Ciao a tutti.
Con questo post voglio condividere con 4 proposte che la mia mente malata ha partorito negli ultimi mesi e una nota sulle elezioni.
La nota: ormai da anni tutti i partiti riportano nel loro simbolo il nome del cosidetto "candidato premier" e il PD indice le primarie.
Ottimo e moderno direi!
Peccato che noi non possiamo votare ed eleggere la persona in questione, ma siamo costretti a votare una schiera di altri individui che se va bene (per tornaconto personale o altro) voteranno la formazione di governo scelta da tale potenziale "premier" a cui a sua volta viene dato il mandato dal Presidente della Repubblica (anche lui non votato direttamente da noi).
Qualcuno ci sta prendendo per il sedere!
Veniamo alle 4 proposte un po' utopistiche.
Scuola (in particolare medie e superiori) e Università
- sostituzione dell'ora di religione e delle due di ginnastica con italiano, matematica e lingua straniera.
- almeno 3 rientri pomeridiani che saranno dedicati a corsi inter-classe a cui gli studenti possono iscriversi liberamente di anno in anno a seconda del loro interesse/gusto personale. Un pomeriggio potrebbe essere dedicato all'attività fisica. Tra i corsi vi può ovviamente essere storia delle religioni e i corsi stessi possono essere proposti dagli studenti (ovviemente con una supervisione didattica).
- il sabato è dedicato a educazione sessuale ed alimentare e poi ai corsi di cui sopra (a parte quelli di 5 a cui verranno proposti incontri con le varie facoltà delle università).
- tali corsi dovrebbero continuare anche nel mese di giugno (per chi non ha esami) e fino a metà luglio, per poi riprendere ai primi di settembre. In pratica la scuola deve essere quasi sempre aperta e vissuta dai ragazzi.
- serve una ristrutturazione dell'edilizia scolastica per avere laboratori moderni e funzionanti, vere mense scolastiche, vere palestre, vere biblioteche in cui ci si possa recare per studiare e scuole in generale ecosostenibili e vivibili.
- introduzione degli armadietti. Americanata? Io penso di no, perché può aiutare i ragazzi a responsabilizzarsi sapendo giorno dopo giorno quali libri servono a casa per fare i compiti e quali a scuola per seguire le lezioni.
- all'università ci dovrebbe essere un blocco sul numero di anni fuori corso. Io propongo uno per la triennale e uno per la specialistica, dopodiché il ragazzo è fuori da qualsiasi facoltà di quell'ateneo.
Deroghe previste in caso di studente lavoratore a tempo pieno (con un monte ore di un certo tipo), gravi situazioni familiari o di salute certificate, iscrizione all'università per hobby (da dichiarare all'atto dell'iscrizione e con penalizzazione sul punteggio finale).
- credo che la laurea breve abbia fallito e quindi sia il caso di reintrodurre la laurea quinquennale...
Marchio Made in Italy
Occorre creare un marchio apposito rilasciato dal Ministero delle Attività Produttive e molto pubblicizzato all'estero per tutti i prodotti (dai pomodori al software) che sono progettati al 100% in Italia e la cui produzione avviene per almeno l'80-90% su territorio italiano con materie prime italiane.
L'Italia deve riservarsi poi il diritto di intentare cause in sede nazionale, europea ed extra europea verso chiunque (anche aziende italiani che non rientrano nei paletti) cerchi di contraffare il marchio.
Sarebbe una spinta per le aziende italiane a rimanere qui e potrebbe anche fruttare del denaro da reinvestire.
Lavoro dipendente
Inserito il blocco dei fuori corso all'università e istituito un percorso di apprendistato da 6 mesi a un paio di anni massimo in base al titolo di studio e mansione da ricoprire con stipendio a crescere, credo ci debba essere una differenziazione dello stipendio in base al titolo di studio e alla mansione stessa.
In altre parole il lavoro di un operaio, un muratore o un facchino non può avere la stessa retribuzione di un geometra così come quest'ultimo non può avere lo stipendio di un ingegnere.
Ovvio che per i primi la vita lavorativa debba essere più corta dato la fatica fisica, mentre per i secondi possa essere più lunga.
Immigrazione e dintorni
In Italia si parla italiano, quindi per avere il permesso di soggiorno o la residenza nel nostro paese occorre passare un esame di italiano che viene eseguito in Italia a scadenze precise.
Occorre bloccare alla frontiera tutti i clandestini, eventualmente curarli e poi se non hanno i requisiti necessari (laurea/meriti sportivi accertati/altro) rimpatriarli senza deroghe, istituendo campagne di informazione nei paesi di provenienza sulle nuove modalità di accesso in Italia.
D'altro canto occorre incentivare (sia sotto il profilo economico sia sotto quello della cittadinanza) l'arrivo di persone ad alto livello di istruzione, perché queste possono aiutarci a far avanzare il nostro paese.
Per fare ciò servono uomini e quindi bisogna far tornare tutti i militari che sono stati inviati all'estero (inutilmente a mio modo di vedere...)
credo ci debba essere una differenziazione dello stipendio in base al titolo di studio e alla mansione stessa.
In altre parole il lavoro di un operaio, un muratore o un facchino non può avere la stessa retribuzione di un geometra così come quest'ultimo non può avere lo stipendio di un ingegnere.
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D'altro canto occorre incentivare (sia sotto il profilo economico sia sotto quello della cittadinanza) l'arrivo di persone ad alto livello di istruzione, perché queste possono aiutarci a far avanzare il nostro paese.
Per fare ciò servono uomini e quindi bisogna far tornare tutti i militari che sono stati inviati all'estero (inutilmente a mio modo di vedere...)
A me risulta che anche ora un muratore o un facchino guadagnino meno di un avvocato o un ingegnere.
...
Non vedo la necessità di incentivare l'arrivo di "persone di alto livello di istruzione" per far avanzare il Paese: l'Italia è piena di persone istruite, anzi ce ne sono talmente tanti, che molti sono disoccupati. La questione non è farne arrivare altri, ma incentivare l'impiego di quelli che già ci sono, in attività produttive o socialmente utili.
Al massimo, i militari andrebbero fatti tornare per altri motivi: come detto prima, di uomini (e donne) disponibili ce ne sono fin troppi...
In generale, mi sembrano idee adattabili ad un Paese già ordinato e sviluppato ma carente sotto alcuni aspetti (popolazione, per esempio) piuttosto che ad uno disordinato, sprecone e affollato come il nostro. Più suggerimenti per un paese scandinavo che per l'Italia...
Temo che i politici di professione non te li accetteranno mai... " />
Perché nelle proposte per l'università non c'è quella di mettere fuori una volta per sempre tutti i professori, ricercatori, associati e c che hanno compiuto i 65 anni? E dico di estrometterli definitivamente, chiuso l'ufficio, le cattedre, gli impegni, via, ed il tuo posto passa che lo merita, che sia interinalmente o per concorso. E basta assommare posti, come ordinario di qua ed associato di là: 1 posto, 1 stipendio, 1 lavoro.
E la possibilità per gli studenti di andarsi a lamentare del professore che non lavora e che questi subisca le giuste sanzioni...
A me risulta che anche ora un muratore o un facchino guadagnino meno di un avvocato o un ingegnere.
Penso che tu stia parlando dei liberi professionisti. Io mi riferivo ai dipendenti.
Per esempio io sono ingegnere informatico con laurea specialistica e ho un contratto metalmeccanico a 1200 euro al mese così come tutti i miei colleghi e tante altre persone che conosco.
Lo stipendio che ho io è le stesso di un operaio, anche perché il contratto è esattamente lo stesso.
Non parliamo poi di chi lavora cocopro o chi lavora come dipendente con partita iva....
Non vedo la necessità di incentivare l'arrivo di "persone di alto livello di istruzione" per far avanzare il Paese: l'Italia è piena di persone istruite, anzi ce ne sono talmente tanti, che molti sono disoccupati. La questione non è farne arrivare altri, ma incentivare l'impiego di quelli che già ci sono, in attività produttive o socialmente utili.
Mi sono espresso male.
Non intendo certo avere un'invasione di stranieri perché so bene che da noi c'è parecchia gente molto qualificata e intelligente che purtroppo è senza lavoro.
Volevo solo dire che attrarre un certo numero di persone altamente qualificate può essere un ulteriore stimolo ed internazionalizzazione per le nostre imprese ed università.
Gli Stati Uniti lo fanno e mi sembra che abbia sempre funzionato abbastanza bene.
In generale, mi sembrano idee adattabili ad un Paese già ordinato e sviluppato ma carente sotto alcuni aspetti (popolazione, per esempio) piuttosto che ad uno disordinato, sprecone e affollato come il nostro. Più suggerimenti per un paese scandinavo che per l'Italia...
Cercare di puntare più in alto non mi sembra male dato che nonostante tutto siamo uno degli 8 paesi + industrializzati del mondo.
Temo che i politici di professione non te li accetteranno mai...
Esistono politici nel nostro paese?! " />
Perché nelle proposte per l'università non c'è quella di mettere fuori una volta per sempre tutti i professori, ricercatori, associati e c che hanno compiuto i 65 anni? E dico di estrometterli definitivamente, chiuso l'ufficio, le cattedre, gli impegni, via, ed il tuo posto passa che lo merita, che sia interinalmente o per concorso. E basta assommare posti, come ordinario di qua ed associato di là: 1 posto, 1 stipendio, 1 lavoro.
E la possibilità per gli studenti di andarsi a lamentare del professore che non lavora e che questi subisca le giuste sanzioni...
Approvo!
Mettiamo su un partito? " />
Permettere solo 1 anno di fuori corso mi sembra pochino. Anche perché ogni facoltà (quindi nemmeno a livello di ateneo) ha le sue regole in merito alla gestione di questa categoria di studenti.
Esempio: in alcune facoltà uno studente può essere: in corso; ripetente (costretto a ripetere un anno perché non ha raggiunto il criterio di passaggio a quello successivo); fuori corso. In altre magari non esistono criteri di passaggio, si arriva diretti alla fine dell'ultimo anno e se non ti laurei entro il termine dell'anno accademico diventi fuori corso automatico.
Senza contare che gli studenti fuori corso pagano tasse maggiorate (anche se, va detto, riducono i fondi stanziati dallo stato), e in alcuni corsi di laurea é molto più facile rimanere indietro rispetto ad altri corsi o agli stessi tenuti in altri atenei.
In sostanza, non si può fare una legge se prima non si ha una visione chiara e globale delle caratteristiche del fenomeno...
Sugli altri campi non mi esprimo perché non ne capisco molto...
Italiano,matematica e lingue hanno già un monte ore adeguato.Il problema è che sono insegnate male e con metodologie obsolete.Ginnastica è fondamentale farla,alle elementari ma forse sarebbe intelligente renderla più simile ad una sorta di punto di avvio alla prima attività sportiva.Per quanto riguarda medie e superiori concordo sul fatto che dei rientri pomeridiani,in cui magari ci si concentra su attività specifiche,sarebbero più indicati.- sostituzione dell'ora di religione e delle due di ginnastica con italiano, matematica e lingua straniera.
D'accordo sui rientri pomeridiani: io ne metterei anche più di tre,ma lascerei il sabato libero:ritengo che non si debba eccedere nel verso opposto e imporre una iperscolarizzazione che poi può portare a fenomeni di rigetto;ci stà che a quell'età si abbia diritto anche alla propria quota di tempo libero e ca**eggio.- almeno 3 rientri pomeridiani che saranno dedicati a corsi inter-classe a cui gli studenti possono iscriversi liberamente di anno in anno a seconda del loro interesse/gusto personale. Un pomeriggio potrebbe essere dedicato all'attività fisica. Tra i corsi vi può ovviamente essere storia delle religioni e i corsi stessi possono essere proposti dagli studenti (ovviemente con una supervisione didattica).
- il sabato è dedicato a educazione sessuale ed alimentare e poi ai corsi di cui sopra (a parte quelli di 5 a cui verranno proposti incontri con le varie facoltà delle università).
Per l'orientamento universitario,secondo me un sabato a settimana è tanto e organizzata in maniera troppo "sfilacciata" per trasmettere qualcosa;meglio una settimana obbligatoria poco dopo la maturità o ad inizio settembre.
In Giappone,da quel che mi risulta,le scuole restano aperte molto più a lungo,e in estate organizzano viaggi di istruzione,gite e cose simili;l'idea è che la scuola debba essere il centro non solo del percorso pedagogico e formativo del ragazzo,ma anche di quello ludico.Ripeto:se non si eccede,e si rispetta una certa "quota ca**eggio" che ritengo fisiologica,sono stra-d'accordo.- tali corsi dovrebbero continuare anche nel mese di giugno (per chi non ha esami) e fino a metà luglio, per poi riprendere ai primi di settembre. In pratica la scuola deve essere quasi sempre aperta e vissuta dai ragazzi.
Seeee...benvenuto in Italia,dove ai genitori il primo giorno di scuola danno un foglio coi turni per portare il sapone e la carta igienica- serve una ristrutturazione dell'edilizia scolastica per avere laboratori moderni e funzionanti, vere mense scolastiche, vere palestre, vere biblioteche in cui ci si possa recare per studiare e scuole in generale ecosostenibili e vivibili.
Risultato:segreterie delle università bombardate da richieste di delega per hobby,nonne morte e dissenteria cronica.Se metti una tagliola nel bosco,poi non puoi piazzare un cartello in cui dici "guardate che la tagliola è qui",altrimenti mettere la tagliola non ha senso.- all'università ci dovrebbe essere un blocco sul numero di anni fuori corso. Io propongo uno per la triennale e uno per la specialistica, dopodiché il ragazzo è fuori da qualsiasi facoltà di quell'ateneo.
Deroghe previste in caso di studente lavoratore a tempo pieno (con un monte ore di un certo tipo), gravi situazioni familiari o di salute certificate, iscrizione all'università per hobby (da dichiarare all'atto dell'iscrizione e con penalizzazione sul punteggio finale).
Secondo me l'università perde tempo a sforzarsi di essere selettiva e dovrebbe invece sforzarsi di essere quanto più possibile formativa:a determinati livelli la formazione diventa di per sè selettiva.
Onestamente non mi pare che in Italia i muratori e gli operai a 2000 euro al mese abbondino eh....Inserito il blocco dei fuori corso all'università e istituito un percorso di apprendistato da 6 mesi a un paio di anni massimo in base al titolo di studio e mansione da ricoprire con stipendio a crescere, credo ci debba essere una differenziazione dello stipendio in base al titolo di studio e alla mansione stessa.
In altre parole il lavoro di un operaio, un muratore o un facchino non può avere la stessa retribuzione di un geometra così come quest'ultimo non può avere lo stipendio di un ingegnere.
Ovvio che per i primi la vita lavorativa debba essere più corta dato la fatica fisica, mentre per i secondi possa essere più lunga.
Mi sembra giusto pretendere che un lavoro qualificato sia retribuito diversamente da un operaio;basta che la cosa non si realizzi portando giù gli stipendi dei muratori e degli operai.Anzi,prima bisognerebbe battersi per il salario minimo garantito,e poi da quello costruire un nuovo modello salariale.
Posso capire una cernita per il permesso di soggiorno (anche se non capisco cosa ti possa garantire un simile test),ma per la residenza (se intendevi dire cittadinanza) assolutamente no...quel metodo non mi piace.Dopo 5 - 10 anni di lavoro regolare con fedina penale intonsa,per me chi vuole ha facoltà di fare domanda per la cittadinanza e ottenere diritti e doveri di un cittadino italiano,voto compreso.Ovviamente ci dovrebbe essere l'abolizione della ridicola Bossi - Fini e una seria riflessione su un sistema nuovo che vada a regolamentare tutti gli aspetti di un fenomeno che è estremamente complesso.In Italia si parla italiano, quindi per avere il permesso di soggiorno o la residenza nel nostro paese occorre passare un esame di italiano che viene eseguito in Italia a scadenze precise.
Premetto che in gran parte mi sembrano boiate (con tutto il rispetto).
Scuola (in particolare medie e superiori) e Università
- sostituzione dell'ora di religione e delle due di ginnastica con italiano, matematica e lingua straniera.
- almeno 3 rientri pomeridiani che saranno dedicati a corsi inter-classe a cui gli studenti possono iscriversi liberamente di anno in anno a seconda del loro interesse/gusto personale. Un pomeriggio potrebbe essere dedicato all'attività fisica. Tra i corsi vi può ovviamente essere storia delle religioni e i corsi stessi possono essere proposti dagli studenti (ovviemente con una supervisione didattica).
- il sabato è dedicato a educazione sessuale ed alimentare e poi ai corsi di cui sopra (a parte quelli di 5 a cui verranno proposti incontri con le varie facoltà delle università).
- tali corsi dovrebbero continuare anche nel mese di giugno (per chi non ha esami) e fino a metà luglio, per poi riprendere ai primi di settembre. In pratica la scuola deve essere quasi sempre aperta e vissuta dai ragazzi.
- serve una ristrutturazione dell'edilizia scolastica per avere laboratori moderni e funzionanti, vere mense scolastiche, vere palestre, vere biblioteche in cui ci si possa recare per studiare e scuole in generale ecosostenibili e vivibili.
- introduzione degli armadietti. Americanata? Io penso di no, perché può aiutare i ragazzi a responsabilizzarsi sapendo giorno dopo giorno quali libri servono a casa per fare i compiti e quali a scuola per seguire le lezioni.
- all'università ci dovrebbe essere un blocco sul numero di anni fuori corso. Io propongo uno per la triennale e uno per la specialistica, dopodiché il ragazzo è fuori da qualsiasi facoltà di quell'ateneo.
Deroghe previste in caso di studente lavoratore a tempo pieno (con un monte ore di un certo tipo), gravi situazioni familiari o di salute certificate, iscrizione all'università per hobby (da dichiarare all'atto dell'iscrizione e con penalizzazione sul punteggio finale).
- credo che la laurea breve abbia fallito e quindi sia il caso di reintrodurre la laurea quinquennale...
Per le superiori: d'accordissimo a riservare parte del tempo e delle strutture ad attivitá sponsorizzate dagli utenti. Mi pare peró di aver capito che vorresti aumentare le ore, quando invece bisognerebbe diminuirle, ed incentivare invece attivitá extrascolastiche. Non sono le ore a fare la differenza, ma il metodo. A bruxell c'é una scuola, che ho visitato, nella quale le lezioni sono fatte in tal modo che chiunque parla tranquillamente in 3/4 lingue. In Libano, chi esce dall'universitá parla correntemente 3 lingue (arabo, inglese e francese, e la mia amica che da li viene ora ha aggiunto anche l'italiano e un pizzico di tedesco alla collezione).
Qui in alto adige, dopo 12 anni che si studia il tedesco, sono pochissimi quelli che lo imparano senza spendere denaro e tempo integrando le lezioni in altro modo.
Bisogna trovare meccanismi didattici che rendano piú efficente l'apprendimento, non aumentare le ore 'di presenza'.
Per l'universitá: perché limitare cosí gli anni fuori corso? Ci sono molte ragioni che possono portare ad un prolungamento della carriera universitaria, e penalizzare chi (come me) magari ha avuto disavventure che gli hanno impedito di terminare nel tempo canonico mi sembra una assurditá.
Anche eliminare la laurea breve non ha senso. Per molte carriere professionali non é necessaria l'intera istruzione. Ad esempio, sono lauerato in informatica (triennale) e faccio il programmatore. La specialistica include esami come analisi semantica, matematica avanzata, logica matematica etc. A quanti programmatori o sistemisti server questa roba? E, dal momento che qui in italia lo stipendio di un programmatore non é chissa che, spendere anni in piú per istruzione non voluta ne pagata non mi sembra proprio il modo migliore per ottimizzare le risorse del paese.
Una ditta non paga e non puó pagare in base al tuo titolo di studio, ma al valore che hai per lei. Mio fratello é diplomato, ma per la sua azienda é piú importante di me per la mia (e infatti piglia di piú), per il semplice motivo che nel raggio di 400km ci sono ben 4 facoltá di informatica e i programmatori li trovi sotto i sassi, mentre di programmatori di macchine a controllo numerico ne trovi molti meno, e la spesa per cercare e formare un sostituto é molto piú alta.
Lavoro dipendente
Inserito il blocco dei fuori corso all'università e istituito un percorso di apprendistato da 6 mesi a un paio di anni massimo in base al titolo di studio e mansione da ricoprire con stipendio a crescere, credo ci debba essere una differenziazione dello stipendio in base al titolo di studio e alla mansione stessa.
In altre parole il lavoro di un operaio, un muratore o un facchino non può avere la stessa retribuzione di un geometra così come quest'ultimo non può avere lo stipendio di un ingegnere.
Ovvio che per i primi la vita lavorativa debba essere più corta dato la fatica fisica, mentre per i secondi possa essere più lunga.
Immigrazione e dintorni
In Italia si parla italiano, quindi per avere il permesso di soggiorno o la residenza nel nostro paese occorre passare un esame di italiano che viene eseguito in Italia a scadenze precise.
Occorre bloccare alla frontiera tutti i clandestini, eventualmente curarli e poi se non hanno i requisiti necessari (laurea/meriti sportivi accertati/altro) rimpatriarli senza deroghe, istituendo campagne di informazione nei paesi di provenienza sulle nuove modalità di accesso in Italia.
D'altro canto occorre incentivare (sia sotto il profilo economico sia sotto quello della cittadinanza) l'arrivo di persone ad alto livello di istruzione, perché queste possono aiutarci a far avanzare il nostro paese.
Un controllo piú stretto sull'immigrazione é necessario, ma proporre come discriminante l'istruzione é deleterio perché:
-Una volta arrivati gli ingegneri e i medici da li, l'inflazione della disponibilitá e le condizioni piú modeste che accetterebbero creerebbero una nuova fuga di cervelli.
-Si é giá arrivati alla saturazione per molti mestieri ad alta istruzione. Sicuro di volere altre persone a concorrere a quei ruoli?
-Praticamente diciamo, agli altri paesi: quelli che da voi possono stare bene, vangano pure. Quelli che invece non hanno chances, arrangiatevi.
-Continuo a sentire che per i mestieri piú umili si fa sempre piú fatica a trovare personale e lo si deve spesso cercare all'estero. Il blocco delle frontiere che hai suggerito allontana proprio quelli che magari svolgerebbero quelle mansioni accontentando noi e loro.
Per fare ciò servono uomini e quindi bisogna far tornare tutti i militari che sono stati inviati all'estero (inutilmente a mio modo di vedere...)
L'esercito é una enorme, costosa e (si spera) efficiente macchina. Io lo userei a supporto delle forze di polizia e dei vigili. Prendili a coppie e fai loro pattugliare stazioni, quartieri etc. Il loro unico compito é avvertire la polizia in caso di problemi e disincentivare attivitá illegali.
Cercando di essere breve, non approfondito troppo i vari argomenti che ho esposto.
Rispondo un po' a tutti.
Sulla scuola.
La mia intenzione non è di aumentare le ore di presenza in maniera passiva, ma piuttosto quella di aggiungere delle ore pomeridiane in cui gli studenti possano seguire corsi (ma forse dovrei parlare di seminari) a cui sono veramente interessati e sviluppare progetti relativi a quell'area tematica.
In questi corsi non esistono voti o interrogazioni o compiti in classe o qualsiasi altra cosa possa ricondurre a una normale lezione mattutina.
Così come non ho mai detto che tali corsi debbano essere tenuti in italiano...
Ovviamente un controllo sulla produttività del progetto sviluppato ci dovrà essere per non rendere la cosa troppo "aria fritta".
Il sabato io andavo a scuola e di problemi di cazzeggio non ne ho mai avuti...
Sull'università.
Il problema delle deroghe può venire fuori, ma con controlli precisi e valutando solo i casi realmente certificati si può risolvere il tutto.
Un po' di selezione all'ingresso non fa male secondo me, ma il modello del numero chiuso è sbagliatissimo!
Secondo me chiunque può iscriversi, ma deve sapere che l'università è una cosa seria e bisogna impegnarsi.
Ho visto troppa gente a lezione (ed eravamo a numero chiuso!!) nei primi anni che mai è arrivata alla fine e ha solamente sprecato risorse e tempo sia dei professori e sia degli altri studenti.
Lavoro
Una ditta non paga e non puó pagare in base al tuo titolo di studio, ma al valore che hai per lei. Mio fratello é diplomato, ma per la sua azienda é piú importante di me per la mia (e infatti piglia di piú), per il semplice motivo che nel raggio di 400km ci sono ben 4 facoltá di informatica e i programmatori li trovi sotto i sassi, mentre di programmatori di macchine a controllo numerico ne trovi molti meno, e la spesa per cercare e formare un sostituto é molto piú alta.
Interessante il fatto che abbiamo lo stesso titolo di studio e non ti senta sottopagato rispetto alla ragioniera che ti fa la busta paga o al ragazzo che riempie la macchinetta del caffè, visto che magari le tue conoscenze e il tipo di lavoro che fai sono più "importanti" delle loro!
Per me ci vuole un salario minimo in base al titolo di studio che poi cresce in base alle competenze e alle mansioni che uno occupa in ditta.
Un operaio specializzato con molti anni di esperienza potrebbe arrivare a prendere come o più di un laureato nel corso del tempo.
In questo modo e col discorso dell'università che ho fatto si potrebbe creare una certa mobilità sociale, perché un genitore può vedere il figlio fare un salto sociale già al termine degli studi.
Cmq io non ho mai e poi mai detto che occorre abbassare gli stipendi a operai e muratori, anzi!
L'esercito é una enorme, costosa e (si spera) efficiente macchina. Io lo userei a supporto delle forze di polizia e dei vigili. Prendili a coppie e fai loro pattugliare stazioni, quartieri etc. Il loro unico compito é avvertire la polizia in caso di problemi e disincentivare attivitá illegali.
Appunto perché è enorme una parte la si può usare per il motivo che ho esposto io e una parte per il motivo che dici tu.
Una cosa non esclude l'altra.
Un controllo piú stretto sull'immigrazione é necessario, ma proporre come discriminante l'istruzione é deleterio perché:
-Una volta arrivati gli ingegneri e i medici da li, l'inflazione della disponibilitá e le condizioni piú modeste che accetterebbero creerebbero una nuova fuga di cervelli.
-Si é giá arrivati alla saturazione per molti mestieri ad alta istruzione. Sicuro di volere altre persone a concorrere a quei ruoli?
-Praticamente diciamo, agli altri paesi: quelli che da voi possono stare bene, vangano pure. Quelli che invece non hanno chances, arrangiatevi.
-Continuo a sentire che per i mestieri piú umili si fa sempre piú fatica a trovare personale e lo si deve spesso cercare all'estero. Il blocco delle frontiere che hai suggerito allontana proprio quelli che magari svolgerebbero quelle mansioni accontentando noi e loro.
- Le condizioni più modeste da accettare non esisterebbero dato il sistema che ho esposto sopra (sistema università + lavoro).
- La saturazione per molti mestieri ad alta istruzione forse adesso può esistere, ma se si studia un impulso innovatore nella tecnologia in questo paese ci protrebbe essere sicuramente una maggiore richiesta di lavoro di alta qualità e quindi spazio per molti. Inoltre se le condizioni economiche fossero giuste la nostra gente non se ne andrebbe o la farebbe in misura minore.
- Sul terzo punto: bè altri stati lo fanno in vari modi (green card ti dice niente?), noi siamo sempre l'ultima ruota del carro?
- L'ultimo punto purtroppo è vero, rimane il fatto che almeno la metà di quelli che entrano non serve a nulla e ingrossa solo le fila di chi vive ai margini della società. Un taglio è necessario.
- Sull'esame di lingua: si può pensare che sia una stupidata, ma pensate ad esempio alle donne musulmane che arrivano e non sanno una parola di italiano e dopo anni ancora non sanno nulla perché non lavorando non hanno contatti con l'esterno.
Obbligarle a imparare l'italiano e a passare l'esame è anche un modo per andare a intaccare una certa cultura chiusa.
Premetto che in gran parte mi sembrano boiate (con tutto il rispetto).
Obrigado.