Prendo spunto dal dibattito nel death match, ed in particolare da questo interessante commento di Guardiano della notte per lanciare il tema: chi tra gli autori fantasy in attività sta rivoluzionando il genere, lo sta rifondando, lo sta innovando?
Seconda ma non meno importante domanda, in che modo lo sta facendo?
Discussione interessante, sebbene sarebbe stata interessante una che prima dicesse chi l'ha "istituzionalizzato": per avere una rivoluzione, ci deve essere qualcosa da abbattere,no?
In ogni caso, si può parlare solo di autori ancora in attività, giusto?
Non tutte le rivoluzioni abbattono qualcosa. Io vedo più il fenomeno come le derivazioni musicali. Una volta nato il rock (senza preoccuparsi se sia stato Chuck Berry o Elvis Presley o altri ancora a inventarlo e istituzionalizzarlo) sono poi spuntati fuori il punk, il progressive, il metal, e via discorrendo. Per ciascuno di questi generi abbiamo delle figure che se ne possono considerare padri fondatori: se parlo di progressive, ad esempio, è facile individuare il germe precursore tra gli altri nei Procul Harum e un compimento solenne con Genesis e King Crimson - i Pink Floyd sono forse un discorso a parte.
Ecco, divagazioni a parte, il concetto che ho in mente è questo. Dato il fantasy così come lo concepiamo oggi, chi tra gli scrittori in attività sta espandendo il genere, chi ne sta ridisegnando i confini, le metodologie, gli obiettivi?
Questo non vuol dire necessariamente negare l'esistente; può anche essere una rielaborazione innovativa che permette di creare qualcosa di nuovo. :)
Sostanzialmente, da un lato mi chiedo chi tra gli scrittori di oggi tra cinquant'anni potrà essere considerato il rifondatore del fantasy, ma ancora di più chi tra cinquant'anni potrà essere considerato il padre di un sottogenere oggi ancora in nuce.
Beh se per 'oggi' mi passate anche 'da dieci anni fa ad ora' Weis&Hickman ci stanno tutti...il GDR-fantasy è già un sottogenere, che ai tempi di Tolkien nessuno avrebbe mai nemmeno immaginato. Ma non è detto che tra cinquant'anni queste opere saranno studiate se non come curiosità storica di un sottogenere 'di moda al momento', per una semplice questione di qualità letteraria minima. Quindi non so quanto le due definizioni possano essere equivalenti.
Beh, se per rivoluzione allora s'intende anche, come dici tu, chi innesta su una pianta precedente un nuovo ramo, direi che neshira ha ragione riguardo il dinamico duo Weis&Hickman. Di fatto, se non vado errando, il genere "fantasy gdr" l'hanno tirato fuori loro ben prima di R.A.Salvatore o Ed Greenwood. Forse la qualità non sarà sempre eccelsa, ma di fatto questi romanzi dureranno ancora un bel po', almeno finchè esisterà D&D, che bene o male dura da una quarantina d'anni e più.
Potreri a questo punto aggiungere, oltre alla Rowling per i motivi già detti sulla discussione linkata da Beric a inizio topic, anche Martin, per il massiccio uso di POV col conseguente intrecciarsi di più piani narrativi. Da che ricordo, nessun autore aveva tirato fuori un numero di personaggi principali e secondari così alto...con tutte le difficoltà in fase di scrittura che ne derivano (vedi l'attesa geologica per l'ultimo volume).