la bandiera russa nelle profondità ghiacciate degli abissi artici (Arktika), col placet del Cremlino, ha tentato di dimostrare che la Dorsale Lomonosov, che si immerge nell’Artico, costituisce un prolungamento della piattaforma eurasiatica. Per questo Mosca presentò una formale richiesta all'ONU in cui ha chiesto il riconoscimento di un’area pari a 460.000 miglia marine.
Però anche la Nato e i suoi Paesi membri si stanno muovendo. Canada e Danimarca stanno mettendo in atto una vera e propria militarizzazione della regione, con il benestare degli Stati Uniti e dell’Alleanza Atlantica, per contenere e frenare l’avanzata russa nel Polo Nord.
Gil Galad - Stella di radianza
Sinceramente avevo sentito parlare, comunque poco, dell'argomento solo dal punto di vista geologico/scientifico e non avevo neanche minimamente intuito i possibili risvolti politici delle imprese russe. Il problema è che chiunque metta mano a queste terre farà sicuramente danni che sia Russia o Stati Uniti penso che nessuno sia davvero intressato ai risvolti negativi dello sfruttamento della terra, speriamo che gli Stati Uniti non si fissino di nuovo sul voler "importare democrazia" se no la guerra è garantita.
Bisognerebbe fare come in Antartide e rendere il Polo Nord patrimonio dell'umanità al di fuori di tutti gli organismi statali...
Bisognerebbe fare come in Antartide e rendere il Polo Nord patrimonio dell'umanità al di fuori di tutti gli organismi statali...
Bravo Beric, concordo pienamente! Già la situazione ecologica in queste aree è critica figuriamoci in futuro quando ci sarà una corsa a sfruttarne le risorse naturali. Già me lo vedo il panorama tra qualche anno: centinaia di pozzi "marini" di petrolio e chilometri di gasdotti con decine di mezzi militari schierati (molto più di come sia già oggi) a garantire e proteggere le rivendicazioni dei vari Stati. E chi se ne frega se distruggeranno il fragilissimo ecosistema del polo con conseguenze che saranno disastrose per tutti.
Gil Galad - Stella di radianza
Bisognerebbe fare come in Antartide e rendere il Polo Nord patrimonio dell'umanità al di fuori di tutti gli organismi statali...
Bravo Beric, concordo pienamente! Già la situazione ecologica in queste aree è critica figuriamoci in futuro quando ci sarà una corsa a sfruttarne le risorse naturali. Già me lo vedo il panorama tra qualche anno: centinaia di pozzi "marini" di petrolio e chilometri di gasdotti con decine di mezzi militari schierati (molto più di come sia già oggi) a garantire e proteggere le rivendicazioni dei vari Stati. E chi se ne frega se distruggeranno il fragilissimo ecosistema del polo con conseguenze che saranno disastrose per tutti.
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